Cyber security, Internet of Things… e noi

In un recente convegno, il Direttore del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza (Dis), l’Ambasciatore Giampiero Massolo, per illustrare i possibili effetti di un attacco informatico alle infrastrutture critiche italiane, ha portato un esempio: questa sera potremmo tornare a casa e trovarla completamente al buio solo perché un hacker ha deciso di attaccare il sistema informatico dell’Enel. Ed è proprio il Dis l’Organo istituzionale che sta fornendo un grandissimo contributo alla promozione della cultura della sicurezza (anche cibernetica) nel nostro Paese.

L’infrastruttura digitale di un paese è ormai diventata un asset nazionale strategico. Molti altri paesi stanno organizzandosi per affrontare vere e proprie guerre cibernetiche: Usa, Cina, Russia, Israele, Corea del Nord. L’Iran si vanta di avere il secondo esercito cibernetico più grande al mondo. Gli attacchi cibernetici sono caratterizzati da una rapida distribuzione e diffusione, dovuta alla natura interconnessa e alla pervasività delle infrastrutture Ict, alla possibilità di effettuare grandi azioni in molte zone del Pianeta anche a distanza.

L’approccio standard ha finora inteso la Sicurezza come protezione dei propri assetti, raggiunta attraverso l’utilizzo di adeguate misure di protezione all’interno di un perimetro fisico. Con l’avvento di Internet, è indispensabile adottare un approccio alla Sicurezza più avanzato. Il concetto di Sicurezza, in tale ottica, si avvicina a quello di Cyber Intelligence, attraverso la Big Data Analysis, la quale necessita di sistemi di supercalcolo specializzati nello svolgere elaborazioni di data mining su grandi quantità di informazioni.

La pervasività, apparentemente silenziosa e quasi confortevole, del cyberspazio in cui viviamo, è destinata ad aumentare con l’avvento di una nuova Era, la cosiddetta Internet of Things (Internet delle Cose) e i 50 miliardi di dispositivi e computer che saranno online nel prossimo decennio. Collegare macchine, dispositivi, sistemi e persino noi stessi ad Internet porterà molti benefici alle società, alle aziende e ai servizi pubblici. Questa mole infinita di dati interconnessi, associata alla sempre più spinta miniaturizzazione e indossabilità degli hardware connessi, nonché all’evoluzione dell’Intelligenza Artificiale, ha potenzialità di sviluppo incredibili.

Ma esiste anche il rovescio della medaglia: ogni dispositivo connesso ad Internet è una potenziale vulnerabilità. In un tale mondo iperconnesso, come si potranno mantenere sicuri i nostri dati? Oppure, chi avrà l’onere di conservarli in modo sicuro e garantendo la dovuta privacy?

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