“Eliminare il traffico di esseri umani entro il 2030” è uno degli obiettivi fissati nel Rapporto Onu 2017 sulle Migrazioni Internazionali. Quando diminuisce il numero di migranti illegali, certi politici e giornalisti si rallegrano. Dicono: «La situazione tende a tornare alla normalità; i trafficanti sono forzati a commettere meno reati».
Questa conclusione è inumana e insensata. Meno illegalità non è sempre un buon segno. La gente che traversa frontiere illegalmente rischia la vita. Circa il 2% muore nelle traversate del Mediterraneo. Nessuno può contare i morti nei deserti e nelle traversate tra continenti. Essi hanno già pagato anche forti somme ai trafficanti. Per accettare queste imposizioni estreme, sono stati motivati dalla tragica decisione di evitare un fato peggiore della morte. Fuggono le ingiustizie, le torture, la schiavitù, il razzismo, la povertà, la fame, Questi ultimi vengono chiamati erroneamente “migranti economici”. Hanno investito le loro povere risorse per pagare i trafficanti.
Non possiamo pretendere di essere civilizzati, se discutiamo di illegalità (trasgressione di regole burocratiche) e ignoriamo «i diritti inalienabili alla vita, alla libertà e alla ricerca della felicità». Sono varie decine di milioni i rifugiati nel mondo. Rischiano una Shoah graduale, non organizzata da un neonazismo criminale, ma risultato di avidità, fedi o ideologie brutali. Nella seconda guerra mondiale gli alleati seppero dei genocidi nazisti tre anni prima della fine del conflitto. Erano già in guerra contro la Germania. Avrebbero potuto fare di più per fermare l’Olocausto, ma non lo fecero.
Oggi, conosciamo le minacce dalle quali fuggono i rifugiati. Le nazioni più sviluppate dovrebbero intervenire per eliminare le cause di queste tragiche migrazioni. Fermare i trafficanti significa rischiare di infierire sulle vittime che hanno già affrontato la prima parte di un percorso verso la libertà per il quale hanno già pagato. Creare degli hotspot nel Sud della Libia per fermare tutti i migranti e lasciar passare solo coloro ritenuti degni, creerebbe ulteriori ostacoli ‒ non soluzioni.
Le nazioni più avanzate dovrebbero intervenire ed eliminare movimenti e regimi violenti. Questi, spesso, ostacolano le attività di ricerca e sviluppo sulle quali basare imprese utili a sfruttare risorse naturali e creare localmente notevole ricchezza. Un paio di esempi fra i tanti. Una enorme centrale idroelettrica a Inga sul fiume Congo produrrebbe energia pari a quella di 40 grandi centrali nucleari (un valore aggiunto di 150 GW l’anno). Il canale navigabile Transaqua, 2.400 km dallo Zaire al Tanganika, tornerebbe a riempire il lago Chad, che sta sparendo, e aprirebbe 600 milioni di ettari all’agricoltura. La risposta non è chiudere i porti, ma ricorrere a vasti interventi di ingegneria tecno-sociale.
Nota: I migranti arrivati in Europa sono stati 1.015.078 nel 2015; 362.753 nel 2016; 172.301 nel 2017; 45.923 nella prima metà del 2018. Fonte: UNHCR (United Nations High Commissioner for Refugees).
Roberto Vacca è ingegnere, futurologo, matematico, saggista e scrittore