Il senso dell’uomo per le parole e le icone

“Le parole sono importanti”, urlava Nanni Moretti in Palombella Rossa, e aveva dannatamente ragione.
Oggi, a fase acuta della pandemia superata, questa frase assume ancora più rilevanza.
Il senso delle parole, dopo la tragedia che ha attraversato l’Italia e sta attraversando ancora il mondo, pone al centro con ancora più forza il loro valore simbolico, come di ogni espressione dell’umano sentire. 
Parole, appunto, come “Rispetto”, “Responsabilità”, “Conoscenza” hanno assunto ormai nei fatti un significato parziale, perdendo il loro valore universale. 

Rispetto… solo di se stessi.
Responsabilità… solo degli altri.
Conoscenza… inutile, uno vale uno.

Il Rispetto, ad esempio, per la Storia, si fonda sulla Conoscenza e le azioni che si ispirano ad essa non possono che essere Responsabili.
In questo contesto non solo la parola, ma ancor di più l’immagine, l’icona assume tutta la sua dirompente forza simbolica a livello universale, non solo per gli umani contemporanei ma anche per quelli che un giorno, nel futuro, abiteranno questo mondo.
Ed è così che assistiamo in queste ore, inermi, alla novella iconoclastia che abbatte simboli del passato e rappresentazioni di visioni considerate, giustamente, oggi inaccettabili.
Vengono così imbrattate le statue di Montanelli in Italia, di Churchill in Inghilterra e abbattute o decapitate quelle di Cristoforo Colombo negli Stati Uniti. 
Atti, non a caso definiti “vandalici”, quale eco di un antico indelebile ricordo, non dissimili da quelli posti in essere, più recentemente, dai talebani quando fecero esplodere gli antichi Buddha in Afghanistan, macchia nella memoria dell’intera umanità. 

Tutti esempi dell’iconoclastia che accompagna da sempre la storia dell’uomo, fin dalla notte dei tempi, con una differenza sostanziale: una cosa è abbattere la statua del dittatore appena deposto, altra prendersela con figure storiche che, proprio perché tali, sono testimoni del tempo e solo per questo vanno rispettate, anche per ricordare le vittime del loro agire o pensare.

Se così non fosse, allora dovremmo consentire la distruzione del Colosseo, simbolo massimo dello schiavismo, mentre invece rimane lì a ricordare a tutti noi le ragioni della sua costruzione e la grandezza, oltre che della sua struttura, dell’empietà degli atti ivi commessi.

Del resto, con la loro distruzione, si finirebbe per cancellare e dimenticare anche quella memoria che tutti, e in particolare le vittime, devono e vogliono che sia tenuta in vita.
Occorre, quindi, avere cura delle parole, del loro uso, come di questi simboli per non dimenticare e finire poi per infliggere, distruggendone il ricordo, una seconda eterna ferita alle vittime.

Che succede quindi al mondo, agli uomini, perché questa furia cieca si abbatte su simboli di un passato anche lontano e che cosa succederà un giorno se questi stessi protagonisti dell’odierna iconoclastia si accorgeranno, magari leggendolo, che Aristotele non considerava gli schiavi esseri umani?
Cambieranno il nome alle piazze, alle vie e alle scuole? Sconsiglieranno o censureranno le sue opere?

E se poi, per puro caso, dovessero anche ritrovarsi a leggere i brani antisemiti di Lutero, Kant, Hegel, e di tanti altri antichi “eroi”? Assisteremo ad ulteriori statue sradicate, nomi cambiati, libri sconsigliati o censurati?
A queste domande vi è una sola risposta: la storia.

Prima o poi, infatti, la storia insegna, verrà anche il turno degli iconoclasti ad essere vittima di una rinnovata damnatio memoriae, quando le generazioni che seguiranno, rimprovereranno loro di aver torturato e massacrato, ad esempio, centinaia di miliardi di animali, esseri senzienti, per il proprio stomaco o, peggio ancora, per il proprio compiacimento personale.

Allora voleranno via altre statue, altri nomi saranno cambiati e ancora libri sconsigliati se non censurati o bruciati.
Finché, alla fine, come nel profetico Fahrenheit 451, l’umanità si risveglierà completamente imbecille e imbelle.
Nessuno leggerà più né sosterrà più banalità, perché per ambedue le attività, anche la più stupida, occorrerà comunque avere ancora qualche funzione cerebrale attiva.
E sarà la pace, eterna, della memoria e non solo.

Ultime notizie
corse
Intervista

L’insularità possibile: il caso Corsica. Intervista a Marie-Antoinette Maupertuis, Presidente dell’Assemblea corsa

La Corsica è uno dei modelli europei in merito all’insularità e alle iniziative intraprese per favorire la coesione territoriale e l’autonomia fiscale necessaria per l’economia corsa, dinamica ma gravata da una “crescita depauperante”. Ne parliamo con l’Onorevole Marie-Antoinette Maupertuis, economista e Presidente dell’Assemblea della Corsica.
di Daniela Pappadà
corse
corse
Osservatori

Insularité possible: le cas de la Corse. Entretien avec Marie-Antoinette Maupertuis, Présidente de l’Assemblée de Corse

Insularité possible: entretien avec l’Honorable Marie-Antoniette Maupertuis, Presidente de l’Assemblee de Corse.
di Daniela Pappadà
corse
intelligenza
Intervista

Intelligenza artificiale e regole: serve un impegno dell’Unione sui diritti sostanziali

Intelligenza artificiale e diritto, ne parliamo con Giusella Finocchiaro, Professoressa ordinaria di diritto privato e diritto di Internet all’Università di Bologna. Per non cadere in un rischioso processo di “burocratizzazione digitale” bisogna partire da elementi culturali prima che giuridici, senza perdere di vista i princìpi.
di Massimiliano Cannata
intelligenza
Sicurezza

Tecnologia, sicurezza e istruzione: intervista a Nunzia Ciardi, Vice Direttore Generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale

La tecnologia è entrata di forza nella scuola grazie alla DAD, che in pandemia ha permesso a milioni di studenti di seguire le lezioni da casa. Bisogna continuare su questa strada e sfruttare le potenzialità offerte dalla tecnologia in àmbito scolastico e formativo secondo la dott.ssa Nunzia Ciardi, Vice Direttore Generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale.
di Massimiliano Cannata
scuole italiane
Immigrazione

Scuola e cittadini italiani di domani

La questione della presenza degli stranieri nelle scuole implica un’ambivalenza di obiettivi: migliorare la qualità dell’istruzione a prescindere dalla discendenza, oppure comprimere il diritto costituzionale all’apprendimento. La scuola deve avere una funzione di istruzione e integrazione sociale.
di Angelo Perrone*
scuole italiane
insularità
Intervista

Insularità e perifericità: costi e correttivi nell’intervista al Prof. Francesco Pigliaru

L’insularità si lega spesso all’idea di una compensazione economica, ma bisogna distinguere tra condizioni di prima e seconda natura legate all’insularità, come spiega il Prof. Francesco Pigliaru nell’intervista dedicata al tema delle isole e della continuità territoriale.
di redazione
insularità
insularità
Intervista

Il diritto costituzionale all’insularità: intervista al Prof. Tommaso Edoardo Frosini

Il professor Tommaso Edoardo Frosini, Ordinario di diritto pubblico comparato nell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, evidenzia le attinenze tra diritto costituzionale all'insularità e uguaglianza, così come sancito dalla nostra Costituzione, e individua trasporti e digitale come i settori nei quali investire per le isole.
di redazione
insularità
medici
Sanità

Sanità a rischio, pesa la carenza di medici e l’assenza di chirurghi

Sanità a rischio: dalla carenza di medici all’assenza di chirurghi. Questo sarà il prossimo futuro senza una programmazione “a monte”, e l’aumento dei posti in Scuola di Specializzazione non è sufficiente a risolvere la carenza di personale medico.
di ROCCO LEGGIERI*
medici
l'algoritmo d'oro e la torre di babele
Diritto

L’algoritmo d’oro e la torre di Babele

“L’algoritmo d’oro e la torre di Babele” di Caterina e Giovanni Maria Flick è un saggio sugli effetti della tecnologia sulla nostra civiltà, con un invito alla conservazione dell’umano e alla sua conciliazione con il progresso tecnologico.
di Ilaria tirelli
l'algoritmo d'oro e la torre di babele
Istruzione

Scuola, più fondi e voglia di futuro: intervista a Ivana Calabrese

Nell’àmbito del Secondo Rapporto su Scuola e Università dell’Eurispes, dialoghiamo con Ivana Calabrese di Ashoka sul tema dell’Istruzione in Italia, ma innanzitutto sul futuro di una istituzione che passa attraverso docenti capaci e fondi per l’innovazione.
di Massimiliano Cannata