Era il 1969 quando iniziava la sua attività il “Comando Carabinieri Ministero Pubblica Istruzione – Nucleo Tutela Patrimonio Artistico”, con un organico di soli 17 militari a tutela del patrimonio culturale italiano. L’Italia è stata la prima nazione al mondo a disporre di un reparto di polizia espressamente deputato al contrasto dello specifico settore criminale, anticipando di un anno la raccomandazione contenuta nella Convenzione Unesco, firmata a Parigi il 14 novembre 1970, nella quale si invitavano gli Stati membri ad adottare le opportune misure per impedire l’acquisizione di beni illecitamente esportati e favorire il recupero di quelli trafugati, nonché a istituire servizi dotati di personale specificatamente addestrato a cui affidare la tutela dei beni d’arte. Oggi il Comando, che nel 2001 ha assunto l’attuale denominazione di “Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale” (Carabinieri TPC), vanta un organico di circa 320 Carabinieri con uno profilo professionale che può contare anche su avanzate tecnologie per il reperimento dei beni culturali trafugati o dispersi. Dislocati sull’intero territorio nazionale, i Carabinieri TPC operano in 16 Nuclei diversi con competenza regionale ed interregionale. Il Reparto Operativo, anche se è localizzato fisicamente a Roma, svolge specifiche attività d’indagine in àmbito nazionale ed internazionale.
Leonardo e SWOADS, tecnologie al servizio dell’arte
Una parte importante del lavoro di recupero del patrimonio culturale italiano avviene grazie alla possibilità di indicizzare e consultare con agilità l’intero catalogo di beni che mancano all’appello e delle relative operazioni ad essi connesse. “Leonardo” è infatti l’attuale sistema informatico del TPC che contiene tutti i dati delle attività svolte, nonché le informazioni concernenti soggetti, eventi ed operazioni dell’Arma dei Carabinieri inerenti alla prevenzione, accertamento e repressione dei reati in danno del patrimonio culturale. Grazie a Leonardo sono informatizzati oltre 205.800 eventi, più di 8,1 milioni di oggetti (di cui circa 1.294.000 da ricercare) con oltre 874.000 immagini. Tale volume di dati rende tale sistema informatico di gran lunga il più corposo database al mondo di beni culturali da ricercare, oltre ad essere stata la prima banca dati al mondo creata nello specifico settore. Il prossimo passo evolutivo è rappresentato dal progetto SWOADS (Stolen Works of Art Detection System). SWOADS, utilizzando l’intelligenza artificiale, permetterà di effettuare la raccolta automatica di dati potenzialmente utili, sui canali che sempre maggiormente vengono utilizzati per la commercializzazione dei beni culturali trafugati, quali il web, il deep web, i social media, e di quelli derivanti dalla eventuale trasmissione, effettuata da parte degli operatori delle FF.PP. attraverso un’interfaccia web ed un’applicazione mobile, delle fotografie di beni ottenute nel corso di attività operative.
I Caschi Blu della Cultura
A seguito di numerosi appelli per la protezione del patrimonio culturale in aree internazionali di crisi, il Governo italiano si è fatto promotore (con decreto del 31/03/2022) della Task Force Italiana Bleu Helmets of Cultural Heritage, noti come “Caschi Blu della Cultura”. Si tratta di una Task Force composta da archeologi, storici dell’arte, restauratori, ed altre figure professionali nel settore del patrimonio culturale dipendenti del Ministero della Cultura o di altre Istituzioni, e personale specializzato dei Carabinieri TPC, che possono intervenire in aree interessate da emergenze di qualsiasi tipologia (naturali o causate dall’uomo) in una cornice di sicurezza. Lo scopo è quello di tutelare i siti archeologici, i luoghi di interesse e il patrimonio culturale, contrastare il traffico illecito internazionale di beni culturali illecitamente sottratti, nonché supportare le Autorità dei paesi interessati dagli eventi a limitare i rischi per il proprio patrimonio culturale.
Dal 1969 ad oggi sono oltre 3 milioni i beni culturali recuperati dal Comando TPC
Dal 1969 ad oggi sono oltre 3 milioni i beni culturali recuperati dal Comando TPC dal mercato illegale, con un numero di opere false sequestrate che supera 1.367.000. Se la molteplicità dei canali di commercializzazione illecita e lecita (internet in primis) ha facilitato il trasferimento all’estero di un bene, è pur vero che sono state affinate le misure per contrastare tali traffici, complice anche una collaborazione interforze di respiro internazionale. È solo di qualche mese fa la notizia del recupero di due importanti opere d’arte a Madrid, avvenuta grazie alla collaborazione tra la Polizia Nazionale Spagnola e il Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri. L’operazione ha riportato a casa un busto reliquiario di San Clemente Papa del XVI secolo trafugato nel 2019 dalla Chiesa del Gesù di Lecce, e un dipinto del Seicento intitolato “Pranzo” appartenente ad una collezione privata di Bologna, rubato nel 2000.
La base della rete in Europa è la Svizzera, dove esistono Gallerie d’Arte attenzionate dai Carabinieri TPC
Ma il traffico di opere d’arte non coinvolge solo il mercato privato dei collezionisti, come testimoniato da una vasta operazione che ha riportato in Italia più di 20 opere d’arte da uno dei più importanti musei al mondo. Anfore, elmi, terracotte e altri reperti archeologici, che vanno dal 1100 a.C. al 300 d.C., sono rientrati in Italia dopo essere stati esposte per anni al Metropolitan Museum of Art di New York. L’operazione, conclusasi proprio in queste settimane, ha visto la stretta collaborazione tra i Carabinieri del Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale e la Procura distrettuale di New York e ha portato al sequestro di 58 opere d’arte, appartenenti anche a collezioni private, per un valore complessivo di 21 milioni di dollari. «Un grande dono per l’Italia che riavrà reperti di notevole valore. Opere che si trovavano in diverse collezioni private e in Musei americani molti noti. La base della rete è l’Europa, la Svizzera – ha spiegato il Generale di Brigata Roberto Riccardi del Comando Tutela Patrimonio Culturale – dove esistono molte Gallerie d’Arte che seguiamo sempre con attenzione». Sempre dagli Stati Uniti, questa volta da una galleria d’arte con sede a Malibu, è stato recentemente recuperato il gruppo scultoreo “Orfeo e le sirene”, risalente al IV secolo a.C. e trafugato a Taranto negli anni Settanta. L’opera d’arte, che sarà esposta a Roma prima di ritornare nella sua sede originaria presso il Museo archeologico di Taranto, è stata rintracciata grazie alla collaborazione tra Carabinieri TPC, Procura della Repubblica di Taranto, District Attorney’s Office di Manhattan e Homeland Security Investigations.