La discontinuità territoriale della Sardegna

continuità territoriale

Con tutta probabilità sarà un anno da record per il turismo in Sardegna. Lo fanno pensare i dati della cosiddetta industria dell’accoglienza: alberghi, resort, camping e ristoranti presi d’assalto. Tanti turisti e prezzi sempre più alti. Soprattutto quelli di chi, per raggiungere l’isola, deve prendere l’aereo o, in alternativa, un traghetto con tanto di autovettura al seguito. Non è una novità. Agenzie, tour operator e viaggiatori, per quanto comprensibilmente contrariati, ci sono ormai abituati. Lo stesso non può dirsi però per chi nell’isola ci vive e non può fare a meno di muoversi verso altre destinazioni, per una vacanza, per studio (sono tanti i giovani sardi che frequentano Università della Penisola), per lavoro e, purtroppo, sempre più spesso, per motivi di salute. Per i residenti vige la continuità. Limitata agli scali di Linate e Fiumicino, questa prevede il beneficio di una tariffa ridotta che può però venire vanificato dalla mancanza di posti. Dinamica non rara in alta stagione.

I costi della continuità

È risaputo: muoversi dalla o per la Sardegna in estate non è facile. Lo è ancor meno per i sardi che possono fare affidamento solo su strumenti di mobilità sempre più costosi. Quando venne introdotta nel 2000, la continuità si rivelò una soluzione gradita ed efficace per l’abbattimento dei costi di trasporto e la prospettiva di agevolazioni vantaggiose. Tutto questo avvenne negli stessi anni in cui compagnie low cost come Ryanair rivoluzionavano il mercato. Da allora sono trascorsi 17 anni e di novità, nel frattempo, ne sono intervenute non poche. L’effetto più vistoso e, sotto certi aspetti, anche esaltante è stato quello di vedere in pochi anni migliaia di sardi muoversi verso la Penisola e le tante destinazioni del Vecchio Continente (Barcellona, Londra e Dublino, ad esempio) con una vocazione per la mobilità mai prima messa così apertamente in luce. Viaggiare sembrò facile e accessibile alle tasche di tanti. Si trattò di un evento straordinario per la Sardegna, terra che ha a lungo associato la sua condizione di isola a un destino di esclusione. Isola, più di tante altre isole (la Sicilia, ad esempio), costretta a gravitare nell’orbita del suo isolamento. Di quell’effervescenza rimane oggi ben poco, anche se, osservando in piena estate il traffico di aerei e passeggeri nei principali aeroporti dell’Isola, si potrebbe avere, a torto, un’impressione diversa.

Prezzi fluttuanti e domanda disorientata

Il fatto che in estate, con un turismo che non si riesce a destagionalizzare, gli aeroporti sardi (il Costa Smeralda di Olbia, in particolare, ma anche Cagliari-Elmas) brulichino come formicai non significa che il sistema dei trasporti isolano abbia generato un’offerta capace di soddisfare le tasche più diverse. Come informa Milano Finanza, «la fluttuazione dei prezzi registrata ogni anno raggiunge un aumento fino a otto volte il costo minimo in periodi di picco, con tariffe tra gli 11 e i 359 euro a seconda dell’orario di partenza e del periodo di prenotazione». Questi prezzi valgono anche per i sardi, eccezione fatta per i pochi collegamenti in regime di continuità territoriale. Va poi detto che, terminata la stagione estiva, molte rotte vengono sospese e le tratte più classiche, quelle che collegano i tre aeroporti dell’Isola a Roma e Milano, subiscono limitazioni. Insomma, la bella estate sarda può ingannare chi non proietta lo sguardo oltre la stagione delle vacanze.

Una “gatta da pelare” per la giunta Todde

Tra le richieste che le sono state più frequentemente e insistentemente rivolte prima della sua elezione, Alessandra Todde, da poco più di tre mesi alla guida della Regione, ha dovuto prendere nota delle numerose lamentele dei sardi in materia di trasporti e collegamenti. Dai tempi lunghi dei pochi tracciati ferroviari che percorrono l’Isola alla crisi degli scali principali, sino ai costi proibitivi dei viaggi di istruzione: gli àmbiti in cui viene richiesto l’intervento risolutore della Regione sono tanti. Che, tra le tante questioni sollevate, la continuità territoriale dovesse diventare anzitempo una brutta “gatta da pelare” per la presidente Todde era evidente e immaginabile. Se, ad esempio, non si dovesse trovare rimedio all’esito dell’ultimo bando per la continuità territoriale, a cui hanno partecipato solo tre compagnie (Ita Airways, Aeroitalia e Volotea), lo scalo di Alghero potrebbe andare incontro a un destino molto incerto. La gara per l’assegnazione delle rotte per Roma e Milano non ha, infatti, prodotto offerte per Alghero. Ita Airways e Aeroitalia hanno presentato le loro offerte sia per Cagliari-Elmas che per Olbia, mentre la spagnola Volotea ha ottenuto la copertura della rotta Olbia-Fiumicino. Nessuna proposta è stata fatta dalle tre compagnie per lo scalo di Alghero, la cui inattività finirebbe con l’incidere negativamente sul tessuto economico del Nord-Ovest dell’Isola.

Dal 2025 dovrebbero entrare in vigore nuove misure per la continuità territoriale promesse dalla Regione

Lo scenario che si è immediatamente prospettato non avrebbe sorpreso la nuova assessora regionale ai Trasporti, Barbara Manca, sollecitata dall’esito insoddisfacente della gara a trovare presto una soluzione. Presto, perché a ottobre terminerà la vecchia e avrà inizio la nuova continuità che, allo stato delle cose, esclude lo scalo di Alghero, forse giudicato poco appetibile e vantaggioso dalle compagnie aeree. «Che la gara su Alghero andasse deserta – ha dichiarato l’assessora Barbara Manca – era purtroppo una possibilità concreta dopo l’annuncio diramato dal vettore che gestisce il collegamento fino a ottobre. Questo il motivo per cui l’assessorato dei Trasporti si è mosso tempestivamente per bandire la gara nel più breve tempo possibile e avere diverse opzioni utili a garantire il collegamento in regime di continuità territoriale su tutte le rotte fino a ottobre 2025». Un intervento tampone è quello annunciato dai vertici regionali subito dopo aver appreso l’esito negativo del bando per lo scalo di Alghero. Si procederà con un nuovo bando, che dovrà essere notificato al Ministero delle Infrastrutture e poi alla Commissione Europea prima della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Il punto di forza ‒ l’elemento attrattivo che dovrebbe solleticare l’interesse delle compagnie aeree ‒ è lo stanziamento di un importo superiore a quello della gara precedente. Si parla di 11 milioni di euro, vale a dire, se così fosse, di un rilancio del 50% in più rispetto all’ultima offerta. L’obiettivo è, quindi, quello di procedere rapidamente per coprire con la continuità anche lo scalo di Alghero. Almeno sino a ottobre 2025, quando dovrebbero entrare in vigore una serie di nuove misure per la continuità territoriale promesse dalla Regione. Quali possano essere non è dato saperlo, ma è certo che anche per questo, pur essendoci un anno a disposizione, non c’è tempo da perdere.

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