Sardegna: “Dopo il caso latte, ora la Regione affronti le priorità: trasporti e sanità”

L’epilogo della vertenza latte, il risultato delle regionali in Sardegna che ha cambiato la mappa politica del territorio, le priorità che la nuova amministrazione di centro-destra dovrà affrontare. Ne parliamo con Fausto Fadda, ex sindaco di Sassari ed ex Assessore regionale, attualmente Presidente del Comitato Scientifico dell’Eurispes Sardegna.

Presidente Fausto Fadda, partiamo dall’epilogo della vertenza latte: una vicenda che ha reso incandescente la campagna elettorale delle regionali in Sardegna e sulla quale lo stesso Governo, con Salvini in testa, ci aveva “messo la faccia”. Dopo una complessa trattativa, alla fine si è trovato l’accordo tra pastori e imprenditori: il latte verrà acquistato dai pastori a 74 centesimi al litro, con l’impegno di un conguaglio a novembre in base al prezzo di mercato del pecorino romano. Secondo lei, è un accordo soddisfacente?
Credo si possa definire una soluzione di emergenza, un impegno tra le parti ad approfondire i contenuti dell’accordo, in modo che in futuro l’emergenza non si ripeta, anche perché le risorse finanziarie non sono inesauribili.

Si riferisce a quelle che dovranno stanziare Stato e Regione?
Lo Stato ha stanziato 24 milioni di euro per sostenere la filiera lattiero-casearia della Sardegna e anche la Regione rispetterà l’impegno di acquistare formaggio prodotto ma rimasto invenduto.

L’accordo raggiunto, a suo avviso, può essere considerato una vittoria del Governo?
In effetti, è stato rispettato un impegno preso dal Ministro Centinaio, che aveva promesso di individuare le risorse necessarie. Tuttavia, da questo momento in poi, è necessaria una ulteriore riflessione. Sperando di poter dare un contributo, l’Eurispes ha organizzato per il prossimo 30 marzo un convegno in Sardegna proprio su questo tema, presso la nostra sede regionale di Tempio.

Il voto in Sardegna è stato considerato un termometro importante per misurare la temperatura del Paese, e il crollo del Movimento Cinque Stelle è uno dei dati più eclatanti. Al governo della Regione ci sarà un centro-destra unito, che ha vinto con un risultato netto che dovrebbe garantire la governabilità dell’Isola senza troppi problemi. Presidente Fadda, qual è il suo primo commento?
Con questo risultato elettorale il nuovo Esecutivo disporrà di un’ampia maggioranza, tale da avviare e garantire la governabilità dell’Isola ed un ampio piano di riforme strutturali, necessarie per l’ammodernamento del sistema burocratico e amministrativo. Questa maggioranza di centro-destra si caratterizza per la sua richiesta di maggiore autonomia regionale e locale nei confronti dello Stato, quindi per l’avvio di una riflessione sui contenuti dello Statuto regionale, della sua piena attuazione, e dell’ammodernamento di alcune sue parti, zona franca compresa.

Che cosa cambia nello scenario politico del territorio, rispetto alle votazioni politiche di un anno fa?
Per la prima volta sugli scranni del Consiglio Regionale saranno presenti Lega e 5 Stelle, sebbene la vittoria di Salvini sia stata al di sotto delle attese. Innegabile il forte calo del Movimento 5 Stelle che ha dimezzato i propri consensi in un anno, e una crescita dei partiti dell’area di centro-destra, comprendente il Partito Sardo d’Azione.

All’indomani dei risultati, il giornalista Gian Antonio Stella, ricordando una poesia di Grazia Deledda, scrisse che da oggi i sardi sono anche un po’ “lumbard”. Che effetto le fa questa affermazione?
La presenza della Lega, in Sardegna, è un fatto storico, perché nel passato i temi dell’indipendenza e dell’autonomia erano stati interpretati principalmente dal Partito Sardo d’Azione: oggi invece le realtà che vorrebbero interpretare l’autonomia regionale, con Salvini, sono diventate due. Ha, quindi, ragione Stella nell’osservare che, da oggi, il Consiglio Regionale ha anche una presenza un po’ “lumbard”.

Durante la campagna elettorale, il candidato dell’M5S, Francesco Desogus, aveva apertamente detto che “Salvini in Sardegna è un avversario” poiché fino a poco tempo fa “ci dava dei terroni”. Non sono parole un po’ forti per un “alleato di Governo”?
L’alleanza tra Lega e M5S e anche quel garbo istituzionale che si registra a livello nazionale, qui sono venuti meno: durante tutta la campagna elettorale si è registrato un atteggiamento molto aggressivo dei 5 Stelle nei confronti degli avversari leghisti. Sulla stessa “vertenza latte”, il Movimento 5 Stelle ha criticato l’eccessiva presenza del Ministro dell’Interno e capo della Lega, sull’Isola, considerandola particolarmente invasiva.
Vorrei, inoltre, evidenziare un altro elemento.

Ci spieghi…
La scarsa presenza delle donne all’interno del Consiglio Regionale, che rappresenta solo 15% del totale dei consiglieri eletti. In Sardegna era stata approvata una norma che prevedeva il “doppio voto di genere”; c’era quindi molta attesa sulla possibilità che arrivassero in Consiglio molte donne. In realtà, questo non è avvenuto perché la struttura dell’articolato non è tale da garantire davvero l’accesso. Si pone, per il raggiungimento di questo obiettivo, il tema della revisione del provvedimento legislativo.

Lei presiede il Comitato Scientifico dell’Eurispes Sardegna. Che cosa sta facendo l’Istituto in Sardegna e quali sono i prossimi obiettivi?
La sede sarda dell’Eurispes è nata nel secondo semestre del 2017, quindi siamo ancora in una fase di start up. Nel corso dell’anno passato sono state avviate, in Sardegna, una serie di iniziative di carattere nazionale con sede nell’Isola: in particolare, è stato organizzato a Tempio Pausania un importante incontro internazionale che ha voluto dare un segnale di presenza e vicinanza dell’Associazione alle Istituzioni locali. Per l’anno in corso è stato redatto un programma nutrito di iniziative. In particolare, verrà pubblicato il Primo Rapporto Sardegna sulla situazione dell’Isola, parallelamente al Rapporto Italia. Lo studio sarà caratterizzato dagli argomenti che riguardano la vita politica e sociale della Sardegna. Si indagherà, quindi, sulla fiducia dei cittadini nelle Istituzioni, sulla percezione che essi hanno rispetto all’operato del governo regionale, sulla situazione economica delle famiglie, sui consumi, sul mondo del lavoro e del credito; temi trattati da sempre a livello nazionale e, per la prima volta, declinati a livello regionale.

Di che cosa ha bisogno la sua Isola? Quali sono le priorità che la nuova Amministrazione dovrà affrontare?
Le priorità per la Sardegna sono emerse durante la campagna elettorale ed evidenziate da parte di tutti i candidati presidenti. In primis, c’è da affrontare il tema della ridefinizione dei contenuti dell’Autonomia Regionale, dei trasporti e della mobilità dei sardi: parliamo sia dei collegamenti infrastrutturali del territorio sardo e dell’isolamento delle zone interne, sia dei collegamenti con le altre regioni italiane ed il resto del mondo.
C’è poi un altro tema centrale: il cosiddetto “governo del territorio”, da affrontare attraverso una nuova legge urbanistica che avrebbe l’obiettivo di riordinare e ammodernare il sistema legislativo di settore e attraverso una legge per la valorizzazione delle aree interne dell’Isola, per ridurre il fenomeno dello spopolamento di ampie zone dell’Isola.

Questione sanità: che cosa c’è da fare?
La nuova maggioranza intende muoversi in una direzione ben precisa: riorganizzare il sistema sanitario con una visione opposta a quella del precedente governo guidato dal Pd, che aveva deciso di realizzare una unica Asl regionale, facendosi carico di rispettare un accordo con lo Stato, della Giunta Soru, secondo il quale, la Sardegna si assumeva tutti i costi relativi alla sanità. La nuova maggioranza ha una posizione molto critica nei confronti della riforma approvata e ha preso l’impegno di rivederla totalmente, creando più Asl per garantire una maggiore vicinanza tra le strutture sanitarie regionali ed i cittadini.

 

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