Un’italiana su dieci è stata costretta a subire quelle condotte vessatorie che passano sotto il nome di stalking nel corso di tutta la sua vita. Un’indagine effettuata dall’Eurispes su un campione rappresentativo di donne dai 18 anni in su, e presentata in occasione dell’8 marzo, porta a questa rivelazione consolante: la percezione diffusa di questo fenomeno di cui tanto si parla è peggiore di quanto non dicano i fatti. Se ben otto donne intervistate su dieci sono convinte infatti che negli ultimi due anni lo stalking si sia esteso (in particolare quelle che appartengono alla fascia d’età fra i 45 e i 64 anni), poi però soltanto il 12,6 per cento dell’universo femminile dichiara di esserne stata vittima, in misura più o meno pesante.
Sette volte su dieci l’atteggiamento persecutorio ha la forma di un messaggio o di telefonate ripetute, nel 58,5 per cento dei casi si materializza invece attraverso insulti. Quasi la metà delle intervistate (48,6 per cento) denuncia nell’intervista affermazioni diffamatorie e oltraggiose, mentre quattro su dieci sono state costrette a subire appostamenti, pedinamenti e minacce, il 23 per cento danni a cose di proprietà. Ha subito una vera e propria violenza fisica il 17 per cento delle vittime di stalking (in particolare le più anziane): quindi all’incirca due su dieci di quell’universo di una su dieci di cui si è appena detto. Circostanza certamente grave, ma inferiore alle aspettative.
E chi è lo stalker? Nella maggioranza dei casi (34,3 per cento) si tratta dell’ex partner, nel 17 per cento è un conoscente, e il 14,3 per cento delle volte è invece un collega. Le più perseguitate sono le donne più giovani, fino a 34 anni d’età, e on ogni caso quelle che vivono in coppia senza figli (57 per cento dei casi). Un dato che fa però riflettere è che un terzo delle donne intervistate ha riferito di aver conosciuto altre vittime di stalking.