In un momento così delicato, in cui l’epidemia di Coronavirus costringe la maggior parte della popolazione alla quarantena, alcuni servizi essenziali devono rimanere aperti e funzionanti a pieno regime; fra questi, certamente la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani rappresentano un servizio fondamentale per assicurare la pulizia e l’igiene delle nostre città.
Ne parliamo con il dottor Luigi Palumbo da quasi due anni amministratore giudiziario del sito di Malagrotta che comprende, oltre ai due impianti di TMB (Trattamento Meccanico Biologico) dove arrivano ogni giorno i rifiuti indifferenziati di Roma, anche quelli della famigerata discarica di Malagrotta, la discarica più grande d’Europa, chiusa nel 2013 dall’Amministrazione Marino.
Dottor Palumbo, può descriverci il suo ruolo e spiegare l’importanza per la città di Roma degli impianti che gestisce. Qual è il flusso dei rifiuti che ogni giorno vengono smaltiti negli impianti? L’epidemia e il contenimento hanno inciso in quale modo sulla mole di materiali lavorati?
Ricopro la carica di amministratore giudiziario dal 27 luglio 2018 su incarico del Gip del Tribunale di Roma, titolare della procedura relativa al sequestro del compendio industriale di Malagrotta. È stata e continua ad essere un’esperienza, professionalmente parlando, non solo qualificante ma avvincente e straordinaria, in tutti i sensi. Gestire un impianto che tratta buona parte dei rifiuti della Capitale d’Italia e della Città del Vaticano richiede il massimo dell’impegno e della dedizione. Purtroppo, ahimè, i normali schemi di lavorazione, la routine di un compendio industriale che si occupa di rifiuti – e quello che gestisco è il primo in Europa per numeri, grandezza e mole di materiale – sono superati all’incirca quasi tutti i giorni: l’impegno mio e dei miei collaboratori e dei dipendenti tutti è sempre al massimo. L’obiettivo è uno: il rispetto, a giusta ragione, di tutti i parametri, delle prescrizioni, che le norme e la legge impongono. Ovviamente grazie alla disponibilità di tutti i soggetti coinvolti, con i quali c’è un confronto continuo. Dialogo con tutti gli attori istituzionali interessati, dalla Magistratura titolare della procedura ai canali regionali e comunali, al fine della corretta prosecuzione nella gestione, per la quale è necessario il massimo del rigore. I rifiuti che arrivano in impianto sono la frazione indifferenziata dei rifiuti solidi urbani. Il processo di lavorazione che avviene presso l’impianto di Malagrotta è strategicamente importante: è qui che avviene la selezione e il trattamento al fine di recuperare il recuperabile. I rifiuti trattati sono pari a circa 8.400 t/settimana che corrispondono a circa 400.000 ton/anno. L’attuale situazione emergenziale ha ovviamente determinato una netta riduzione dei rifiuti prodotti quotidianamente dalla città di Roma, pensiamo al solo impatto sul turismo e per le aziende del settore agro-alimentare ad esso collegato. Ciò farebbe pensare ad una riduzione di rifiuti lavorati anche dagli impianti di Malagrotta; ebbene, oggi nei TMB lavoriamo la massima quantità autorizzata di rifiuti in ingresso essendo l’impianto più prossimo alla città di Roma, sia per motivi economici, sia anche per gli inevitabili problemi logistici legati alla delicata situazione che stiamo vivendo; la società che gestisce la raccolta di rifiuti della Capitale ha preferito ridurre i quantitativi presso altri impianti e conferire presso i nostri due impianti (TMB1 e TMB2) una percentuale significativa dei rifiuti indifferenziati raccolti quotidianamente.
Alle parole “discarica” o “impianti di smaltimento” associamo sempre un’accezione negativa, ci può spiegare con quali passaggi vengono trattati i materiali? C’è una quota di rifiuti che vengono recuperati e riciclati?
Gli impianti sono denominati TMB ossia Trattamento Meccanico e Biologico. Questo significa che il rifiuto indifferenziato in ingresso agli impianti, viene separato meccanicamente, mediante vagliatura, in una frazione secca (sopravaglio) e una frazione umida (sottovaglio). Quindi la frazione secca viene trattata meccanicamente mediante vagliatura, aspirazione delle frazioni leggere e triturazione, per produrre il CSS ossia il Combustibile Solido Secondario mentre la frazione umida viene trattata con un sistema biologico che la stabilizza e igienizza per produrre la FOS ossia la Frazione Organica Stabilizzata. Il CSS viene inviato a recupero energetico in termovalorizzatori o in cementifici mentre la FOS viene inviata nelle discariche per la copertura giornaliera dei rifiuti al posto del terreno. Dai rifiuti viene inoltre recuperata la plastica di tipo PET che viene inviata ad impianti di riciclaggio del circuito Corepla, vengono recuperati i metalli ferrosi e l’alluminio anch’essi inviati ad impianti di riciclaggio. I suddetti trattamenti per la produzione di CSS e di FOS e per il recupero di materiali, generano una frazione residua di scarti di lavorazione che vengono inviati a smaltimento in discarica.
Nessuno parla di loro, ma anche i lavoratori che ogni giorno viaggiano dalla Capitale o da fuori Roma per raggiungere l’impianto, esponendosi al contagio, nonostante tutte le precauzioni, stanno dando prova di abnegazione e coraggio in questa crisi. Grazie a loro, le nostre città deserte non vengono abbandonate all’incuria o peggio infestate da animali di vario genere a causa dei rifiuti. Quanto personale viene impiegato per mantenere attive le operazioni di bonifica della discarica e anche gli impianti di smaltimento dei rifiuti? In quale modo riuscite a garantire la loro sicurezza sul lavoro?
Nel compendio industriale di Malagrotta, tra personale amministrativo, quadri ed operai, è impiegata una forza lavoro di circa 160 dipendenti: in discarica sono impiegati quotidianamente circa 50 dipendenti mentre negli impianti TMB circa 110 dipendenti. Al fine di ridurre al minimo la probabilità di contagio da Covid-19 tra i dipendenti degli impianti, sono state predisposte apposite procedure gestionali per proteggere i lavoratori ed evitare il contatto con i rifiuti, per mantenere le distanze tra gli operatori, per igienizzare le zone più critiche e per consentire, ove possibile, il lavoro da casa (smart-working); è stato espressamente richiesto a tutte le società di gestione di rifiuti di non conferire presso gli impianti TMB di Malagrotta i rifiuti provenienti da abitazioni in cui sono presenti soggetti positivi. Nello specifico, è opportuno evidenziare che, attualmente, non risulta attivato nella città di Roma il servizio di raccolta dei rifiuti urbani dedicato alle abitazioni in cui sono presenti casi positivi al Covid-19, anzi, poiché per tali casi è consigliato di sospendere la raccolta differenziata, risulta evidente come sia elevata la probabilità di ricevere in impianto rifiuti potenzialmente infetti. Si può affermare che l’Amministrazione Giudiziaria ha assicurato una presenza costante in azienda ed in particolare la presenza quotidiana dell’Amministratore che ha contribuito a rasserenare gli animi dei dipendenti e degli operai.
Quali sono stati in questi ultimi due anni gli interventi più importanti effettuati per ripristinare la legalità̀ all’interno dei siti?
Direi una bugia se ammettessi che è risultato semplice. Ciò che in apparenza, nelle prime settimane, poteva sembrare una foresta piena di insidie, l’implementazione di procedure precise, in ogni àmbito, dagli acquisti alle fasi di lavorazione dei singoli impianti presenti all’interno del compendio industriale, ha favorito un dialogo costante con tutti con la conseguenziale risoluzione di tante questioni endemiche ed irrisolte. Non posso negare di aver adottato provvedimenti duri, ben ponderando di volta in volta ogni caso specifico, nei confronti di dipendenti che, evidentemente, avevano scelto di restare fedeli, nella migliore delle ipotesi, alle logiche del passato.
Sono ampiamente convinto che purtroppo determinate condotte sono figlie di prassi graniticamente consolidate e perpetrate nel corso di decenni di modus agendi contra legem che ormai, via via, da Malagrotta sono in via di risoluzione. C’è ancora tanto da fare e il tempo e gli eventi faranno il loro corso.
Quello dei rifiuti nel nostro Paese è un problema annoso che sembra non trovare una soluzione. Come si può uscire dalla crisi di rifiuti che ciclicamente colpisce la città di Roma e il suo comprensorio?
Poiché il tema è di primaria importanza, un giro di parole sarebbe prolisso e arrivo immediatamente al dunque: una corretta, e aggiungo sostenibile, gestione dei rifiuti deve prevedere oltre ad impianti TMB, delle discariche e degli inceneritori. I rifiuti della città di Roma, dopo la fase di lavorazione presso i TMB vengono inviati, ad esempio, in inceneritori del Portogallo, in alcune discariche del Nord Italia. Per superare definitivamente la crisi, ogni Regione deve essere autosufficiente per tutto ciò che concerne l’impiantistica.
Com’è il suo rapporto con gli abitanti di Malagrotta e quali sono le istanze dei cittadini che si trovano a convivere con una discarica sul territorio nel quale vivono?
L’Amministrazione Giudiziaria, da me rappresentata, si è mostrata sempre molto attenta alle istanze avanzate dai cittadini, condividendo le loro preoccupazioni, per la presenza del sito di Malagrotta. L’atteggiamento dell’Amministrazione Giudiziaria è di massima trasparenza nei confronti dei cittadini cercando di fornire, attraverso i comitati di zona e la Municipalità, le informazioni necessarie a far capire tutto quanto stiamo attuando al fine di assicurare che tutte le norme di tutela ambientale siano rigorosamente rispettate. A dimostrazione di ciò, il 18 febbraio 2019, abbiamo ospitato una delegazione di cittadini che ha visitato il sito e il 24 gennaio scorso l’Amministrazione Giudiziaria ha aggiornato la IX Commissione Consiliare Speciale “Malagrotta”, istituita presso la XII Municipalità di Roma Capitale, sullo stato della messa in sicurezza della discarica e sullo stato manutentivo dei TMB. Sono in programma altre iniziative per informare i cittadini sullo stato del sito di Malagrotta prevedendo visite dei comitati di zona, delle scolaresche e delle associazioni.
A margine, mi piace ricordare la visita dello scorso febbraio dei bambini della Scuola Giapponese di Roma, che hanno trascorso una giornata formativa recandosi in visita didattica nello stabilimento. Sembrerà strano, ma soprattutto all’estero le visite negli impianti di smaltimento dei rifiuti sono molto diffuse presso gli studenti delle scuole e non solo.
Veniamo ora alla discarica di Malagrotta: 240 ettari, la discarica più grande d’Europa, nella periferia Ovest della città di Roma. Un sito su cui si sono concentrate polemiche ambientaliste, inchieste giudiziarie e anche una procedura d’infrazione dell’Unione europea, che situazione ha trovato al suo arrivo e a che punto è la bonifica?
Nel contingente stiamo lavorando alla messa in sicurezza della discarica ed in particolare al capping (complesso sistema di impermeabilizzazione dei siti, ndr), operazioni rallentate dall’incidente probatorio disposto dal Tribunale di Roma nell’ambito del procedimento penale da cui deriva il sequestro preventivo che vede la nomina di un amministratore giudiziario. La Corte di Giustizia Europea contesta all’Italia i ritardi nelle operazioni di bonifica della discarica di Malagrotta. L’esistenza dell’incidente probatorio rende complicate le operazioni di messa in sicurezza in quanto, non potendo modificare lo stato dei luoghi, non è neanche possibile procedere con le operazioni programmate. Siamo molto fiduciosi nell’operato della Giustizia e nell’esito dell’incidente probatorio, i cui periti nominati dal Tribunale fanno capo all’ISPRA, che potrebbe sbloccare la situazione.