Con il cuore a Berlino

I Tg di mercoledì 21 dicembre – La strage di Berlino domina sulle aperture di tutte le testate, con i Tg Mediaset che vi dedicano tra un terzo e metà edizione. A due giorni dall’attentato che ha fatto 12 morti nel mercatino di natale del centro la capitale tedesca, la cronaca si fa narrazione, proponendo al teleutente i “ritratti” di vittime, eroi e carnefici. Alle tante immagini dell’italiana Fabrizia Di Lorenzo data per dispersa e di Lukazs Urban, l’autista del tir che avrebbe tentato di arrestarne la folle corsa a costo della vita, si aggiunge quella del sospetto attentatore: Amis Amri, 24enne tunisino arrivato in Italia nel 2011, incarcerato per 4 anni per reati comuni oggetto di un’ordinanza di espulsione che non si era attuata a causa dei ritardi del governo tunisino, giunto poi in Germania e qui nuovamente arrestato e espulso con un provvedimento che , “per ironia della sorte” (commenta Mentana), solamente oggi aveva completato il suo iter.

Poi ciascuna testata aggiunge del suo: I Tg Mediaset si soffermano sui rischi che aumentano per tutta l’area europea, riprendendo le ulteriori misure di sicurezza confermate dal premier Gentiloni (titoli anche per La7 ed i Tg Rai). Le dichiarazioni della Cancelliera Merkel che a scapito di perdere consensi non rinnega le ragioni dell’accoglienza, vengono rilanciate nei servizi dei Tg Rai con Tg3 che segnala le manifestazioni di solidarietà da parte di rifugiati e cittadini musulmani nei luoghi dell’attentato.

Sempre per gli esteri, l’omicidio dell’ambasciatore russo ad Ankara trova spazio nei titoli stasera solo su Tg La7, che segnala come Erdogan ne imputi la responsabilità al predicatore in esilio Gulen, già indicato come organizzatore del fallito colpo di stato.

Tornando in Italia, la pagina politica si risolve stasera nella bufera che s’abbatte sul neo-vecchio ministro del Lavoro Poletti, oggetto di una mozione di sfiducia da parte dei partiti dell’opposizione a seguito delle assai sfortunate ed inappropriate dichiarazioni sui giovani italiani finiti a lavorare all’estero. Una polemica che si appaia su Tg5 ed i Tg Rai alle dichiarazioni recenti su voucher e rischio referendum. Ma la tensione resta alta anche sul Campidoglio, con la Sindaca Raggi che rischia oramai di essere indagata per aver acconsentito a Marra di nominare il fratello a capo della direzione Turismo capitolina (titoli per i Tg Rai e La7), malgrado l’indicazione in senso contrario giunta al Campidoglio dall’Anac.

Attenzione diffusa alla scalata di Vivendi al gruppo Mediaset, su cui oggi la Agcom ha aperto un’istruttoria. Dopo giorni di relativo silenzio, le testate Mediaset “rispondono” a Bollorè rilanciando il lungo intervento di Pier Silvio Berlusconi, che rivendica la proprietà ed il controllo sulla società. Tg La7 sin dai titoli accosta alle vicissitudini della principale tv privata italiana quelle della più antica banca, MPS, dando ormai per certa la necessità da parte del governo di avviare le misure di sostegno. Segnaliamo l’attenzione dei Tg Rai alla sorte dei potenziali 2.500 esuberi del colosso dei call center Almaviva (titolo per Tg3), per i quali si intravedrebbe uno spiraglio, con i sindacati che si affidano all’azione del governo.

La condanna a 20 anni ad Antonio Logli per l’omicidio della moglie Roberta Ragusa, scomparsa nel 2011 e il cui corpo non è mai stato trovato, riempie la pagine della cronaca ottenendo titoli anche sui Tg Rai.

Tg1 che, a fine edizione, ci porta tra i moduli abitativi quasi ultimati nella zona di Norcia, raccogliendo le testimonianze e le impressioni dei loro futuri occupanti. Il Tg3 è l’unica testata che illustra il rapporto di dell’Unicef sulle migliaia di migranti minorenni arrivati quest’anno nel nostro paese, e in parte scomparsi.

Sempre Tg3 ci ricorda il decimo anniversario della morte di Piergiorgio Welby, icona della battaglia contro l’accanimento terapeutico e per il diritto di scegliere come e quando morire. E’ triste che a 10 anni dalla sua difficile scelta la legge di iniziativa popolare per regolamentare il fine vista resti ancora bloccata in Parlamento.

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