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Vincolo di destinazione delle risorse al Mezzogiorno: pubblicata la prima relazione del Dipartimento per le Politiche di Coesione

di
Claudia Bugno*

Per un rilancio capillare del nostro Paese, segnato da forti divari territoriali, occorre ragionare sul tema del Mezzogiorno in chiave programmatica. In questo senso, in sede di conversione del Decreto Semplificazioni e Pnrr (DL. 77/2021) il Governo ha introdotto, con l’art.2 comma 6-bis della legge n. 108/2021 – Allegato parte 1la cosiddetta clausola del 40%. È stato di fatto previsto un vincolo di destinazione a carico delle Amministrazioni centrali coinvolte nell’attuazione del Pnrr, per cui almeno il 40% delle risorse allocabili territorialmente devono essere indirizzate alle Regioni del Mezzogiorno (per un valore di circa 82 miliardi di euro).

Vincolo di destinazione: il monitoraggio dei risultati

Al contempo, viene affidato al Dipartimento per le Politiche di Coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri il ruolo di monitoraggio e verifica del rispetto di tale vincolo, prevedendo che eventuali anomalie vengano riportate alla Cabina di Regia del Pnrr. Perseguendo questa azione di monitoraggio e verifica, lo scorso 9 marzo 2022 il DPCoe ha pubblicato la “Prima relazione istruttoria sul rispetto del vincolo di destinazione alle Regioni del Mezzogiorno di almeno il 40 per cento delle risorse allocabili territorialmente”, che ha riguardato le risorse e gli interventi inseriti sia nel Pnrr che nel Fondo Complementare istituito dal DL. 59/2021. 

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*sulla base del riparto tra Regioni
Fonte: sito del Governo: https://www.governo.it/it/articolo/pnrr/16718

Il vincolo territoriale del Pnrr

Alla “Coesione sociale e territoriale” il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza dedica una delle sei macroaree di intervento che gli Stati membri hanno dovuto implementare nella redazione dei propri Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza. Il Governo Draghi, nel programmare gli interventi e le riforme del Pnrr italiano è andato oltre, assegnando alle Regioni del Mezzogiorno non meno del 40% degli investimenti con una destinazione territoriale specifica. Un obiettivo che si discosta dall’approccio finora utilizzato per i fondi ordinari: a legislazione vigente – nell’ambito dei programmi di investimento nazionali – devono essere infatti assegnate alle Regioni del Mezzogiorno risorse in misura almeno proporzionale alla popolazione residente (pari a circa il 34 per cento della popolazione italiana). Con la circolare del 15 ottobre 2021, il Ministro per il Sud e la Coesione territoriale ha dato indicazioni operative alle Amministrazioni centrali sull’attuazione del vincolo.

Il DPCoe, analizzando i 253 interventi di investimento (223 nel Pnrr e 30 nel Fondo Complementare) ha stimato che le effettive risorse destinate al Mezzogiorno ammontano a circa 86 miliardi di euro, ovvero il 40,8% di quelle allocabili territorialmente.

Possibili sfide nell’attuazione del vincolo di distribuzione

La prima relazione del Dipartimento Politiche di Coesione dimostra come finora il vincolo di destinazione sia stato rispettato; tuttavia, nella lettura del dato emergono due punti su quali porre attenzione:

  • la stima del dato potrà essere soggetta a revisioni in sede di effettiva assegnazione delle risorse da parte delle Amministrazioni titolari; in particolare, l’assegnazione delle risorse potrebbe non rispettare il vincolo laddove lo strumento di assegnazione prescelto dalle Amministrazioni titolari poggiasse su procedure di carattere competitivo, configurando un trade-off tra efficienza allocativa ed equità perequativa. Un tema, quello della capacità amministrativa delle aree marginali del nostro Paese, per il quale il Governo Draghi ha predisposto diversi strumenti di assistenza tecnica alle Amministrazioni territoriali;
  • a una prima ricognizione delle misure territorializzabili già attivate con procedure competitive – per circa 7 miliardi di euro – solo nel caso di 7 di queste (2,5 miliardi di euro), è stata prevista una salvaguardia della quota Mezzogiorno sulle risorse non assegnate per carenza di domande ammissibili. Per le restanti, invece, non è stata prevista alcuna misura, oppure una modalità di scorrimento di graduatoria indipendente dal territorio.

Ricostruire un’infrastruttura di dialogo

Risulta dunque auspicabile un maggior sostengo alle Amministrazioni territoriali per il rispetto del vincolo nazionale previsto dal DL. 77/21 e del Pnrr presentato alla Commissione Europea, ma anche per livellare le debolezze amministrative del Mezzogiorno migliorandone capacità progettuali e di realizzazione degli interventi. Questo processo potrà essere sostenuto da investimenti volti a rafforzare la governance pubblica in termini di competenze, accompagnati dalla definizione di nuovi servizi di prossimità e assistenza tecnica per rispondere agli scenari in continua evoluzione e per cogliere le diverse opportunità esistenti. Al contempo, è anche opportuno ricostruire quell’infrastruttura di dialogo che, a partire dalle Amministrazioni centrali, passa per i territori e per gli Enti locali, arrivando anche al mondo delle imprese e ai cittadini, per una più efficace distribuzione degli investimenti sul territorio.

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*Responsabile per l’Istituto dell’Osservatorio per lo Sviluppo dei Territori Eurispes/RGS.

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