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Donne e lavoro, un difficile percorso ad ostacoli

di
redazione

La conquista, da parte delle donne, di posizioni e ruoli professionali sempre più rilevanti nel mondo del lavoro appare un fenomeno in costante evoluzione, anche se i tempi per una effettiva parità di opportunità sembrano dilatarsi. Sono ancora notevoli gli ostacoli incontrati dalle donne nel mondo del lavoro: non solo sono impiegate in percentuale minore e con ruoli di minore responsabilità, ma con l’atavico monopolio dell’organizzazione e gestione del lavoro domestico. Da non dimenticare le sempre più precarie condizioni lavorative, all’insegna della flessibilità, che rendono difficile per una donna “scegliere” la maternità, per timore di perdere il lavoro. I dati emersi pongono e lasciano aperti alcuni importanti interrogativi: qual è il prezzo che la donna, nella società odierna, deve pagare per una conquista effettiva delle pari opportunità? Quali sono le rinunce che deve sostenere per intraprendere un percorso di piena autonomia personale e professionale? 

Una donna su dieci ha lasciato temporaneamente il lavoro in conseguenza alla nascita di un figlio 

Con riferimento alla propria esperienza nel mondo del lavoro, l’8,6% delle donne intervistate ha lasciato il lavoro che svolgeva per privilegiare la propria qualità della vita e le proprie inclinazioni – ad esempio, avere più tempo libero, dedicarsi ai propri hobby, interessi e affetti. Il 7% riferisce di aver lasciato definitivamente il lavoro per la nascita di un figlio. Per il 9,4% la rinuncia a lavorare conseguente alla nascita di un figlio è stata temporanea

Sicurezza e contratti: il 41% delle donne ha lavorato in nero almeno una volta

La maggioranza delle intervistate (58,3%) afferma di non aver mai lavorato senza contratto. Tra queste, il 36,3% non accetterebbe di farlo, il 22%%, invece, accetterebbe in caso di bisogno. Il 41,7% dichiara, invece, di aver lavorato senza contratto: l’8% sempre o spesso, mentre un terzo (33,7%) una volta o qualche volta. Per quanto riguarda la sicurezza, il 31%delle intervistate dichiara di aver lavorato in condizioni di scarsa sicurezza sul posto di lavoro – il 24,2% una volta o qualche volta, il 6,8% spesso o sempre.

Al 23,4% delle donne il lavoro impedisce di vivere per conto proprio, al 17,2% di avere figli

Meno della metà delle lavoratrici intervistate (48%) ritiene che il proprio lavoro attuale consenta di fare progetti per il futuro, mentre il 52% pensa il contrario. Il 51,7% afferma che la sua occupazione permette di garantire sicurezza alla propria famiglia e il 31,7% del campione dichiara che il suo lavoro rende difficile arrivare a fine mese. Il lavoro permette di sostenere spese importanti (mutuo, automobile, casa) a meno della metà delle intervistate (49,1%), e il 26,4%, pur lavorando, si trova costretta a chiedere aiuto alla propria famiglia. Al 23,4% l’attuale occupazione impedisce di vivere per conto suo, al 17,2% di avere figli. Il campione di lavoratrici è spaccato a metà rispetto alla sicurezza economica per la propria famiglia e alla possibilità di progettare il proprio futuro, il che evidenzia quanto siano numerose nel nostro Paese le donne costrette a ragionare sul breve termine, con rinunce importanti, come quelle relative all’acquisto di una propria abitazione o al mezzo di trasporto quotidiano, ma anche all’indipendenza dalla famiglia d’origine, per arrivare, in quasi un caso su 5, alla rinuncia alla genitorialità.

Il 14% delle donne ha lasciato il lavoro per mobbing

Alle lavoratrici è stato anche chiesto se fosse loro mai capitato di lasciare il posto di lavoro per una o più delle seguenti motivazioni: mobbing, molestie sessuali, assenza di contratto e mancate retribuzioni. Il 13,9% ha lasciato il posto di lavoro perché vittima di mobbing, ovvero di comportamenti aggressivi e vessatori reiterati nel tempo da parte di colleghi e/o superiori; un ulteriore 17% ci ha pensato, ma non lo ha fatto, per un totale del 30,9% delle lavoratrici che hanno sofferto per forme di mobbing. Il 11,9% ha abbandonato il lavoro per mancate retribuzioni, mentre il 13,3% ha pensato di farlo. L’assenza di un contratto ha spinto il 10,6% a lasciare il lavoro, mentre il 12,2% ha pensato di farlo. Il 16,6% delle lavoratrici ha subito molestie sessuali sul posto di lavoro e il 4,9% per questo motivo ha lasciato l’impiego. Mobbing e mancato pagamento degli stipendi hanno minato la serenità sul lavoro di una quota rilevante di lavoratrici, dimostrandosi problemi purtroppo diffusi. Anche l’assenza di contratto e le molestie di natura sessuale non hanno frequenza insignificante. Il mondo del lavoro, per troppe donne, assume i caratteri di un vero e proprio percorso a ostacoli.

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