Europa sì, Europa no: quello che fino a poco tempo fa sembrava un argomento tabù, è diventato a tutti gli effetti parte integrante dell’agenda politica italiana, e non solo. Dall’Italia alla Germania, paesi fondatori e caratterizzati da una politica tradizionalmente europeista, il vento sembra aver cambiato direzione. La linea dettata dal neo Ministro dell’interno, Matteo Salvini, potrebbe essere determinate, anche in vista del prossimo appuntamento elettorale europeo. Abbiamo raccolto l’opinione di Laura Garavini, senatrice del PD eletta in Europa.
Senatrice, solo pochi mesi fa, il dibattito sulla possibilità dell’italia di uscire dall’europa sarebbe parso quasi surreale. È possibile che l’opinione pubblica sia cambiata in così poco tempo?
In effetti, nel giro di poco tempo, è cambiato totalmente lo scenario e a livello europeo siamo in una fase nella quale non ci sono più certezze. L’uscita dall’unione europa non è più un tabù, basti pensare all’esito del referendum sulla Brexit. Stessa cosa dicasi per la possibile uscita dall’euro. Nessun Paese dell’eurozona finora ha lasciato la moneta comune, ma la discussione su questa ipotesi è ormai diventata una realtà nel dibattito politico. Per non parlare dei rapporti all’interno dell’unione europea che sono in una fase di forte cambiamento.
Che cosa sta cambiando e quali equilibri si stanno modificando?
Un segnale forte arriva dalla stessa Germania, dove si sta consumando un conflitto tra la Merkel e le sue politiche immigratorie che hanno portato ad un’ampia apertura, e il suo Ministro degli Interni, Horst Seehofer leader della CSU, che sta seguendo una politica decisamente contraria a quella della Cancelliera. Si corre il rischio di una crisi di governo e l’esito di questo conflitto è assolutamente incerto. Un’eventuale crisi di governo in Germania, a pochi mesi dalle elezioni, sarebbe una novità estremamente negativa con conseguenze difficilmente immaginabili che rischierebbero di determinare un possibile sgretolamento della stessa Unione europea.
Che cosa pensa l’opinione pubblica tedesca?
Purtroppo rischia di trovare consenso popolare questo atteggiamento di alimentare paure, parlare alla pancia dei popoli, inneggiare al nazionalismo e alla difesa della identità nazionale a scapito degli stranieri, indicati come coloro che mettono a rischio l’identità nazionale; un atteggiamento fomentato e sostenuto anche da Paesi finora altamente democratici. Ciò che non era sdoganato e considerato come problema ora all’improvviso diventa un’ipotesi reale.
Qual è il ruolo dell’italia?
A pochi giorni dal suo insediamento, il Ministro dell’interno Matteo Salvini, con la sua posizione nella vicenda Acquarius e con le sue dichiarazioni sui temi dell’immigrazione, si sta inserendo in questo conflitto, creando un precedente inaspettato. La sua linea sta determinando una nuova posizione politica dell’italia molto diversa da quella tradizionalmente portata avanti dal nostro Paese, che rischia di creare uno scollamento rispetto all’alleanza con i Paesi europeisti e di appoggiare nazioni fortemente antieuropeiste, come l’Ungheria, la Polonia, ma anche l’Austria, dove il leader Sebastian Kurz mira a chiudere le frontiere del Brennero, e la stessa Germania.
Quindi la posizione dell’italia potrebbe essere determinante per gli stessi equilibri europei?
Sono convinta di sì, perché sarebbe il primo, tra i Paesi fondatori dell’euro, a spostare la sua politica su una posizione fortemente antieuropeista e di chiusura. E questo, alla vigilia di un appuntamento elettorale, quello delle elezioni europee, che può segnare le sorti dell’europa.