I Tg di mercoledì 15 giugno – Tutte le testate, con l’eccezione di Tg1 e Tg2, aprono, come ieri sera, ancora una volta sulla Francia nella giornata in cui il premier Valls profetizza “altro sangue per un’intera generazione”. I cugini transalpini stanno passando un momento molto difficile e, quindi, non si può eccedere nelle semplificazioni. Certo, l’annaspare delle forze di sicurezza e le difficoltà di gestione dell’ordine pubblico legate agli europei segnalano un deficit di organizzazione e divisione che rimanda alla più generale crisi di un establishment francese che “paga prezzi” su tutti i fronti. Se poi si aggiunge che il conflitto sociale ha toccato punte inusitate nella tranquilla società francese, e che anche su una minuzia come gli arresti degli hoolingans russi per Parigi si apre il fronte della protesta da parte di Putin, non resta da parte nostra che fare gli auguri di “pronto ristabilimento”. Anche nei Tg di serata prevale un sentimento di preoccupazione e, per fortuna, non di sterile attacco sciovinista.
Come dicevamo, Tg1 e Tg2 aprono su altro: la stretta del governo contro i “furbetti del cartellino”, gridata a pieni polmoni da un Matteo Renzi in cerca di quel consenso che, negli ultimi mesi, sembra mancargli. “Cattivi ma giusti”, così il premier definisce i licenziamenti che si profilano all’orizzonte per i dipendenti della P.A che timbrano e vanno a fare la spesa, in palestra e quant’altro. L’enfasi è in questo caso forse eccessiva, ma probabilmente pagante, e non a caso i Tg Mediaset – solitamente “prodighi” di servizi sul pubblico assenteismo – tengono un basso profilo. Tutt’altro che eccessiva ci è parsa, invece, la rivendicazione del governo in merito al varo della legge sul “Dopo di Noi”, una grande scelta di civiltà che ha trovato spazio e commenti soprattutto sul Tg1. Sempre riguardo a Mediaset, in scontata evidenza (titoli per tutti) le condizioni di Berlusconi, per altro “alte” anche su Tg1.
Ieri avevano segnalato, positivamente, l’assenza dei consueti toni “politico polemici”. Questa sera il triangolo D’Alema-Repubblica-Renzi sulla possibile sponsorizzazione della M5S Raggi per affossare il premier, ottiene forse troppa attenzione, con Tg La7 che titola sull’ennesimo psicodramma all’interno del Pd, cui – aggiungiamo noi – la querelle di giornata non toglie né aggiunge nulla.
Prosegue l’altalena in borsa a 8 giorni dal voto sul referendum in Gran Bretagna (titoli per tutti). Avremmo gradito che qualche telegiornale ci raccontasse che, comunque, il ruolo della speculazione anche in questo caso è decisivo: per chi perde c’è sempre qualcuno che guadagna sfruttando il “senso comune” che giorno per giorno si manifesta nel mercato finanziario.
La giornalista di Agorà minacciata di morte questa mattina in diretta da Tor Bella Monacarientra nel quadro delle difficoltà della professione. In questo caso la diretta ha rappresentato una “scorta mediatica” difficilmente aggirabile, e scommettiamo che nelle prossime ore chi ha minacciato sarà chiamato a risponderne. Non capita lo stesso quanto tanti giornalisti “di periferia” vengono minacciati o devono girare con la scorta, quella vera. Servizi solo per i Tg Rai.
Chiudiamo con l’appello dei genitori di Giulio Regeni che davanti alla Commissione Diritti Umani del Parlamento Europeo chiede che vengano prese misure doverose quanto drastiche nei confronti dell’Egitto. Nei titoli per Tg1, servizi per tutti tranne Studio Aperto.