Sono i Vocs, composti volatili prodotti nei normali processi metabolici dal nostro organismo: la loro presenza nei bambini sovrappeso o obesi è significativamente differente e può consentire diagnosi precoci e predizioni del potenziale sviluppo di patologie correlate. È quanto è emerso da uno studio italiano, quello dell’Isa-Cnr di Avellino, pubblicato, recentemente, su “Scientific Reports”, rivista del gruppo Nature.
L’obesità rappresenta, tutt’oggi, uno dei principali problemi per la sanità pubblica, per la sua diffusione su larga scala. Dagli ultimi rilevamenti Istat per l’anno 2016 viene definita obesa una persona su 10 e in sovrappeso più di un terzo della popolazione italiana, ovvero il 35,3 per cento. L’Istituto nazionale di statistica rilevava inoltre un forte divario tra le regioni del Nord e quelle del Sud Italia, che accusano una maggiore presenza di persone maggiorenni obese. Prima tra tutte il Molise con il 14,1 per cento, a seguire l’Abruzzo con il 12,7 per cento, al terzo posto la Puglia, con il 12,3 per cento. Una buona notizia, a livello europeo, sembra giungere da una indagine Eurostat che nel 2016 poneva l’Italia come fanalino di coda tra i paesi dell’Area Shengen, dove l’obesità riguarda il 15,9 per cento della popolazione. In testa alla classifica, per numero di persone obese, la Lettonia, dove il fenomeno interessa il 21,3 per cento della popolazione, seguita da Ungheria e Turchia con il 21,2 per cento della popolazione.
A livello mondiale il dato più allarmate è sicuramente quello proveniente dagli Stati Uniti, dove, tra gli adulti, il tasso di obesità è passato in 10 anni dal 30 al 38 per cento. Questo è quanto emerge dall’ultimo rapporto elaborato dall’Agenzia Federale per la Salute (Center for Desease Control and Prevention). Invariato rimane invece il tasso di obesità tra i minori, il 17 per cento della popolazione tra i 2 e i 17 anni. A poco sono valsi, dunque, gli sforzi della campagna “Let’s Move” voluta dallo stesso presidente Obama e promossa dalla First Lady Michelle Obama, per spingere i giovani americani ad uno stile di vita più sano e ad una dieta più equilibrata, l’iniziativa aveva visto comparire un orto persino nei giardini della Casa Bianca.
Se in generale l’obesità rappresenta un importante fattore di rischio di malattie croniche, in età pediatrica si associa ad una più precoce insorgenza di patologie dell’età adulta, come diabete di tipo due, ipertensione arteriosa e iperlipidemie. Proprio in tal senso la scoperta effettuata dall’Istituto di Scienze dell’alimentazione del Consiglio nazionale delle ricerche (Isa-Cnr) di Avellino pubblicata su Scientific Reports, rivista del gruppo Nature risulta quanto mai utile nel contrasto delle malattie legate all’obesità.
“Abbiamo analizzato campioni di urine di bambini appartenenti alla coorte italiana di un progetto pilota di cui siamo partner, ‘I. Family’”, spiega Rosaria Cozzolino dell’Isa-Cnr. “I risultati iniziali hanno già permesso di evidenziare per la prima volta che nelle urine di bambini sovrappeso o obesi il profilo dei composti organici volatili (Vocs), prodotti nei normali processi metabolici dal nostro organismo, è significativamente differente, dal punto di vista qualitativo, da quello di bambini normopeso: alcuni composti presenti potrebbero quindi ricoprire il ruolo di biomarcatori metabolici dell’obesità infantile e delle relative complicanze”.
L’introduzione di tecniche avanzate per l’estrazione dei Vocs da fluidi biologici ha già consentito di scoprire che, in presenza di alcune malattie, i profili di tali sostanze possono subire alterazioni quali/quantitative. “Tali evidenze scientifiche hanno permesso, recentemente, l’individuazione di potenziali biomarcatori volatili nella diagnosi o nel monitoraggio di diverse patologie, tra cui infezioni batteriche, malattie cronico-degenerative, disturbi neurologici e diversi tipi di cancro”, conclude la ricercatrice. “La nostra linea di ricerca offre ora indicazioni promettenti per la comprensione dei processi e dei percorsi fisiopatologici che portano allo sviluppo dell’obesità e potrà contribuire in prospettiva a sviluppare nuove strategie terapeutiche. Inoltre, i campioni di urina, tra i vari fluidi biologici, presentano evidenti vantaggi per l’analisi dei metaboliti volatili, sia perché possono essere raccolti facilmente e in maniera non invasiva, sia perché contengono concentrazioni superiori di Vocs rispetto ad altri liquidi corporei”.