Campagna elettorale “in folle”, temi europei pressoché assenti dall’informazione dei Tg nelle prime due settimane di campagna. Meno del 6% del totale dei titoli delle edizioni di primetime sono stati riservati ad argomenti, dichiarazioni o riflessioni che dovrebbero accompagnare la discussione prima del voto.
È quanto emerge dai primi risultati del progetto di monitoraggio, realizzato dall’Osservatorio Tg dell’Eurispes, degli spazi e dei temi dedicati alla campagna elettorale europea dalle edizioni di primetime delle 7 reti generaliste. Lo studio, curato da Christian Ruggiero e Luca Baldazzi, rientra all’interno della collaborazione avviata tra Eurispes e Coris (Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale) della Sapienza Università di Roma.
Nel periodo analizzato, che inquadra le prime due settimane di campagna elettorale dichiarata, dal lunedì 29 aprile a domenica 12 maggio, su circa 660 titolazioni delle edizioni di primetime, solo 38 contenevano riferimenti diretti ai temi europei, ossia meno del 6% del totale delle titolazioni.
Come anche nella passata campagna elettorale, gli scontri e le frizioni tra le forze politiche, che quest’anno si riflettono soprattutto nelle tensioni interne alla maggioranza, hanno fagocitato gli spazi che avrebbero dovuto fornire una riflessione sui temi dell’Europa. La quasi totalità dei titoli, finora proposti, hanno infatti costituito un “richiamo” al “voto utile” avanzato dalla maggior parte delle forze politiche. Emblematiche in questo senso, in particolare, le dichiarazioni del Vicepremier Salvini che, domenica 12 aprile, ha parlato del voto europeo come di un “referendum” sull’operato della Lega (in apertura per Rai e Tg delle 20); ma lo si è visto tanto nelle dichiarazioni della sinistra quanto, soprattutto, in quelle di Berlusconi.
Proprio Berlusconi risulta, ad una prima analisi, l’uomo politico più attivo sulle tematiche europee. Su 38 titoli totali, il suo nome risulta presente in 17 occasioni, superando la coppia Salvini-Di Maio fermi a 14, e soverchiando le presenze del Premier Conte e di Zingaretti, rispettivamente a 6 e 4 presenze.
La situazione si riequilibra, solo in parte, all’interno dei servizi: su 78 coperture dedicate ai temi dell’Europa, Berlusconi è presente con ben 20 interventi in audio/video, seguito da Salvini che compare 16 volte e quindi da Tajani, Di Maio e Zingaretti (10 volte).
La coppia Berlusconi-Tajani, rispettivamente Presidente e Vicepresidente di Forza Italia, ha collezionato in 14 giorni ben 30 interventi “de visu” sulle testate del primetime: un successo dovuto non alla rilevanza elettorale di questi personaggi, ma al “volume di fuoco” garantito a Forza Italia dalle testate Mediaset, con assist saltuari del Tg2.
Sempre nell’ambito delle citazioni, la sinistra risulta altresì poco rappresentata. Su 38 titoli, il leader Pd Zingaretti figura solo 6 volte, con menzioni nei 10 servizi, gli stessi riservati a Tajani.
Se si tratta di disattenzione da parte delle testate, o di un assenza di proposta politica, non sta a noi dirlo. Ma questa assenza di voci della sinistra la riscontriamo, soprattutto, in àmbito europeo. Se guardiamo alle presenza dei leader politici europei nelle edizioni del primetime, individuiamo 4 interventi di esponenti del Ppe, tra i quali spicca Angela Merkel, e 6 riprese o richiami di leader populisti o anti europei (Orban, Farage, ect.) e solo una menzione della sinistra europea con un esponente dell’En Marche di Macron.
Passando dalle presenze dei politici alla qualità delle coperture offerte dalle singole testate, un confronto tra titoli e servizi presenta un quadro abbastanza evidente: se i Tg Mediaset battono le testate Rai in termini di numero dei titoli (18 a 14), a livello di servizi la Tv pubblica più che doppia (50 contro 22) la televisione privata, che finora ha esaurito le sue copertine in una ripresa, pedissequa, delle dichiarazione del suo editore.
A capitanare l’approfondimento sul voto europeo sono Tg3 e Tg2, rispettivamente con 25 e 23 servizi, che da sole sommano più coperture di tutte le altre testate insieme. Se Tg2 indaga il contesto del voto europeo riflettendo sulle battaglie del Vicepremier Salvini (visita ad Orban, incontro tra le destre europee, l’ascesa di Farage ed il populismo in Francia), Tg3 ha invece il merito di essere l’unica testata ad aver prodotto una riflessione sui temi dell’Europa slegata dalle dichiarazioni delle forze politiche. Lo sta facendo attraverso la rubrica #stavoltavoto, presentata dal 31 marzo nell’edizione delle ore 15 e riproposto con regolarità giornaliera nell’edizione delle 19; a questi servizi s’accompagna, inoltre, l’offerta di alcuni approfondimenti sulla percezione di queste elezioni da parte degli italiani, a cominciare dalle generazioni più giovani, anche attraverso diversi sondaggi.
Una ulteriore riflessione andrebbe aperta sul Tg1, che al momento risulta in parte disimpegnato dalla campagna elettorale, forse perché troppo occupato a bilanciare gli spazi d’intervento delle forze della maggioranza per poter rilanciare le prospettive europee di un Movimento 5 Stelle che, almeno nell’ultimo periodo, ha balbettato su questa dimensione.