L’evolversi della situazione in Russia è sempre più caratterizzata dal manifestarsi del fenomeno di un notevole dinamismo che riguarda il mondo cristiano ortodosso, impegnato in un’approfondita valutazione delle condizioni economiche, sociali e culturali del Paese e in una riflessione sul rapporto tra il presente e il passato della storia russa. Gravi preoccupazioni sono emerse, in particolare negli ultimi tempi, riguardo al problema del calo demografico della popolazione russa e rispetto alla reale efficacia delle politiche sociali avviate dal governo per porvi rimedio. D’altro canto, è vivo il sentimento che la Russia di oggi non possa fare a meno di misurarsi con il suo passato sovietico se vuole individuare dei percorsi davvero validi per il progresso futuro. Su questo tema, ritenuto di grande rilievo, il mondo cristiano ortodosso si scinde in due schieramenti concettualmente diversi, i quali esistevano anche in passato, ma che si sono accentuati e sono diventati sempre più evidenti con il trascorrere del tempo – come è emerso anche nella XXIII conferenza del Congresso Mondiale Popolare Russo (Vsemirnij Ruskij Narodnij Sobor) svoltasi lo scorso autunno. La Grande Assemblea dei rappresentanti di tutti i ceti sociali (Ruskij Sobor) ha segnato un grande passo in avanti su questi temi in termini di impegno, dibattito, chiarezza e trasparenza, nella manifestazione delle posizioni e delle proposte espresse dai numerosi partecipanti.
Per comprendere il valore di questo fenomeno emergente nella società russa è opportuno ricordare che il Congresso Mondiale Popolare Russo fu costituito nel maggio del 1993 dal Patriarca della Chiesa Ortodossa Russa (COR) Alessio II, fondatore e primo Presidente – il metropolita Kirill era allora responsabile del Dipartimento delle relazioni internazionali del Santo Sinodo della COR. In quel periodo la situazione generale della Russia era estremamente grave, segnata dal conflitto tra il presidente Boris Elzin e i suoi collaboratori liberisti-globalisti, e il gruppo dirigente del Soviet Supremo che guardava ad una possible applicazione in Russia del modello sociale europeo. In questa situazione di scontro inevitabile, del quale nessuno era in grado di prevedere gli esiti, la gerarchia della Chiesa Ortodossa Russa fu spinta ad assumere un ruolo da protagonista, dopo i decenni di emarginazione politica e culturale dell’epoca sovietica. La gerarchia ecclesiastica aveva bisogno di qualche nuova istituzione per avviare il dialogo con la Societa e lo Stato, ed è da questa esigenza che nacque il Consiglio Mondiale (CMPR).
Come è noto, la pia speranza del Patriarca Alessio II e dei maggiori esponenti della Chiesa ortodossa di superare il conflitto politico e sociale senza spargimento di sangue purtroppo fallì. Il colpo di stato del 3-4 ottobre 1993 chiuse la seconda, brevissima, “stagione democratica” in Russia (la prima era durata dal febbraio all’ ottobre del 1917). Tutti ricordano lo spettacolo dei carri armati che sparano sul Soviet Supremo di Russia. La televisione ha fatto di quel tragico episodio un accattivante reality show per l’Europa e il mondo intero. Durante il ventennio successivo il Consiglio Mondiale è diventato un’istituzione rispettata da tutti: dal Presidente della Federazione Russa e dal Governo, da ambedue le Camere del Parlamento, dai partiti politici e dalle altre confessioni religiose esistenti in Russia. Due volte ogni anno la televisione e altri mass-media russi hanno diffuso informazioni riguardo i lavori della Grande Assemblea dei rappresentanti di tutti i ceti sociali, mostrando la partecipazione di esponenti pubblici e delle organizzazioni della società civile affollati nella splendida sala delle riunioni religiose, costruita nella parte sotterranea della nuova Cattedrale di Cristo Salvatore – una innovazione rispetto all’edificio distrutto nel 1939). Il sottoscritto, che aveva l’opportunità di partecipare a quegli eventi, ricorda molto bene la sala e i corridoi attigui gremiti di gente impegnata in intense discussioni. Lo scorso aprile 2019 l’Assemblea, di cui è Presidente l’attuale Patriarca Kirill, ha eletto due Vice Presidenti di questa prestigiosa istituzione: l’imprenditore e finanziere ortodosso Konstantin Valeryevich Malofeev e il metropolita Savva. Un terzo Vice Presidente è stato eletto dall’assemblea del 18 ottobre 2019 nella persona del professore Alexandr Vladimirovich Czipkov, noto filosofo e sociologo, autore di molti libri e saggi, redattore-capo del periodico internet Religare e capo-aggiunto del Dipartimento delle relazioni con la società e i mass-media del Santo Sinodo della COR. Sono tutti personaggi di grande livello e molto interessanti.
Malofeev, ad esempio, alla fine dell’epoca sovietica, quando era studente della facoltà di diritto dell’Universita di Mosca e assistente di un deputato, ha vissuto i tragici giorni del 3 e 4 ottobre nella famigerata Casa Bianca di Mosca, sede del Soviet Supremo di Russia. Dopo il colpo di stato elziniano «la delusione della politica è stata molto forte», come ha rivelato. Per questa ragione scelse la via della imprenditorialità e su questo terreno è stato, come si usa di dire, bravo e fortunato. In quel periodo divenne un fervido cristiano ortodosso. Riguardo alla politica K.Malofeev non nasconde il suo convincimento di monarchico.
Com’è noto, ovunque nel modo gli imprenditori piu ricchi sono i finanzieri; e Malofeev, persona provvista di molti talenti è uno dei pochi grandi finanzieri russi. In una intervista rilasciata nel settembre del 2017 ha dichiarato: «essendo io un imprenditore ortodosso so benissimo che i mercati finanziari non producono niente di concreto, che le parole come “azioni”, “opzioni”, “derivati” ecc. sono state inventate dagli stessi finanzieri per ingannare la gente ingenua». Di conseguenza, aveva deciso di abbandonare questo mestiere. Però nel testo di San Feofano, un ermita che gode di grandissimo rispetto nel mondo ortodosso, trovò la soluzione al suo problema: «Se tu sei dipendente del tuo capitale, questo è un peccato gravissimo. Se, invece, non è cosi, vuol dire che Dio ti ha incaricato di gestire questi soldi per il bene della Chiesa Ortodossa e di tuoi fratelli».
Le attività di Malofeev dimostrano che segue questo precetto con coerenza e assiduità. Ha dapprima costitutuito la Fondazione Vassilij il Grande che svolge diverse attività di beneficenza; quindi, un centro di studi paleontologici e il liceo ortodosso Vassilij il Grande. Nel 2015 Malofeev ha fondato il canale televisivo Zar-grad (così nel Medioevo gli slavi chiamavano Constantinopoli) che pur essendo di ispirazione ortodossa e tradizionalista è molto apprezzato dagli spettatori – non solo ortodossi – per l’approfondimento dei temi sociali e il coinvolgimento nelle trasmissioni di qualificati esponenti di altri orientamenti politici e culturali. Nel novembre del 2017 Malofeev ha fondato una associazione di divulgazione scientifica detta Società di promozione in Russia della conoscenza della storia, L’aquila con due teste, con l’obiettivo dichiarato di «riabilitare la dinastia dei Romanov e ristabilire il legame storico della Russia moderna con l’Impero Russo e con la tradizione monarchica».
É questo, come si diceva all’inizio, uno dei principali orientamenti culturali e politici che stanno maturando nel mondo del laicato ortodosso russo, basato sul convicimento che l’epoca sovietica sia da considerare come una parentesi nella storia della Santa Russia, nella quale gli empi bolscevichi hanno ingannato gli ingenui contadini e gli operai russi. A questa linea di pensiero si contrappone una linea alternativa che considera, invece, l’esperienza sovietica come parte integrante e importante della storia russa – anche se segnata da grandi violenze – un periodo che la Chiesa Ortodossa dovrebbe valutare con grande riflessione, accompagnata dalle virtù cristiane della compassione e del perdono. In questa direzione si orienta il noto giornalista cristiano Anatolij Dmitrievich Stepanov, capo-redattore della Linea popolare russa, il periodico internet ortodosso piu diffuso in Russia. Nel passato hanno intuito e percepito la stessa esigenza i celebri poeti e scrittori, compositori e pittori russi Alexandr Blok e Vladimir Majakovkij, Massimo Gorkij e Michail Sciolokov, Gheorghij Sviridov e Serghej Prokofiev, Boris Kustodiev e Kusma Petrov-Vodkin e molti altri. Ripetere oggi le accuse degli emigranti russi scritte cent’anni fa, è solo uno spreco di tempo e di energie.
Se questi sono i termini del dibattito in corso nel mondo ortodosso russo, il dato davvero nuovo ed originale sui cui riflettere è che il laicato cristiano, sempre più organizzato ed attivo, sta diventando una realtà in Russia grazie all’impegno di un laico come Malofeev, ricco finanziere illuminato che rompendo ogni indugio si è messo al servizio della Chiesa.