Quante volte siamo stati costretti a fermarci di fronte alla comprensione di un problema perché non in grado di arrivare ad una soluzione che ci convincesse?
Secondo me molte volte. Io per natura diffido di chi ha la soluzione semplificata sempre pronta. Considero questi signori talmente superficiali da dubitare financo delle loro intenzioni.
Ma esistono, allora dobbiamo chiederci perché esistono.
Nessuno, ad esempio, ci spiega che cosa è un impero oggi. Quante facce ha, quali sono le sue le sue alleanze, qual è l’essenza del suo potere, se si tratti di un hard power o di un soft power, chi siano i suoi alleati e/o i suoi nemici o rivali.
Termini come globalizzazione sono ormai banali in ogni conversazione più o meno becera e abborracciata, così come il concetto di un mondo diventato troppo piccolo. Ma nessuno porta a livello di servizio pubblico la realtà che stiamo attraversando. La democrazia occidentale, infatti, è sotto attacco sia al proprio interno che ai confini.
Perché? Semplicemente perché si è ritrovata debole di fronte ad un fatto annunciato da più di venti anni: le immigrazioni di massa. Persone pronte a perdere la vita per arrivare in Occidente.
Ma allora l’Occidente ha vinto? Neanche per idea. Paura, paura, paura. Paura sobillata ad arte da spregiudicati cialtroni che non avendo una idea su nulla la propagano a chi non ha mai cercato neppure di averla. Una volta c’era il comunismo. Oggi, ma non tutti, hanno capito che la Russia è stata essenziale per far diventare gli USA una superpotenza.
Ancora nel 1812 gli inglesi bombardavano N.Y. Molti presidenti americani visitarono la Russia e la cessione della Alaska non fu per caso.
Ma allora? Sono 100 anni che ci prendono per i fondelli urlò il Fantozzi ragionier Ugo in sala mensa.
Purtroppo sì! Di vero ci sono solo i lutti degli uomini.