I Tg di mercoledì 9 novembre – Il trionfo elettorale di Donald Trump , dato perdente da tutti i sondaggi anche nelle ore direttamente precedenti al voto, che lo incorona 45esimo Presidente degli Stati Uniti d’America, ha tra ieri ed oggi scosso tanto il mondo dell’informazione che i protagonisti della politica internazionale. Come in tutte le giornate che fanno la storia per esiti inattesi, l’informazione di serata dedica alle elezioni americane inevitabilmente più di ¾ del complessivo tempo di edizione e lo fa decentemente. Oltre a proporre la cronaca delle reazioni, degli sconfitti (Hillary Clinton ed Obama) come dei sostenitori (Putin in Russia, la “strana” coppia Grillo-Salvini in Italia), a partire da Studio Aperto delle 18,30 la copertura degli avvenimenti delle ultime ore è stata corretta e tutte le testate una volta tanto non hanno tagliato la realtà esclusivamente con il coltello delle polemiche interne. Il Tg di Italia1 ha proposto la lettura di Sallusti ed Anselma dell’Olio, secondo cui Trump dovrà calmarsi perché si trova finalmente nella stanza dei bottoni ed è consapevole di possedere zero esperienza politica. Tg4, dopo aver paragonato “Super Trump” ad un elefante in una cristalleria, presenta in un lungo servizio in cui si avanzano previsioni, positive e negative, sulle conseguenze della sua presidenza (meno export ma anche meno immigrazione). Anche il direttore Giordano stasera si espone, avanzando la tesi che la vittoria di Trump la si deve al“voto di gente arrabbiata contro il potere” che, inevitabilmente, si riproporrà contro di Renzi. Tg5 prova ad indagare “lo scossone” che si era avvertito sulle borse in mattinata ma che poi è rientrato. Maggiore attenzione per i Tg Rai alle reazioni internazionali e della politica nostrana, con Gentiloni che assicura come l’amicizia tra Italia e USA è forte e dura da 70 anni. Tutte le testate sottolineano il plauso di Putin, mentre su Tg3 e Tg La7 maggiore spazio alle inquietudini di Cina e Francia. Spazio, nel complesso, ridotto ai commenti dei leader politici italiani (Renzi, Salvini e poi Berlusconi), mentre le dichiarazioni di Grillo – che equipara la vittoria di Trump ad un gigantesco “Vaffa” stile M5S e la ribattuta del leader leghista – che lo accusa di voler salire sul carro del vincitore – vengono accentuati su Tg1, Tg3 e TgLa7.
Agli sconfitti di questa elezione, non solo Hillary Clinton ma anche Obama con le molte riforme avviate in 8 anni su cui Trump ha annunciato di voler rimetter mano, vanno l’attenzione dei Tg Rai e La7, con Tg3 che propone un servizio su quali delle tante promesse elettorali fatte sarà per Trump possibile rispettate.
L’immenso flop di sondaggi, incapaci di prevedere l’orientamento profondo dell’elettorato (come era avvenuto per la Brexit), viene con facilità riconosciuto. Meno scontata la presa d’atto che l’intero mondo dell’informazione ha fatto cilecca. Interessante la lettura di Federico Rampini che, ospite al Tg1, piuttosto che incolpare i sondaggisti osserva come siano le classi dirigenti, che si nutrono quasi esclusivamente di sondaggi, a non riuscire più ad interpretare le esigenze dell’elettorato. Non banale il servizio, (presente sui 3 Tg Mediaset) sulla comunicazione politica di Trump: semplice, talvolta abborracciata, fatta di monosillabi, gesti e concetti reiterati; fatta, insomma, “per essere comprensibile ragazzini di 11 anni”(Tg4).
Schiacciati a fine edizione gli altri temi di giornata. Tg La7 è il solo ad avere nei titoli le previsioni al ribasso di Bruxelles per la crescita italiana, sottolineando che si tratta, “fortunatamente”, di un solo 0,1 in meno. Per il resto, il commiato per la morte a quasi 91 anni di Umberto Veronesi, grande oncologo ed ex Ministro della Sanità, è presente a fine edizione su tutti i Tg.