La chiusura dei confini per contenere la diffusione del Covid-19 ha travolto il mondo dei trasporti. Dallo scoppio della pandemia il traffico aereo – come del resto tutto il comparto – ha subìto un inevitabile contraccolpo a livello globale, pur senza arrestarsi mai completamente per garantire la mobilità necessaria a soddisfare gli interventi prioritari (rimpatri delle persone e trasporto dei dispositivi medici).
L’Associazione Internazionale del Trasporto Aereo (IATA) ha definito il calo del traffico aereo dovuto al Covid-19 il più significativo dall’11 settembre. In effetti, prendendo a riferimento il 19 aprile 2020 ed il periodo 13-19 aprile 2020 – secondo i dati di Eurocontrol (l’organizzazione per la sicurezza della navigazione aerea cui aderiscono 41 Sati tra cui tutti gli Stati Ue) – gli aeroporti europei si sono trovati a gestire rispettivamente il 91% e l’88,9% dei voli in meno, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In particolare, si nota un drastico calo dei viaggi in programma destinati ai passeggeri: erano pari all’85% del totale nel 2019 e al 32% quest’anno. Sono aumentati in percentuale, invece, i voli charter e cargo, rispettivamente il 37% e il 20%, contro il 9% e il 2% dello scorso anno.
Per le compagnie aeree la stima per il 2020, a livello mondiale, è una riduzione del 50% dei ricavi pari a una flessione di 314 miliardi di dollari.
Sul fronte passeggeri, alla luce delle ripercussioni delle misure eccezionali adottate per fronteggiare il virus sui voli già programmati e prenotati, con cancellazioni o drastiche riduzioni, la Commissione Europea ha presentato, il 18 marzo scorso, le linee guida per garantire una coerente applicazione dei diritti dei passeggeri nell’Unione europea e per proteggerli. Anche il Governo italiano, in una situazione in continua evoluzione, ha emanato apposite disposizioni a tutela dei viaggiatori e per la disciplina dei rimborsi – quest’ultima oggetto di particolare attenzione da parte delle associazioni dei consumatori alla luce del divieto di viaggi e spostamenti per mere finalità turistiche.
L’intero sistema aeroportuale italiano, al termine del primo trimestre dell’anno, ha registrato un calo medio del traffico del 31,8% rispetto allo stesso periodo del 2019. Le inevitabili ripercussioni sulla stabilità degli operatori economici hanno spinto l’Ente nazionale per l’aviazione civile (ENAC) ad avviare, nel mese di aprile scorso, un confronto con tutte le associazioni di categoria operative nel trasporto aereo, con l’obiettivo di gestire la ripartenza, nella consapevolezza della necessità di avere linee guida tempestive, univoche, armonizzate, fattibili e flessibili.
La sfida è, dunque, quella di permettere ai passeggeri di avere adeguate garanzie sul rispetto delle prescrizioni sanitarie, ma anche di dare agli operatori la possibilità di ricominciare in un quadro di sostenibilità economica.
Se per supportare l’economia del settore l’ENAC ha varato tempestive misure quali la sospensione dei canoni relativi alle concessioni aeroportuali e alle fatturazioni – oltre alla proroga dei termini dei pagamenti e delle quote annuali di iscrizione all’Albo Gente dell’Aria – per la fase di “ripresa” gli operatori rappresentano la necessità di una forte collaborazione tra i vettori aerei, i gestori aeroportuali e tutti gli attori della filiera, anche a livello internazionale, in modo da stabilire norme univoche sia dal punto di vista sanitario, sia come modulistica da compilare (che deve essere uguale tra i vari paesi in modo da evitare disomogeneità che rallenterebbero l’efficienza).
L’attuale scenario operativo è delineato dall’ultimo decreto emanato, in ordine di tempo, dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti di concerto con il Ministro della Salute il 17 maggio scorso: nel settore del trasporto aereo sono assicurati esclusivamente i servizi minimi essenziali presso 21 scali nazionali espressamente individuati in quanto in grado di servire bacini di utenza in modo uniforme sul territorio, in ragione della capacità infrastrutturale degli stessi, ovvero, per garantire i collegamenti insulari.
Tra di essi, gli scali di Roma Ciampino e Firenze erano già tornati alla piena operatività dal 4 maggio «per soddisfare le aumentate esigenze di traffico e consentire, allo stesso tempo, la sperimentazione di un sistema di screening per il Covid-19 dei passeggeri». Pur senza voli, quindi, le due strutture erano tornate a dialogare con le compagnie aeree in vista della riapertura dei collegamenti.
A completamento del quadro d’insieme, l’Agenzia Europea per la Sicurezza Aerea (EASA) e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) hanno recentemente pubblicato un documento congiunto che definisce le misure per garantire la sicurezza sanitaria dei viaggiatori aerei e del personale del trasporto aereo, una volta che le aviolinee riprenderanno i loro collegamenti regolari. Tra di esse la raccomandazione di un distanziamento fisico di un metro e mezzo negli aeroporti e a bordo, ove possibile. Le linee guida, non sono vincolanti e rappresentano buone pratiche pensate tenendo conto che gli aeroporti, le compagnie aeree e gli aeromobili sono diversi. Il prossimo passo in questo processo è, quindi, nelle mani delle compagnie aeree e degli operatori aeroportuali che sono chiamati ad adattare le linee guida alle loro singole strutture e operazioni.
Toscana Aeroporti gestisce gli scali di Firenze e Pisa i quali, nel primo trimestre del 2020, hanno registrato complessivamente la cancellazione di oltre 3mila voli con una contrazione del traffico passeggeri del 29,3% pari all’82,9% nel solo mese di marzo rispetto allo stesso periodo del 2019. L’azienda chiude i conti 2019 con un utile netto di 14,1 milioni, ricavi in leggera flessione e 8,3 milioni di passeggeri trasportati (+1% rispetto al 2018).
Gli aeroporti di Firenze e Pisa saranno, quindi, al centro di un progetto pilota su sistemi di screening a tutela della sicurezza di dipendenti, passeggeri e del sistema aeroportuale nel suo complesso.
L’Eurispes, che ha costituito un Osservatorio Permanente su Infrastrutture, Trasporti e Logistica, diretto da Luca Danese – consigliere dell’Istituto, già parlamentare e Sottosegretario ai Trasporti e Navigazione – ha contattato l’Amministratore Delegato di Toscana Aeroporti Spa, Roberto Naldi, Presidente e Ceo della multinazionale Corporacion América Italia Spa che detiene il controllo della società toscana, ed è presente in 53 aeroporti in Sud America e in Europa, come concessionaria di terminal e di carico. L’intento è di entrare nel dettaglio di un progetto pilota che potrebbe rappresentare un modello da esportare e che si può sintetizzare con questa massima: “l’aeroporto è il posto più sicuro dove stare”.
Ingegnere, qual è l’obiettivo del vostro progetto pilota?
Ristabilire il valore del “posto più sicuro dove essere” che gli aeroporti hanno sempre avuto nella storia. Le attività di pre-screening consentiranno, infatti, di minimizzare il rischio di contagio grazie alla realizzazione di un’area triage all’ingresso del terminal.
Quali sono le misure che avete messo a punto?
La ratio è quella di consentire l’accesso ai terminal solo ai soggetti “sani” prendendo a riferimento tutte le indicazioni date dalle diverse Istituzioni sanitarie.
Da un lato abbiamo attuato misure di sanificazione e gestione degli ambienti; dall’altro, abbiamo definito una serie di attività a tutela dei passeggeri e di verifica del loro stato di salute.
Inoltre, abbiamo previsto la possibilità, per chi volesse, di sottoporsi ad un test sierologico rapido. Se il passeggero risultasse negativo allora potrà accedere al terminal. Se dovesse risultare positivo, allora il passeggero non potrà accedere al terminal e verrà condotto in un’area isolata del triage gestita dal personale sanitario che provvederà ad effettuare gli ulteriori accertamenti (ad esempio il tampone).
È possibile calcolare la tempistica di permanenza nell’area triage? Non temete che i tempi si allunghino a dismisura?
Abbiamo definito un processo quanto più possibile snello. Il test non dovrebbe durare più di 10 minuti a passeggero. Tempi sicuramente più brevi dei 15 giorni di quarantena che il passeggero rischia di dover fare a destinazione.
A proposito dell’inevitabile allungamento dei tempi per accedere alle aree di imbarco, ci sono parallelismi con i protocolli introdotti per far fronte all’emergenza terrorismo all’indomani dell’11 settembre?
All’indomani dell’11 settembre tutti ritenevano che l’aumento delle misure di sicurezza avrebbe messo in crisi il trasporto aereo. Oggi, nessuno se ne ricorda e il trasporto aereo da allora è cresciuto a doppia cifra. La gente vuole sentirsi sicura e ben disposta a perdere qualche minuto se questo vuol dire viaggiare sicuri.
Quali altre misure sono previste?
L’installazione di archi di sanificazione che consentano di sanificare tutti i passeggeri in partenza e gli utenti aeroportuali prima dell’entrata in aeroporto. Questo arco di sanificazione consente di nebulizzare liquidi disinfettanti al passaggio del soggetto (passeggero, dipendente, operatore aeroportuale). In concomitanza del passaggio, per facilitare la distribuzione ordinata dei flussi, sarà possibile installare dei termoscanner che consentano di misurare la temperatura. Naturalmente sarà prevista anche l’installazione di dispenser di DPI e altri dispositivi sanitari, conformi alla normativa sanitaria, nelle principali aree dei terminal e in prossimità degli accessi.
Avrete certamente pensato anche ai dipendenti. Che tipo di misure dovranno affrontare?
I dipendenti effettueranno periodicamente un test sierologico per minimizzare il rischio e garantire, al pari dei passeggeri, l’ingresso solo se negativi. La frequenza con cui effettuare il test potrà essere variabile a seconda, ad esempio, della mansione. Chi è a maggior contatto con il pubblico potrà effettuare il test con maggiore frequenza, tendenzialmente ogni 30 giorni.
Come verranno gestiti i dati raccolti?
In coerenza con le finalità di screening e incremento della sicurezza sanitaria all’interno dell’aeroporto, nel progetto si prevede di utilizzare sistemi informartici funzionali a condividere le informazioni, nel rispetto della normativa privacy – prevedendo la sottoposizione di specifici modelli di “consenso informato” all’utente –, con le autorità di salute pubblica sia nazionali sia regionali contribuendo in maniera rilevante alla mappatura dello stato di diffusione del virus a livello nazionale. Oltre all’utilizzo di sistemi di raccolta dati che condividano il protocollo di comunicazione con il Ministero della Salute, il sistema – che potrà essere accessibili anche tramite app – potrà essere di ausilio al processo di screening per tutti quei passeggeri/utenti che vorranno avere le informazioni in digitale.
In conclusione, dal vostro angolo visuale di ampio raggio, qual è lo scenario che ritiene si delineerà, a livello nazionale ed internazionale, per le strutture aeroportuali ed i flussi di passeggeri? Come pensa che reagirà l’utenza dei vostri scali nel medio-lungo periodo?
Il nostro progetto pilota ha l’obiettivo di recuperare il più rapidamente possibile la fiducia dei passeggeri e recuperare il traffico pre-crisi.
Nel medio-lungo periodo ci auguriamo tutti che l’arrivo del vaccino e di cure efficaci ci consenta di gestire questo caso come tutte le altre malattie infettive.
Il sistema aeroportuale doveva trovare una risposta rapida per garantire la sicurezza dei passeggeri e questo è stato fatto.
Ritiene che alcune delle misure adottate per contrastare il Covid-19 permarranno anche ad emergenza sanitaria conclusa? Quando è possibile immaginare un allentamento delle misure?
L’allenamento delle misure in Europa non è detto che corrisponda con un allentamento delle misure nell’emisfero sud, dove l’arrivo dell’inverno potrebbe accendere i focolai della pandemia. Viviamo in un mondo interconnesso dove è impossibile isolarsi.
Siamo ottimisti sul fatto che l’arrivo di un vaccino, e di sistemi rapidi di diagnosi, permetteranno di mettersi in viaggio in assoluta sicurezza.
* Avvocati; oltre a dirigere l’Osservatorio Permanente su Giochi, Legalità e Patologie, collaborano con l’Eurispes mettendo a disposizione la propria competenza tecnico-giuridica in numerose aree di analisi e approfondimento tra le quali credito e banche, dogane, trasporti e frode assicurativa.