Le vere cause della rottura delle relazioni tra UE e Russia

Per prima cosa, è importante spiegare quale non è stato il motivo principale della rottura nelle relazioni tra Unione europea e Russia e poi procedere con suggerimenti sul vero fondamento del problema.

È un luogo comune ritenere che il motivo principale della rottura è stata una mancanza di fiducia. Secondo questa logica fino a quando la fiducia non sarà ripristinata, le relazioni resteranno nel limbo. La fiducia (e la sfiducia) è evocata di volta in volta per analizzare lo stato attuale della situazione nel Vecchio continente.

Non è facile trovare una persona che si opporrebbe all’idea che la fiducia è essenziale per conseguire risultati reciprocamente vantaggiosi. Nella nostra vita, è una cosa di grande valore avere delle persone nelle quali puoi riporre la tua fiducia. È naturale che si cerchi di evitare la diffidenza.

La fiducia è importante per le relazioni personali, per gli affari e altre azioni collettive, ed anche per la politica. La fiducia può essere comparata ai vantaggi che uno guadagna nel settore finanziario quando gli attori si sbarazzano dei costi delle intermediazioni. Negli affari, la fiducia ti dà la possibilità di agire in modo più conveniente e più veloce. Questo è uno dei motivi per cui i paesi creano le unioni monetarie.

La fiducia permette alle persone di fare affidamento su altre persone o entità senza “procedure di salvaguardia” che assicurino dai rischi o che li riducano al minimo. La fiducia è uno degli argomenti fondamentali delle scienze comportamentali, della psicologia e anche della modellistica economica come nel libro “Trust” di Francis Fukuyama. Pertanto, la fiducia può essere sia una idea personale che collettiva.

Detto questo, è difficile definire la fiducia perché il suo significato o significati sono ambivalenti e ambigui. La fiducia è la causa o la conseguenza di certe azioni? La fiducia è una costante o una variabile? Qual è il collegamento tra fiducia e interesse? Perché così tante persone o affari che inizialmente hanno operato sulla fiducia reciproca spesso poi cadono a pezzi o perché ci sono così tanti esempi della storia in cui gli Stati cambiano da amici a nemici e viceversa?

Ha senso dire che certi Stati hanno fiducia o dovrebbero aver fiducia l’uno dell’altro? La maggior parte degli Stati sono abitati da milioni di persone che non si sono mai incontrati l’uno con l’altro e che perciò non hanno mai la opportunità di decidere se devono aver fiducia o sfiducia nei confronti degli stranieri. La “tirannia della geografia”, vale a dire la vicinanza di uno all’altro, avrebbe potuto essere un motivo per generare fiducia. Ma molti paesi vicini sono stati o sono nemici, non amici fidati, come ad esempio in passato la Francia e la Germania, o la Cina e il Giappone, India e Pakistan. La “tirannia della storia”, cioè la condivisione della stessa esperienza, eredità e identità, avrebbe potuto essere tale fattore. Ma nella vita reale lunghe esperienze di relazioni amichevoli e strette, e anche di identità simili, non hanno impedito ai popoli di gettare a mare tali affinità e di scegliere la competizione e perfino la guerra dell’uno all’altro.

La fiducia personale, inclusa la simpatia, l’empatia, la chimica personale positiva, ecc., non importa quanto la fiducia possa essere fragile, certamente esiste ed è ovviamente molto utile. Tuttavia, è una dubbia impresa proiettare ciò sulle relazioni interstatali, quantomeno come una condizione determinante. La fiducia personale esisteva anche durante gli anni della guerra fredda, ad esempio, tra alcuni diplomatici e politici di campi opposti, ma non ha portato a costruire una fiducia durevole tra gli Stati.

L’importanza secondaria della simpatia o della fiducia non ha nulla a che fare con l’idea che le buone relazioni personali non contano. Il fattore soggettivo nella storia non è meno importante di quello obiettivo. Le interazioni personali faccia a faccia possono essere veramente importanti. L’incontro del presidente Putin con il presidente Obama nel settembre 2015 alle Nazioni Unite o il loro incontro successivo lo stesso anno ad Antalya al vertice del G20 – entrambi sono stati importanti per migliorare le cose.

Ma è importante sottolineare che la fiducia personale può essere  una forte strumento per far avanzare gli interessi collettivi; allo stesso modo però può essere controproducente se la simpatia personale prende il sopravvento sugli interessi collettivi (nel caso in cui questi non coincidano).

Ad esempio, Andrej Gromyko credeva fermamente che la simpatia non deve essere confusa con gli interessi nazionali o dello Stato. Se le due cose coincidono ciò va bene per le relazioni personali; se la simpatia, o la percezione di simpatia o anche la fiducia operano contro gli interessi dello Stato – allora la prima, non quest’ultima, dovrebbe essere diminuita.

Tutto sommato, la fiducia gioca certamente un ruolo, ma non è quello che porta a costruire relazioni durature. Ci dovrebbero essere altri ingredienti, che, insieme con la fiducia, o anche in sua assenza, sono in grado di costruire una collaborazione stabile.

Gli interessi sono il pilastro indispensabile del partenariato. Se gli interessi non sono tattici ma strategici, ci sarà un’alta probabilità che le relazioni saranno accompagnate da fiducia e affinità. È difficile immaginare come potrebbe essere il contrario, vale a dire che la fiducia continui a persistere senza un saldo posizionamento degli interessi.

Il pilastro successivo è costituito da quelle strutture e meccanismi che consentono agli attori, che hanno interessi comuni, di legarsi in un partenariato. Forse questo è il presupposto più importante per la cooperazione strategica.

Un altro pilastro è nelle sfide e minacce comuni. La prima e la seconda guerra mondiale sono stati vividi esempi di come attori diversi sotto una minaccia esistenziale possono fidarsi l’uno dell’altro (anche se solo per un limitato periodo di tempo).

La “guerra al terrorismo internazionale” e ora la guerra all’ ISIS possono diventare un simile meccanismo di blocco comune.

Molto si è detto delle somiglianze dei sistemi politici e più in generale dei valori come di un solido terreno per la fiducia. In una certa misura, questo è vero, ma ancora fino ad un certo punto. Le guerre tra le antiche città greche o le città-Stato italiane del medioevo, o gli esempi dei nostri tempi – come la relazione strategica tra gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita e altre teocrazie del Golfo, da un lato, e, dall’altro, le liti tra il Regno Unito e la Spagna per Gibilterra o tra il Regno Unito e l’Argentina per le Falklands, sono esempi rilevanti. L’abolizione della pena di morte in sede di Consiglio d’Europa è una vacca sacra; negli Stati Uniti la pena di morte è ancora molto diffusa. Ma una tale divergenza nei valori non convince molte persone ad affermare che l’Europa e gli Stati Uniti sono incompatibili nei loro valori. Al contrario, con riferimento ai valori di solito essi sono dipinti come un tutto unico (che è l’estremo opposto).

Un’altra domanda: gli attori che si fidano l’un l’altro possono spiarsi a vicenda? Se gli individui fanno ciò, la fiducia tra di loro è considerata come assente. Per qualche ragione, quando lo spionaggio è fatto dagli Stati, la risposta non è sempre così netta. Se, ad esempio, gli Stati Uniti spiano la Germania o la Germania spia la Francia, ecc, e, di conseguenza la fiducia, anche se conservata, si indebolisce in modo significativo, perché ancora i diversi paesi continuano a trattare l’un l’altro come stretti alleati? A quanto pare, a causa degli interessi strategici, strutture e meccanismi comuni efficaci, così come a causa delle sfide e minacce comuni.

In poche parole, la fiducia è importante, ma di solito si tratta di una conseguenza, non è un prerequisito. Esistono una serie di condizioni, in base alle quali la fiducia può essere tenuta viva o può essere generata.

È opinione comune che non c’è fiducia tra la Russia come Stato e i membri della Unione europea e che dovremmo ripristinarla o crearla ponendola su basi amichevoli. Questa è una illusione. In effetti, ci aiuterebbe se i nostri Stati avessero fiducia reciproca. Ma prima che siano in grado di arrivare a questo, essi dovrebbero fare qualcosa di più importante: chiarire il loro pensiero strategico, comprendere i loro interessi comuni a lungo termine, che sono molti, creare solidi meccanismi e Istituzioni, che possano legare entrambe le parti in una collaborazione durevole.

 

 

Paper n. 13, 2015
Pubblicato in inglese il 29 dicembre 2015
IE.RAS_Articolo_Gromyko_EU-Russia_EN.2015
Website: www.ieras.eu/english/newwspub.htm

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