Un tema di grande rilievo, con implicazioni attinenti a vari rami del diritto, è senz’altro quello dell’evoluzione della giustizia predittiva, basata sull’utilizzo di intelligenza artificiale. E tale evoluzione potrà naturalmente riguardare anche il processo tributario e il fisco in generale. L’utilizzo di forme di intelligenza artificiale ai fini di contrasto all’evasione fiscale implica del resto una valutazione, anche sul piano giuridico, circa lo “scontro” tra interesse fiscale e interesse alla tutela dei diritti del contribuente. I nuovi sistemi di intelligenza artificiale vengono peraltro ormai applicati in diversi settori, dalla sicurezza pubblica al marketing. Fino ad arrivare, ormai, anche alla giustizia.
Con piattaforme di giustizia predittiva i cittadini potrebbero valutare autonomamente i possibili esiti di un giudizio
Parliamo quindi, nel caso della cosiddetta giustizia predittiva, della creazione di sistemi basati su algoritmi, in grado di analizzare raccolte documentali contenenti sentenze, provvedimenti, leggi e contributi dottrinali, i quali, in funzione appunto predittiva, vengono elaborati simulando il ragionamento umano, senza però sostituirlo del tutto. E questa non è solo “fantascienza”. Già oggi, infatti, sono disponibili forme di intelligenza artificiale giuridica, finalizzate alla ricerca legale, al controllo di atti e documenti, fino alla possibilità di predire il possibile esito di una controversia. Attraverso piattaforme di giustizia predittiva, pertanto, i professionisti e i cittadini potrebbero valutare autonomamente i possibili esiti di un giudizio, e i giudici potrebbero avere un supporto per pronunce caratterizzate da equità e uguaglianza.
Negli Stati Uniti è già stato fatto un esperimento che ha visto contrapposto un algoritmo a venti avvocati, al fine di individuare, nel minor tempo possibile, l’esistenza di clausole potenzialmente invalidanti dei contratti. E indovinate chi ha vinto? Sempre in tema di fisco, l’Amministrazione finanziaria francese ha recentemente avviato il monitoraggio dei social network tramite un “algoritmo di apprendimento automatico”, al fine di individuare possibili evasori fiscali.
La lotta all’evasione fiscale si fa sempre più tecnologica e all’avanguardia
In sostanza, la lotta all’evasione fiscale si fa sempre più tecnologica e all’avanguardia. Tutto passa attraverso un uso efficace delle banche dati e dei milioni di dati in esse conservati. Ed infatti la Guardia di Finanza ha investito in tale direzione 32 milioni di euro, su big data e cybersicurezza. L’ottica è dunque previsionale piuttosto che repressiva. In un tale scenario si inserisce, infine, anche una proposta di legge (la 3593 del 5 maggio 2022), appena presentata alla Camera dei deputati, che mira all’introduzione di un nuovo articolo 5-bis alla L. 212/2000 (Statuto del contribuente), concernente l’istituzione di una piattaforma telematica di giustizia predittiva in materia tributaria, valorizzando il principio della certezza del diritto, con lo scopo di far sì che ogni persona possa essere messa in condizione di valutare e prevedere le conseguenze giuridiche della propria condotta. La proposta di legge richiama, a titolo esemplificativo, la piattaforma di giustizia predittiva della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, orientata allo sviluppo di una metodologia di analisi del materiale giurisprudenziale, con un mix di tecniche di machine learning e analisi dei big data, e la collaborazione tra il Laboratorio interdisciplinare diritti e regole (Lider Lab) dell’Istituto di diritto, politica e sviluppo (Dirpolis) della Scuola superiore Sant’Anna e il tribunale di Genova, con cui si è avviata la sperimentazione (attualmente limitata ai soli campi del diritto del lavoro e delle imprese). Il progetto è finalizzato a prevedere la durata stimabile di un contenzioso e i diversi orientamenti giurisprudenziali assunti dai vari uffici giudiziari. L’obiettivo sarebbe quello di avere una visione di un diritto oggettivo, certo e stabile, la cui applicazione possa essere calcolabile e ripetibile e, quindi, prevedibile.
La Guardia di Finanza ha investito 32 milioni di euro su big data e cybersicurezza
Su tali premesse, con la citata proposta di legge si intende introdurre meccanismi informatizzati in grado di deflazionare la giustizia tributaria, proponendo al Ministero dell’Economia e delle Finanze la realizzazione, nel proprio sito internet istituzionale, di una sezione di analisi predittiva del possibile esito di eventuali controversie giudiziarie concernenti atti impositivi, che il contribuente possa interrogare per conoscere la fondatezza della sua pretesa, prima di attivare un contenzioso nei confronti degli enti impositori. Certo, la possibilità di predire correttamente un provvedimento giurisdizionale dipende innanzitutto dalla qualità e quantità di informazioni inserite correttamente nel data base. Tale risultato, in base alla citata proposta, sarebbe ottenibile creando nel sito internet del Ministero dell’Economia e delle Finanze un’apposita sezione in cui caricare tutte le decisioni adottate su casi specifici, in modo da consentire di pronosticare, in termini di percentuale, il possibile esito di una controversia, individuando una soluzione, comunque non vincolante, in grado di orientare l’interrogante. Se poi sia davvero possibile un diritto oggettivo e prevedibile, che superi le inevitabili suggestioni soggettive legate alla figura (pur sempre) “umana” del giudice, questo è un altro discorso; probabilmente ancora più complicato.
*Direttore dell’Osservatorio Eurispes sulle Politiche fiscali.