I Tg di martedì 22 dicembre – I conti di fine anno compaiono in dosi massicce in molte edizioni di Tg, tanto più in una serata che ha visto la definitiva approvazione al Senato della legge di stabilità, ovvero dei “numeri” del bilancio statale del 2016 e seguenti. In tempi di bilanci anche informativi, vale la pena di segnalare che quelli sui profughi giunti in Italia in quantità non superiore al 2014 (poco meno di 150.000) non creano particolare emozione e tanto meno resipiscenza nelle testate che per mesi e mesi hanno parlato di un’invasione che metterebbe a rischio la tranquillità e l’identità degli italiani. Nei titoli di Tg3 e Tg5 e nei servizi di Studio Aperto eTg4 il conteggio complessivo che porta ad un milione il numero degli arrivi in Europa, relativizzando oggettivamente l’emergenza in Italia. TG1 ricorda meritoriamente che i profughi “italiani” sono in realtà i sopravvissuti dei barconi, spesso salvati dagli interventi delle autorità italiane (e poi di Triton), il che rappresenta una delle cose migliori fatte dal nostro Paese.
Ancora numeri: quelli della diminuzione di furti, rapine e reati vari comunicati da Alfano, non entusiasmano Mediaset, mentre TG1 li sciorina con attenzione. Anche in questo caso si può affermare che l’informazione mainstream nel corso dell’anno ha fornito immagini non corrispondenti alla realtà
Le proteste dei risparmiatori gabbati davanti a Bankitalia sono riprese da tutti ed in apertura per Tg3 e TgLa7. Sulla graticola più CONSOB che Bankitalia, ma sarebbe irrealistico attendersi una capacità di analisi e discernimento da parte di cittadini truffati e disperati.
La legge di stabilità è apertura per Tg1, Tg4 e Tg5, approvata con 262 voti e, quindi – come segnala La7 – senza il supporto dei verdiniani. Sempre per la politica, il passaggio di Bondi alla formazione di Verdini è ampiamente ripreso (titolo) da TgLa7 e dalle testate Rai; inutile cercarlo su Mediaset. Ma il piatto forte di serata è l’attenzione destinata dalle diverse testate al voto definitivo sulla riforma Rai. Solo notizia per Tg5, servizi asettici su Rai (quello più ampio su Tg2), ed un Enrico Mentana praticamente scatenato. Doppio titolo su canone in bolletta e governance, con il primo che con risorse superiori di 420 milioni rappresenterebbe uno stravolgimento dei rapporti di mercato, e la seconda che consegnerebbe il Servizio Pubblico a Palazzo Chigi. Il direttore di Tg La7 commenta che la concorrenza verrebbe ulteriormente stravolta, e fa intendere che i teleutenti devono essere comprensivi verso soggetti (come il suo) che di risorse ne hanno assai poche. Renzi, inoltre, non è certo Berlusconi, ma i pericoli di un’informazione soggetta all’esecutivo – afferma esplicitamente Mentana – sono evidenti.
Il dopo voto in Spagna è presente solo sulle testate Rai, mentre l’arresto del presunto killer del giudice Caccia, a 32 anni dall’omicidio della ‘ndrangheta, ottiene l’ennesima plein di titoli e l’apertura su Studio Aperto.