Negli ultimi mesi abbiamo assistito a un graduale cambiamento nello scenario emergenziale. Con il progressivo allentamento delle misure di contenimento del Covid-19 e l’intensificarsi delle tensioni collegate al conflitto ucraino-russo, da una crisi socio-economico di origine sanitaria siamo passati ad una di origine geopolitica. A questo cambiamento corrispondono revisioni di policy e nuovi strumenti che hanno lo scopo di allineare al nuovo scenario quanto messo in atto negli ultimi due anni.
REPowerEU nel nuovo scenario emergenziale
A tal fine, la Commissione Europea ha presentato il 18 maggio 2022 il Piano REPowerEU (COM(2022) 230), che mira a garantire la sicurezza energetica degli Stati membri, accelerando al contempo la transizione verde delle fonti di energia.
Un piano che trova la sua origine poche settimane dopo lo scoppio del conflitto, con la richiesta mossa alla Commissione, durante il Consiglio Europeo del 24 e 25 marzo, di affrancare rapidamente l’Unione dalla dipendenza dal gas russo. La necessità di diversificare l’approvvigionamento dell’Ue dall’estero è tanto più necessaria in un momento che riconosce proprio il gas come fonte energetica utile alla transizione ecologica, da cui l’Europa dipende per oltre il 90% dall’estero, e in particolare per il 40% dalla Russia[1].
La strategia che è stata definita è quella, da un lato, di accelerare la transizione verso fonti rinnovabili (tramite ad esempio l’obbligo di aumentare l’obiettivo, contenuto nel Pacchetto FitFor55, di produzione energetica da fonti rinnovabili al 2030 dal 40% al 45%), dall’altro di tutelare il mercato energetico dell’Unione, già duramente provato dall’inflazione.
REPowerEU e Pnrr
REPowerEU rafforzerà dunque iniziative nel campo della transizione verde già in atto, quali l’European Green Deal o il già citato FitFor55, consolidando gli interventi in materia di sicurezza dell’approvvigionamento energetico e stoccaggio di energia; al tempo stesso, vede come principale catalizzatore i Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza istituiti dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza, data la loro natura di strumenti di investimenti e riforme strutturali.
Verrà infatti richiesto agli Stati membri di redigere, all’interno dei rispettivi Pnrr, un capitolo dedicato al perseguimento di REPowerEU, in linea con le raccomandazioni specifiche per ogni paese, emanate a fine maggio dalla Commissione in materia di politica energetica. Il Piano può al momento contare su un finanziamento di circa 225 miliardi provenienti dai prestiti non ancora richiesti del Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza, oltre 20 miliardi di sovvenzioni che proverranno dall’asta ETS. A queste fonti andranno aggiunti finanziamenti nazionali, i finanziamenti per la politica di coesione e le misure della Banca Europea per gli Investimenti.
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*Responsabile per l’Istituto dell’Osservatorio per lo Sviluppo dei Territori Eurispes/RGS.