I Tg di lunedì 16 novembre – Com’era inevitabile le aperture dei Tg di serata sono tutte dedicate al discorso di Hollande ed al compianto per la strage che nella notte di venerdì scorso ha colpito al cuore Parigi e, con essa, l’intera Europa. Alla doverosa commozione con cui le testate accompagnano le note della Marsigliese e le immagini di una Francia in lutto, si affiancano le decise parole del suo presidente: “La Francia è in stato di guerra, l’UE intervenga con noi”. La risposta francese (ed europea) nega però una guerra di “civiltà”; lo scontro non è con “l’Islam” o gli “islamisti”, ma contro il terrorismo, “gente che non ha civiltà” di uno “stato che non ha uno stato”. Un messaggio accolto da tutte le testate, al quale molte collegano l’odierno intervento del ministro Gentiloni: “combatteremo non dichiarando guerra all’Islam, e non faremo confusione tra criminali e rifugiati”. Su questa linea i servizi dei Tg Rai, che dalle comunità islamiche francesi ed italiane riprendono lo sgomento di credenti musulmani che condannano le azioni dei terroristi ed aiutano a stemperare le molte inquietudini di cui l’Isis si fa forte. Anche Studio Aperto e Tg5 riprendono le parole di Gentiloni, mentre Tg4 che non solo “buca” l’intervento del ministro ma, nel proporre la solita anticipazione da Quinta Colonna, ci presenta un “islamista” che vive a Roma che, tornando indietro nel tempo, riafferma le presunte giustificazioni del massacro di Charlie Hebdò. Tg La7, oltre a riprendere il cordoglio e la volontà di reazione, e’ il più aperto alle conseguenze e alla possibilità che l’Europa imbocchi la via dell’intervento militare. Il G20 in Turchia è seguito da tutte le testate, così come la caccia all’uomo per l’ultimo attentatore scampato ai blitz in Belgio. Le notizie dei bombardamenti in Siria su Raqqa, capitale dello “Stato Islamico”, sono in scalette per tutti. Tg La7 ci presenta inoltre la situazione in Libia, dove il califfato conquista ogni giorno nuovi territori e festeggia le sue stragi di Parigi. Sempre Mentana è l’unico a chiedersi perché i terroristi abbiano scelto Bruxelles come base di appoggio e come mai da gennaio ad oggi non si sia riusciti a intervenire. Tg5 riprende le accuse di Putin su i finanziamenti al Califfato da parte di numerosi membri dello stesso G20. Nel giorno in cui i parlamenti, i cittadini e i leader mondiali si mostrano almeno a parole compatti nelle risposte da dare al terrorismo, l’odierno scontro Salvini-Alfano sull’efficacia della nostra sicurezza interna degenerato in uno scambio di insulti, ottiene spazio solo su Tg1 e Tg La7, e viene giustamente definito da Mentana “demenziale, ridicolo e inutile”. Tg5 intervista Marie Le Pen che, manco a dirlo, collega terrorismo e flussi d’immigrazione e si dice scettica sulla reale portata della risposta occidentale. Segnaliamo stasera il servizio di Riccardo Chartroux sul Tg3 che, visitando le banlieues parigine, tenta di spiegare cosa può spingere giovani “europei” risiedenti nelle periferie ad abbracciare nel nome del Califatto un fucile e puntarlo contro i propri concittadini. Ottimo anche il servizio del Tg2 che, con dati Unicef, ci ricorda degli oltre 700 bambini che sono morti tra le migliaia di quelli che, in fuga dai paesi assediati dall’Isis, spesso senza genitori, hanno tentato di raggiungere l’Europa.
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È davvero finita l’era della carta stampata? L’informazione tra Social media e IA
Un paio di decenni fa ci si chiedeva come la Rete avrebbe cambiato l’informazione; oggi, la stessa domanda si pone nei confronti dell’IA. Ma il dato più evidente, tra tutti, è il cambiamento nella fruizione di notizie: calano le vendite dei quotidiani cartacei, cresce la percentuale di chi legge notizie online, o addirittura attraverso i Social Network.
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″Ricostruire il ruolo sociale degli insegnanti”, intervista al Presidente Luciano Violante su scuola e istruzione
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Il quoziente familiare potrebbe figurare nella prossima legge di Bilancio, al fine dichiarato di dare più risorse a chi ha figli. L’evoluzione della giurisprudenza e della società dimostra infatti che l’attuale modello impositivo non è in grado di tutelare una società in cui i figli sono ormai merce sempre più rara.
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Europa
Immaginare un’Europa a due velocità
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