La storia tragica di una donna di mafia nel romanzo di Rita Mattei

ninna nanna

Ninna nanna, una storia d’amore e di mafia è il romanzo di Rita Mattei pubblicato per i tipi di All Around edizioni, che prova a raccontare la ferocia della mafia attraverso la storia di Carmelina, cresciuta a pane e mafia e moglie del numero due di Cosa Nostra. Ispirato alla storia vera di Vincenzina Marchese, Ninna nanna è ambientato nel periodo stragista che insanguinò Palermo e il resto del Paese, un contesto politico e sociale di grande impatto che costringerà la protagonista a riflettere e a mettere in discussione le sue certezze. Al centro della vicenda c’è Vincenzina Marchese, alias Carmela, una donna di mafia, moglie di un boss, una moderna Antigone che vede smarriti i suoi desideri di madre e si suicida, impiccandosi. A fare da coro alla tragedia c’è la Storia di un Paese martoriato in una delle sue stagioni più feroci e opache: i primi anni Novanta, la stagione delle stragi e del primo Maxiprocesso di Palermo.

Vincenzina donna nell’ombra come richiesto dalla grammatica sociale

Ninna nanna ripercorre la storia di Vincenzina Marchese, che nel racconto di Rita Mattei viene chiamata Carmela. Proveniente da una storica famiglia mafiosa di Palermo, agli inizi degli anni Novanta Carmela sposa il boss corleonese Leoluca Bagarella, appena uscito dal carcere dell’Ucciardone. Sebbene le venga garantito un matrimonio di lusso in Rolls Royce, come nelle migliori saghe di mafia alle quali ci ha abituato il cinema, Carmela è una sposa nell’ombra, come richiesto dalla grammatica sociale della mafia. Sono gli anni dei morti ammazzati, del tritolo, delle strade che si squarciano a Capaci e in via D’Amelio, degli attentati a Firenze, Milano e Roma. I morti sono tanti, anche tra i bambini: uno per tutti, il piccolo Giuseppe Di Matteo, sequestrato per due anni e poi sciolto nell’acido, reo di essere il figlio di un pentito. E Carmela, che un bambino lo vorrebbe, non riesce ad avere figli, abortisce due volte. Forse per una punizione di dio, lei pensa, non riesce a diventare madre.

Una storia di mafia ambientata negli anni di Tangentopoli e del Maxiprocesso

Intanto la ruota della storia va avanti, sono gli anni di Tangentopoli e del Maxiprocesso, della trattativa Stato-mafia e del processo ad Andreotti. Nel tumulto di quegli anni Carmela soffre, sta male come donna ombra e come mancata madre, e si domanda  se si possa uscire dall’inferno. Esce di scena come una eroina tragica, uccidendosi con una corda al collo, per infelicità. La sua morte resta ancora un mistero. Secondo Tony Calvaruso, ex autista di Bagarella diventato in carcere collaboratore di giustizia, su richiesta del marito, dopo la morte fu prelevata in gran segreto e seppellita su una collina di Badia, vicino Palermo. Il suo corpo non è mai stato ritrovato. 

Rita Mattei racconta quegli anni torbidi, i dietro le quinte, gli orrori, la stagione delle bombe e ciò che ne conseguì

Rita Mattei è una giornalista che ha lavorato in Rai, al Tg2 e al Tg3 come inviata speciale; è stata anche capo redattore della cronaca nazionale. L’autrice, con l’empatia di chi si è sporcata le scarpe con il fango della strada, si immedesima nella vicenda umana di una donna appartenente ad un mondo chiuso eppure tanto vicino, riuscendo a restituirne un ritratto umano e tragico. Insieme a Vincenza/Carmelina, Rita Mattei racconta quegli anni torbidi: i dietro le quinte, gli orrori, la stagione delle stragi di mafia e di ciò che ne conseguì. Come se attraverso la cruna dell’ago della storia di Vincenzina avesse fatto passare il filo della Storia, quella con la esse maiuscola. Il titolo Ninna Nanna non tragga in inganno: non c’è dolcezza nella vicenda drammatica di una donna nata dalla parte sbagliata. Solo sul finale la vita di Carmela sembra concederle una sorta di tregua nella resa: “forse quando mi risveglierò sarà una bella giornata e sarò felice”.

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