Le start-up tecnologiche stanno cambiando il profilo economico dell’Africa

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Le start up tecnologiche stanno cambiando il profilo economico dell’Africa. È qui che si trova quella che viene definita la Silicon Valley del futuro, ovvero un tessuto imprenditoriale composto da più di 600 hub tecnologici concentrati soprattutto in Sudafrica, Egitto, Kenya e Nigeria. Qui una rete di piccole e medie imprese sta trainando la crescita del continente su mercati vasti e promettenti, interni ed esteri. Sempre più start-up tecnologiche vengono progettate in Africa e acquisite da società internazionali. Molte di queste tecnologie sono basate su dispositivi mobili e sono costruite con la volontà di sperimentare nuove tecnologie appetibili per i paesi più sviluppati.

Si tratta di progetti che nascono in realtà complesse, sia per una mancata e diffusa digitalizzazione, sia per la forte instabilità politica presente diffusamente in Africa. I giovani ingeneri e professionisti impiegati operano in realtà sfavorevoli, con connessioni web talvolta inaffidabili, in contesti sociali e sanitari pregiudicanti. Ciò rappresenta un terreno di sfida per i giovani professionisti africani, che vogliono emergere creando opportunità per la propria comunità.

Nelle imprese Tech il futuro dell’Africa

Il Sudafrica è il paese capofila della crescita tecnologica nel continente africano. Nel 2020 nella sola Cape Town erano operative oltre 500 aziende tecnologiche, per un totale di oltre 40.000 realtà progettuali all’interno di queste aziende. Nel rapporto 2021/22 di African Tech Ecosystems of the Future di Foreign Direct Investment (FDI) il Sudafrica è primo nella classifica generale di FDI, che comprende tra i criteri di valutazione il potenziale economico, collaborazione tra imprese e start-up. Oltre ad avere un fiorente ecosistema tecnologico, Cape Town ospita il più antico incubatore tecnologico e di start-up dell’Africa, la Cape Innovation and Technology Initiative (CiTi). Il CiTi è stato importante nel supportare oltre 3.000 imprenditori per oltre due decenni, con Cape Town come fornitore di una rete di capitali di rischio altamente sviluppata.

Un esempio di start-up in ambito sanitario

Questo fiorente tessuto innovativo rappresenta non solo una fonte di investimenti rivolti ai mercati esteri, bensì una possibilità di sviluppo dello stesso continente. In Uganda, il primo laboratorio di intelligenza artificiale (AI) presso la Makerere University ha sviluppato un modo per diagnosticare la malaria utilizzando un telefono cellulare. Il programma impara a creare i propri criteri in base a una serie di immagini che gli sono state presentate in precedenza. Decodificando i campioni di sangue come un codice QR, l’app è in grado di riconoscere le caratteristiche comuni delle infezioni. Oltre alla velocità e alla precisione della diagnosi, si può sopperire in questo modo alla mancanza di personale qualificato. Un tecnico di laboratorio non dovrebbe elaborare più di 25 vetrini al giorno, mentre tale tecnologia arriva alla diagnosi tra i 2 e i 30 minuti. Un risultato significativo, alla luce del fatto che nel 2016 il Ministero della Salute dell’Uganda ha dichiarato la malaria come principale causa di morte nel paese, con il 27% dei decessi.

Africa come mercato del futuro

Gli hub tecnologici africani non vanno visti solo alla luce di mercati e investimenti stranieri. L’Africa, ad oggi, ha la più grande popolazione under 20 al mondo. I cinque paesi più “giovani” sono tutti in Africa Sub-Sahariana: Uganda, Mali, Niger, Guinea Bissau, Repubblica Democratica del Congo. La diminuzione della mortalità infantile, l’aumento della vita media e una fertilità meno in calo che altrove, porteranno l’Africa del 2035 ad avere la più vasta forza lavoro del mondo. Già oggi 26 Paesi su 54 superano la soglia del cosiddetto “reddito medio” (>996$/anno) e la domanda interna, sostenuta da una crescita demografica costante, sarà il vero motore della crescita economica.

L’Africa è il continente del futuro

L’Africa è il continente del futuro: metà dei suoi 1,3 miliardi di abitanti ha meno di 20 anni. L’Europa è invece il continente più anziano, e nel 2050 rappresenterà appena il 4% della popolazione mondiale. Nel 2050 la popolazione africana dovrebbe raddoppiare (2,4 miliardi), con oltre 300 milioni di abitanti in Nigeria, terzo paese più popoloso del mondo davanti agli USA. Nel 2100 il 40% della popolazione mondiale sarà africana, rispetto al 9% del 1950, arrivando quasi alla stessa popolazione dell’Asia. In un mondo in via di invecchiamento (una sfida sempre più pressante anche in Cina e India), l’Africa si prepara a vivere un momento unico nella sua storia.

Italia e opportunità tecnologiche in Africa

L’Italia, dal punto di vista territoriale ponte naturale tra Europa e Africa, negli ultimi anni ha accresciuto la sua presenza nel continente. Nel 2016 l’Italia era terza nella classifica degli investitori esteri: un dato significativo, considerando che solo due anni prima era ventesima. Oltre che nei settori storici di investimento quali energia e infrastrutture, si potrebbe intervenite connettendo filiere in campo agroalimentare. In questo campo l’Italia è ricca di esperienze e tecnologie su una scala medio-piccola, realtà compatibile con contesti e imprese africane. Tali settori potrebbero innestarsi all’interno della rivoluzione Tech che sta avvenendo nel continente. L’Africa sarebbe non solo terreno di investimenti, ma valido partner per lanciare molte imprese italiane nel futuro.
 
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