La maggioranza degli italiani, secondo Eurispes, sparerebbe a chi gli entra di notte in casa. «Ma c’è ben più del 40 per cento che non userebbe la pistola. E fa bene: diffondere le armi nel Paese è una pazzia assoluta». La legge annunciata dalla Lega sulla legittima difesa? «Confusa ed inutile. Va bene la normativa attuale». E quella del centrosinistra, abortita al Senato, che avrebbe dato licenza di uccidere ma solo di notte? «Ha alimentato vignette umoristiche». Dalla scrivania del suo studio, al quarto piano di un palazzo di Piazzale Clodio, Cesare Placanica ci risponde su uno dei temi più importanti per il nuovo Governo: potenziare le norme sulla legittima difesa. Celebre penalista, originario di Locri, Placanica è dal novembre del 2016 presidente della Camera penale di Roma, associazione formata dagli avvocati penalisti di un distretto in cui operi la Corte d’Appello, per curare i rapporti con la Magistratura locale e migliorare l’efficienza della giustizia.
Muoviamo dal dato contenuto nell’ultimo Rapporto Italia dell’Eurispes: il 56,2 per cento dei nostri concittadini userebbe le armi contro i ladri notturni
È una risposta naturale. E credo che se la domanda fosse stata “spareresti a chi ha violentato tua figlia?”, le risposte positive sarebbero risultate vicine al 100 per cento. Il problema è se questa pulsione umana vada assecondata oppure no. Io dico di no. Compito della giurisdizione è moderare gli istinti umani, mettendo i delitti nella giusta casella, diversamente arriviamo alla legge del taglione. Ancora oggi, negli Stati Uniti, vige la pena di morte ed è concesso ai parenti delle persone uccise di assistere all’esecuzione. Poi, per tornare al sondaggio Eurispes, c’è quel quasi 45 per cento di moderati che non userebbe le armi. Non mi sembra poco. Diffondere le armi nel Paese è una pazzia assoluta.
Che cosa provocherebbe?
Parto dalla mia esperienza di avvocato penalista: il 90 per cento degli omicidi nasce da episodi che potremmo assimilare alle semplici “scazzottate”, che poi degenerano soltanto perché nei dintorni c’è un’arma. La risposta al bisogno di sicurezza non può essere appaltata dallo Stato al privato cittadino. I mezzi veri per difendersi li hanno solo pochi ricchi: è recente l’episodio del tentativo di effrazione nella villa di Adriano Celentano a Lecco, dove alcuni incappucciati sono stati scoperti e messi in fuga dal personale di guardia.
E la normativa attualmente in vigore è efficace?
Direi di sì. Abbastanza, almeno. La bussola, il faro per giudicare se è legittima difesa oppure no è la proporzione della risposta rispetto all’offesa ricevuta. E, come recita l’articolo 52 del Codice penale, è giusto che sia il giudice a valutarla. A lui è consentito, fra l’altro, di allargare il concetto a quello di “legittima difesa putativa”. Mettiamo che io e lei abbiamo litigato ferocemente, e che siamo armati. Una sera nell’androne di casa la incontro e la vedo che infila una mano nella tasca interna della giacca: sta cercando le sigarette, ma io credo che ci sia una pistola e le sparo: questo non è omicidio volontario. Così non è volontario se volevi sparare alle gambe, ma il tuo colpo uccide.
Come giudica la proposta del centro-sinistra, approvata l’anno scorso dalla Camera ma poi finita in un cassetto del Senato, secondo la quale si poteva sparare a chi ti entra in casa, ma solo di notte?
Dico solo che ha alimentato tante vignette umoristiche. Ma non è il più grave errore del Governo precedente. Clamoroso è stato l’abbandono della riforma carceraria, che aveva tanti aspetti positivi, come il non ridurre la pena soltanto al carcere, ma inserire anche un periodo di affidamento in prova, con l’obbligo di dormire a casa, di lavorare, di condurre una vita normale sotto la vigilanza dei servizi sociali. Una misura assai efficace per il recupero del condannato e contro il pericolo della recidività, che per questo aveva il favore del Consiglio superiore della Magistratura, dell’Associazione Nazionale Magistrati e anche il nostro. Si sono dette tante cose inesatte, tipo che sarebbero stati messi in libertà tutti i mafiosi.
Veniamo al dunque: il Sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni, ha annunciato che il Governo sta per rilanciare la proposta di cui, come Lega, era stato primo firmatario alla Camera, per consentire l’uso delle armi contro i ladri. «Questa non è una priorità, ma la nostra priorità», ha dichiarato di recente.
Una proposta confusa. Si vuole modificare l’articolo 52 del Codice penale in questo modo: «Si considera che abbia agito per difesa legittima colui che compie un atto per respingere l’ingresso o l’intrusione mediante effrazione o contro la volontà del proprietario o di chi ha la legittima disponibilità dell’immobile, con violenza o minaccia di uso d’armi di una o più persone, con violazione di domicilio». Se io trovo la porta aperta, o le finestre accostate, e non ho armi, devo prendermi le pallottole? O basta il fatto che la mia sia una violazione di domicilio? La tecnica di scrittura è molto importante. Questa norma è mal scritta.
Si prevede anche l’inasprimento delle pene per i ladri, fino a 8 anni di reclusione e fino a 20mila euro di multa.
Un aumento spropositato, del tutto inutile. È ormai assodato che alzare le pene non ha come effetto la riduzione dei delitti. L’ultima dimostrazione viene dal delitto di “omicidio stradale”. Le pene sono state quasi triplicate, fino a 18 anni di reclusione, ma i delitti non si sono ridotti. Per la sicurezza, in conclusione, lasciamo la tutela allo Stato.