Vegetariani e vegani: alimentazione del futuro?

Da diversi anni ormai l’alimentazione sta assumendo un ruolo sempre più importante nella vita degli italiani, non solamente all’interno di un più ampio stile sano contrapposto ad un’esistenza spesso frenetica ma anche come vera e propria filosofia del cibo. Dagli interrogativi nati attorno alla minore o maggiore salubrità degli alimenti per il corpo umano, a quelli etici e morali legati al ciclo di vita animale, a quelli ancora più radicali circa l’assunzione di prodotti derivanti da animali, sono nate, fin dalla notte dei tempi, diverse discipline alimentari, che prevedono di base l’astensione dal cibarsi di carne animale di qualunque tipo. La cura della salute insieme al proliferare di malattie tumorali che vengono sempre più spesso associate allo stile di vita condotto – nonostante la medicina ufficiale non abbia ancora preso una posizione ben definita in materia – stanno attirando una parte, ancora esigua, della popolazione verso l’introduzione nella propria dieta alimentare, di sostanze il più possibile di natura vegetale.

Negli ultimi tre anni il numero di vegetariani in Italia secondo le rilevazioni dell’Eurispes varia tra il 4,9% del 2013, il 6,5% del 2014 e il 5,7% di quest’anno.

Benché la pratica vegana faccia registrare un basso numero di adesioni, possibilmente legate al fatto che uno stile alimentare così rigido, benché completo, possa in molti casi non essere praticato vita natural durante ma si debba limitare a certi periodi, queste sembrano essere in calo negli ultimi anni, passando dall’1,1% del 2013, allo 0,6% del 2014, allo 0,2% di quest’anno.

Sommando le due pratiche alimentari possiamo concludere che a seguire uno stile alimentare che escluda l’apporto di proteine animali è il 6% degli italiani nel 2013, il 7,1% l’anno passato e il 5,9% nel 2015, piccole variazioni che mostrano come il fenomeno raggruppi meno del 10% della popolazione, che per la maggior parte predilige gusti e sapori più variegati.

Per individuare i primi manifesti vegetariani è necessario tornare molto indietro nel tempo. Il matematico Pitagora fondò una scuola che predicava una dieta non carnivora; Plutarco nel Del mangiare carne stigmatizzava la scelta di uccidere animali mansueti per nutrirsene. Leonardo da Vinci affermava: «Chi non rispetta la vita non la merita» e «Verrà il tempo in cui l’uomo non dovrà più uccidere per mangiare, ed anche l’uccisione di un solo animale sarà considerato un grave delitto». Albert Einstein sosteneva invece: «Nulla darà la possibilità di sopravvivenza alla Terra quanto l’evoluzione verso una dieta vegetariana».

Oggi sempre più spesso gli studiosi ritengono che rinunciare ad un’alimentazione a base di prodotti di origine animale sarebbe di grande aiuto nella lotta alla fame nel mondo. L’economista e sociologo Jeremy Rikfin sostiene che circa 800 milioni di persone potrebbero essere sfamate ogni anno solo con il grano destinato negli Stati Uniti agli animali da macello (ed un discorso analogo può essere fatto per l’acqua). Le risorse ora utilizzate per l’allevamento degli animali potrebbero essere destinate alla sopravvivenza delle popolazioni che soffrono la fame. La coltivazione di cereali da utilizzare direttamente per l’alimentazione umana risulterebbe economicamente più conveniente ed efficace dell’allevamento di animali da macello.

A questo tipo di argomentazioni di vasta portata e di natura etica si accompagnano le considerazioni relative ai benefici di un’alimentazione vegetariana per la salute dell’organismo. Su questo punto il mondo medico e scientifico non ha ancora raggiunto  pareri unanimi.

Da un lato, infatti, si levano gli appelli sempre più numerosi dei sostenitori dell’alimentazione vegetariana, che ricordano i rischi connessi ad un’alimentazione povera di frutta e verdura e ricca di proteine e grassi animali. Emblematico il caso dell’ex Ministro della Sanità italiana, Umberto Veronesi, vegetariano convinto. Lo studioso afferma che il metabolismo umano è analogo a quello dei primati, che sono erbivori e il cui organismo non è assolutamente penalizzato dalla mancanza di carne.

Se tutto il mondo medico concorda sull’opportunità di ridurre il consumo di carne a favore di quello di frutta e verdura, non esiste invece unanimità sugli effetti positivi di una dieta vegetariana, specie se rigorosa.

In ogni caso un numero sempre maggiore di persone, in Italia come nel resto del mondo, si è convertita in questi anni all’alimentazione vegetariana.

Ma il numero sempre più rilevante di vegetariani è divenuto oggetto di forte interesse anche da parte delle aziende. Si stanno moltiplicando sul mercato i prodotti a base di verdura e cereali. Prodotti e linee specifiche dedicate all’alimentazione vegetariana e vegana. L’industria alimentare prende dunque atto che i vegetariani rappresentano ormai un target molto interessante.

Occorre però fare una distinzione all’interno dell’ampio gruppo dei vegetariani. Ci sono i semivegetariani che mangiano tutto ad eccezione delle carni rosse, quelli che escludono le carni animali tranne il pesce e quelli che escludono tutte le carni.

I vegetariani, comunque, rinunciano alla carne ma mangiano i prodotti degli animali come le uova, il latte e i suoi derivati. I vegani o vegetaliani, al contrario, rifiutano qualsiasi cosa provenga dagli animali e si nutrono di frutta, verdura, cereali, legumi, semi, soia, tofu, seitan (proteine a base di glutine di frumento). I vegani rifiutano i derivati animali non solo nell’alimentazione ma in qualunque ambito della vita, non utilizzano infatti capi di abbigliamento, accessori e altri oggetti ricavati dall’uccisione e dallo sfruttamento di qualunque tipo di animale: lana, seta, pelle, cosmetici con ingredienti di origine animale, macchine fotografiche con pellicola contenente gelatina di origine animale, farmaci contenenti le proteine del latte, ecc.

Il termine Vegan deriva dalla contrazione dell’inglese “vegetarian” e indica nella pratica una disciplina continua, che investe praticamente ogni ambito della vita quotidiana. L’applicazione fedele e totale della dottrina Vegan appare un’aspirazione difficilmente realizzabile, cui però i seguaci tendono con ogni sforzo.

Essere Vegan è soprattutto uno stile di vita, nel quale si sceglie di non fare del male a qualunque essere “abbia occhi” escludendo da alimentazione, abbigliamento, arredo e tutto il resto prodotti derivanti «dalla morte diretta o indiretta di animali o dalla loro prigionia». L’alimentazione non è che uno degli aspetti di questa scelta.

 

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