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Le nuove frontiere dell’e-commerce

di
redazione

Nel 2015 le previsioni stimano un incremento rilevante Internet economy in Italia, elevando l’asta a 77 mld di euro, pari al 4,3% del Pil italiano.

In Italia l’e-commerce vale circa 13,2 mld di euro e secondo i dati del Politecnico di Milano per il 2014 si registrerà un aumento degli acquisti online del 17% rispetto all’anno precedente.

Un indagine dell’Eurispes sui navigatori abituali ha messo in luce come in 6 casi su 10 casi comprare online è diventata una pratica diffusa di consumo. Sono in molti inoltre gli italiani che, pur non essendo navigatori abituali, hanno utilizzato l’e-commerce per approfittare degli sconti e aderire ad offerte speciali (44%).

Anche Amazon ha deciso di aprire una divisione italiana operativa dal 2011, segno che l’Italia ha un potenziale di crescita rilevante nel settore degli acquisti online, nonostante il duplice gap del digital divide e della logistica di distribuzione dei beni, ancora inefficiente in molte aree del Paese. Allo sviluppo del canale e-commerce si sta affiancando il cosiddetto m-commerce, dove la componente di mobilità (utilizzo di cellulare e tablet) costituisce il driver prioritario per incrementare le vendite istantanee e ubique. La propensione verso l’acquisto mobile nel nostro Paese dovrebbe essere maggiore per una naturale predisposizione di massa verso l’adozione di cellulari. Persistono, tuttavia, le incertezze e lo scetticismo di una parte dei consumatori e dei venditori. E le motivazioni rilevate, ancora approssimative, attengono per lo più alla sicurezza, ai metodi di pagamento e alla possibilità di cambiare la merce. La crescente diffusione della pubblicità online e il monitoraggio dei gusti e delle tendenze sui principali Social Network, Facebook e Twitter in primis, costituiscono i punti di forza dell’e-commerce. I consumatori sono raggiunti direttamente e costantemente da sollecitazioni all’acquisto e la resistenza al consumismo, complici la miriade di offerte e l’aggressività delle proposte, diventa un’impresa ardua. Il grado di engagement dei brand e dei rispettivi store online con i consumatori è in aumento. Le imprese e i marchi “dialogano” continuamente con i potenziali acquirenti e i fedeli consumatori penetrando nelle loro vite, modificandone le tendenze e orientando le scelte. Un altro processo importante in atto prevede il passaggio dall’e-commerce al concetto di m-commerce, il commercio su mobile in grado di “geolocalizzare” il consumatore e proporre acquisti personalizzati in base ai gusti e alla posizione geografica direttamente sul dispositivo mobile attraverso le applicazioni di riferimento. Il terreno di conquista dell’m-commerce ha visto in prima linea i servizi finanziari e i collaterali, ma anche le offerte di beni sono approdate a questo nuovo canale. Altro fronte sul quale si coniugano le tendenze sociali e mobili, interprete di uno straordinario successo è costituito dal social buying, nella cui arena proliferano i gruppi di acquisto, i siti di coupon e sconto, vero fenomeno degli ultimi anni, interpreti di un’esperienza di consumo personalizzata e sociale al tempo stesso. I coupon digitali rappresentano insomma la nuova frontiera degli acquisti di gruppo.

La crisi economica che negli ultimi anni ha intaccato la struttura del capitalismo finanziario, non ha risparmiato l’economia reale, contribuendo a generare una frenata dei consumi, della produzione e dell’offerta tradizionale, soprattutto nei paesi più sviluppati. Al contrario, i numeri del commercio elettronico hanno mostrato il segno positivo.

Il couponing nel mondo raggiungerà un giro di affari stimato nel 2016 in 46 miliardi di dollari (Jupiter Research 2012). La mobilizzazione del couponing, la creazione di applicazioni geolocalizzate e l’adesione di un numero crescente di utilizzatori hanno permesso di sperimentare il lancio di offerte mirate, scontistiche e personalizzate in base ai gusti degli utenti.

Una delle maggiori innovazioni del prossimo decennio, secondo il parere degli osservatori internazionali, sarà costituita dall’integrazione completa dell’“Internet nelle cose”. Una forma di integrazione completa tra virtuale e reale. Il bene, oggetto distaccato e inanimato, prende coscienza e assume in sé le caratteristiche principali della Rete, alcune sue funzionalità e servizi. L’essere umano, utilizzatore del bene, potrà interagire direttamente con l’oggetto a cui non mancherà la capacità di raccogliere informazioni, selezionarle e fornire una risposta sempre più precisa e personalizzata all’utente. Se dunque, a partire dalla fine del XX secolo, abbiamo assistito all’ingresso dei beni su Internet, all’inizio del XXI siamo pronti per la fase inversa. È evidente come questa innovazione cambierà i contorni delle nostre vite e rivoluzionerà il commercio elettronico.

Nei prossimi anni si assisterà alla diffusione capillare degli e-shop dei marchi e dei retailer: il loro principale “flagship store” aperto 24 ore su 24 a tutti i clienti del mondo è il primo luogo in cui, nel prossimo futuro, il consumatore si recherà per immergersi nell’universo della marca. Il cross-channel si sta sviluppando per integrare al meglio commercio tradizionale ed e-commerce, le esperienze vissute in negozio e nuove tecnologie. La sfida per l’e-commerce è dunque quella di creare un legame tra le nuove tecnologie e la realtà realizzando all’interno di ciascun canale, online o offline, un’esperienza distintiva per il cliente, fonte di piacere e di emozione.

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