Il 10 giugno scorso l’Italia ha trasmesso il testo finale dell’Accordo di Partenariato 2021-2027. Il documento, presentato in una sua prima versione il 17 gennaio 2022 (a seguito dell’Intesa raggiunta in Conferenza Unificata il 16 dicembre 2021 e dell’approvazione del CIPESS nella seduta del 22 dicembre 2021) racchiude la strategia nazionale di impiego dei fondi Strutturali e di Investimento Europei[1] (SIE) per le politiche di coesione.
Politiche per la coesione e novità della nuova programmazione
L’articolo 174 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE) sancisce l’obiettivo per l’Ue di ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni: per il periodo 2021-2027 queste finalità sono sostenute da interventi finanziati dalle politiche di coesione con risorse pari a circa 392 miliardi di euro.
A differenza della Programmazione del 2014-2020, sono stati individuati, a livello europeo, 5 obiettivi strategici (al posto dei precedenti 11):
- un’Europa più competitiva e intelligente;
- una transizione verde e a basse emissioni di carbonio verso un’economia a emissioni nette zero;
- un’Europa più connessa grazie al miglioramento della mobilità;
- un’Europa più sociale e inclusiva;
- un’Europa più vicina ai cittadini, favorendo lo sviluppo sostenibile e integrato di tutti i territori.
L’Accordo dovrebbe valere per il nostro Paese circa 42 miliardi di euro di derivazione europea (a cui vanno aggiunte fonti nazionali), la più alta cifra mai finanziata per l’Italia. Sono inoltre previste alcune importanti novità, quali il Piano Nazionale[2] Equità in Salute, l’estensione del PN Metro alle città medie del Mezzogiorno per la riqualificazione delle periferie, l’uso di fondi per l’assunzione di nuove professionalità nella Pubblica amministrazione, oltre che il perseguimento delle direttrici della sostenibilità e della digitalizzazione.
Politiche per la coesione: le risorse finanziate in ambito nazionale
Per quanto riguarda invece la politica di coesione finanziata con risorse nazionali, il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC), prevede, in base alla Legge di Bilancio 2021, finanziamenti pari a 50 miliardi di euro, a cui la Legge di Bilancio 2022 ha contribuito per ulteriori 23,5 miliardi di euro, per un totale di circa 73,5 miliardi di euro nel periodo 2021-2027. L’80% circa di queste risorse è destinato al Mezzogiorno.
Rischi e opportunità derivanti dalla precedente programmazione e dal Pnrr
Da questa breve disamina, alcuni punti andranno tenuti a mente per un’efficace ed efficiente realizzazione dei programmi.
Un primo punto riguarda la capacità di utilizzo effettivo delle precedenti programmazioni. In base alla Relazione sugli interventi nelle aree sottoutilizzate, emerge infatti che nelle precedenti programmazioni (2007-2013 e 2014-2020) è stato speso solo il 46% delle risorse messe a disposizione per le politiche di coesione, su un totale di 206,3 miliardi di euro (considerando anche fondi nazionali).
A questa criticità va aggiunto il limite temporale fissato al 31 dicembre 2023 per l’ultimazione del ciclo 2014-2020 (per un totale quasi 30 miliardi di euro da dover ancora investire).
Considerando che l’attuale momento storico vede anche la necessità di utilizzare sapientemente i 236 miliardi di euro provenienti dal Pnrr, con i suoi stringenti vincoli temporali e di performance, emerge con chiarezza come un coordinamento e una programmazione integrati e sistemici siano la chiave per una ripresa e una crescita davvero capillari e durature.
Lo stesso Pnrr evidenzia la particolare attenzione verso la complementarietà e la demarcazione tra interventi previsti da ciascuno strumento finanziario. Appare dunque evidente che per raggiungere puntualmente obiettivi e scadenze, occorrerà anche puntare alla capacità di ascolto, di collaborazione e di comprensione dei bisogni tra attori di sviluppo locali e nazionali, nonché dalla rapidità di attuazione e risposta alle problematiche segnalate.
[1] Distribuiti su quattro Fondi: il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il Fondo Sociale Europeo (FSE Plus), il Fondo per la Coesione e il Fondo per la Transizione Giusta (Just Transition fund – JTF).
[2] PN, ovvero programmi di investimenti delimitati in determinati settori o politiche di intervento.
*Responsabile per l’Istituto dell’Osservatorio per lo Sviluppo dei Territori Eurispes/RGS.
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