Lo scorso 26 ottobre Patrizio Di Nicola ci ha lasciato, dopo una breve malattia. Sociologo, Professore di Sociologia dell’Organizzazione e dei Sistemi Avanzati alla Facoltà di Scienze della Comunicazione della Sapienza Università di Roma, Di Nicola era un amico ed estimatore dell’Eurispes, per tanti anni membro del Comitato Scientifico dell’Istituto.
Lo ricordiamo, in particolare, come attivo protagonista del grande incontro di rifessione che l’Eurispes organizzò nell’autunno 2017, nella sede di Tempio Pausania in Sardegna, per discutere sulle prospettive future del nostro Paese, riunendo in una “tre giorni” di lavoro I membri del Consiglio Direttivo, del Comitato Scientifico ed i responsabili degli Osservatori e Laboratori tematici. In quella occasione offrì un importante contributo di riflessione nella specifica sessione dedicata agli scenari futuri, con riferimento ai profondi cambiamenti prodotti nel mondo del lavoro dalla rivoluzione digitale. Un’area tematica che ha continuato ad approfondire in attività di studio e ricerca condotte in ambito Istat sui probemi dello sviluppo e degli effetti complessi di Industria 4.0.
Di Nicola ha dato per anni un grande contributo anche alle iniziative promosse dall’Eurispes in àmbito europeo e internazionale, partecipando attivamente in particolare alle attività della Rete Europea sul Monitoraggio dei Mercati del Lavoro Regionali ENRLMM, una grande rete europea costituita nel 2006 per iniziativa dell’Istituto sul Lavoro IWAK dell’Università di Francoforte di cui l’Euripes è stato uno degli enti fondatori. Fin dall’inizio, Di Nicola aderì a questa Rete specializzata sui problemi del lavoro, costituita da esperti, responsabili dei servizi pubblici sull’occupazione, rappresentanti di Istituzioni governative nazionali, di organismI europei ed internazionali; contribuì al suo decollo promuovendo il secondo incontro annuale della Rete nel 2007 alla Facoltà di Sociologia de La Sapienza e partecipando successivamente, in collaborazione con l’Eurispes a tutte le principali iniziative europee. Il grande tributo di stima e di affetto che gli è stato espresso pubblicamente dai colleghi dell’Istituto tedesco e da tanti colleghi europei, collaboratori di questo organismo internazionale, testimonia il valore dell’apporto dato da Patrizio Di Nicola con le sue idee, intuizioni, proposte al miglioramento delle politiche del lavoro; nonchè la ricchezza della sua umanità, la sua onestà morale e intellettuale.
Di Nicola è stato direttore scientifico di numerose ricerche sul telelavoro, le imprese virtuali, l’insegnamento a distanza, il mercato del lavoro nella società post-industriale; autore di molte pubblicazioni che hanno stimolato studi approfonditi in particolare sul telelavoro (New International Perspectives on Telework, 1998; Teleworking best practice handbook, 2001; Telelavoro domiciliare, Ediesse, 2002: E-Society. Strumenti e percorsi di analisi della Società in Rete, Guerini Ed., 2005); consulente della Commissione Europea, DG INFOSOC; direttore del dipartimento progetti delll’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO); membro della speciale Commissione sula Società dell’Informazione, presso la Presidenza del Consiglio del Governo italiano,
Al nostro ricordo ed omaggio, vogliamo aggiungere le parole di un suo grande amico, il prof. ordinario Renato Fontana della Sapienza Università di Roma, docente di Sistemi organizzativi complessi e Sistemi socio-economici, che è stato uno dei più stretti collaboratori nelle iniziative europee ed internazionali promosse con Di Nicola insieme all’Eurispes:
«Figlio di un ferroviere. Ha sempre portato con sé quella cultura tipica dell’aristocrazia operaia, un po’ ironica e piuttosto schietta, capace di mettersi istintivamente dalla parte dei più deboli. Si forma alla (non) scuola di Aris Accornero, con il quale scrive e discute senza timore dei più gravi problemi sociali del nostro sistema economico: non sempre dalla stessa parte. Iniziò i suoi studi affrontando la “gioia nel lavoro” (Henri De Man), spiegò all’Italia le potenzialità del telelavoro, diede importanti contributi sulla flessibilità e sul lavoro precario. E ora stava facendo ricerche sull’Industria 4.0. De facto, non era un accademico, non poteva essere un accademico, il suo spirito estroverso e guizzante non glielo permetteva.
Molto conosciuto e rispettato all’estero, non si è mai risparmiato a livello internazionale, con una forte preferenza per le varie Università americane, dove ha tenuto molti convegni, e dove ha organizzato esperienze diverse per i nostri studenti.
Era un caro amico. Lo abbiamo perso. Ma non abbiamo perso la sua propensione alla curiosità, alla conoscenza e al piacere per la vita. Era una persona loquace, ironica e sorridente. E così ci piace ricordarlo».
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