Reati agroalimentari: il Ddl introduce l’agropirateria e il disastro sanitario

È stato finalmente approvato in Consiglio dei Ministri – su proposta del Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, e del Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Teresa Bellanova – il disegno di legge di riforma dei reati in materia agroalimentare.
Un disegno ambizioso e nel contempo urgente, considerando le emergenze, che all’interno della filiera agricola e agro-commerciale italiana si registrano da anni, insieme alle conseguenze che esse determinano sulla produzione agricola del Paese, sulla salute dei lavoratori e dei cittadini e sull’ambiente.
Il testo, peraltro, riprende un lavoro accurato e pluriennale elaborato dalla Commissione ministeriale guidata da Gian Carlo Caselli, le cui proposte sono il frutto di un’accurata elaborazione sviluppata da esperti provenienti da vari settori e con diverse esperienze professionali. Il Rapporto Agromafie dell’Eurispes da anni sostiene il lavoro della Commissione Caselli. Anche per questa ragione non si può non considerare positivamente l’impegno del Governo nell’affrontare questo tema a partire dai lavori della Commissione. Il contrasto alle agromafie, al caporalato, la bonifica della filiera produttiva e commerciale da ogni tossicità criminale, dominio commerciale, pratica sleale e dallo sfruttamento in ogni modo inteso, è fondamentale per tutelare milioni di produttori, imprese, lavoratori e in generale i consumatori italiani, oltre a sostenere la produzione agricola di qualità propria del Made in Italy.
Nel merito del provvedimento, esso interviene direttamente sul Codice penale e sulla legislazione speciale del settore agroalimentare con una rinnovata determinazione che prevede la riorganizzazione della categoria dei reati in materia alimentare. La revisione del sistema sanzionatorio contro le frodi alimentari è una proposta da tempo avanzata sia dalle categorie datoriali sia dal mondo sindacale, insieme anche alla sistemazione organica della responsabilità delle persone giuridiche.
Tra le novità più interessanti e utili al contrasto ad ogni forma di sfruttamento, sofisticazione e truffa, si registra il reato di agropirateria e di disastro sanitario di cui è responsabile colui che provoca con colpa la morte di tre o più persone e il pericolo grave e diffuso di analoghi eventi ai danni di altre persone. Sono diversi i casi che potrebbero rientrare in questa fattispecie, peraltro già emersi sulle cronache nazionali.
Si ricorda, ad esempio, l’esposizione dei braccianti, dell’ambiente e dei prodotti coltivati a sostanza pericolose, nocive e cancerogene. Il traffico di sostanze nocive per l’agricoltura e per l’uomo – come alcuni farmaci acquistati nei mercati illegali esteri, lavorati in Italia e diffusi sotto le serre di alcuni criminali italiani – è una criticità già avanzata sulla quale si spera che presto intervengano le Forze dell’ordine e la Magistratura. Importante è, ad esempio, il caso denunciato nell’Agro Pontino e nella Sicilia orientale che riguarda alcune aziende locali le quali, usando farmaci e prodotti chimici illegali e pericolosi, espongono i cittadini di quel territorio a problemi di salute molto gravi, come anche i lavoratori locali e i consumatori di quei prodotti.
A seconda del tasso di pericolosità riscontrato, si applicano per i contravventori diverse pene.
Le condotte di solo rischio, ad esempio, sono considerate illeciti amministrativi, mentre per quelle di danno colposo sono previste contravvenzioni specifiche a patto che non determinino un pericolo per la salute. Infine, le condotte dolose sono punite come delitti, con l’ulteriore divisione fra quelle caratterizzate dalla presenza di un elemento concreto come la nocività del prodotto e quelle nelle quali si manifesta un pericolo per la salute pubblica.
Nel caso di frodi, invece, sono aumentate le sanzioni, soprattutto relativamente alle contraffazioni degli alimenti a denominazione protetta e fino al limite superiore individuato per l’attività organizzata per il commercio illecito di alimenti. A queste azioni repressive e punitive ne seguono altre accessorie che incidono direttamente sull’attività dell’impresa responsabile di tali comportamenti e sulle modalità proprie di condurla.
Tra le pene maggiori che il disegno di legge prevede si ricorda: l’interdizione a ricoprire uffici direttivi delle imprese; diversi divieti di accesso ad autorizzazioni, contributi pubblici, contratti con la Pubblica amministrazione; la revoca di alcune autorizzazioni fino alla chiusura dell’attività.
Insomma, un disegno di legge importante che tutela la salute pubblica e la qualità del sistema di produzione italiano, espellendo – almeno questo è l’obiettivo – criminali di varia natura e mafiosi da una delle filiere produttive più redditizie e rappresentative d’Italia.

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