La sinergia portuale tra Calabria e Sicilia per valorizzare lo Stretto di Messina

stretto

La rivista online dell’Eurispes torna a parlare di crescita del nostro Mezzogiorno e lo fa con l’Ingegnere Mario Paolo Mega, Presidente della Autorità di Sistema Portuale dello Stretto di Messina dal maggio del 2019. Una nomina che ha reso pienamente operativa la 16esima Autorità portuale del nostro Paese, nata con l’obiettivo di ammodernare e rilanciare i porti di Messina, Milazzo, Tremestieri, Villa San Giovanni e Reggio Calabria, insieme allo sviluppo dell’economia dell’area strategica dello Stretto.

Presidente, l’istituzione di questa Autorità Portuale è stata inizialmente contrastata dalla Regione Calabria che ne rivendicava una sorta di competenza per la gestione diretta dei porti di Reggio e Villa San Giovanni. Quanto e perché può essere strategico, invece, avere un sistema portuale interregionale in un’area così importante per lo sviluppo dell’intero Mezzogiorno?

Il tema della mobilità sullo Stretto è stato sempre approcciato in modi distinti: da un lato i porti calabresi, dall’altro i porti siciliani. L’idea di una Autorità di Sistema Portuale Unica e, quindi, dell’Autorità dello Stretto, è nata, secondo me, per poter avere, in maniera molto intelligente, un unico ente che pianificasse e gestisse sia la partenza sia l’arrivo dei passeggeri sui due terminali, siciliani e calabresi. Questo si sta dimostrando vincente, perché in questo primo anno di attività – per la prima volta – abbiamo una programmazione di interventi, una pianificazione che è unitaria. Oltretutto, le tipologie di traffico che vengono gestite nei nostri porti sono completamente diverse da quelle che vengono gestite nella Autorità di Gioia Tauro, come anche in quella di Augusta-Catania. Diciamo che lo Stretto ha una sua specificità anche dal punto di vista trasportistico e portuale che riusciamo, in maniera dedicata, ad approfondire meglio rispetto a quelle che sono altre modalità di approccio. Questo aspetto credo che sia stato compreso anche dagli amministratori, tant’è che negli ultimi tempi abbiamo la piena agibilità da parte sia dell’Amministrazione regionale della Calabria, sia da quella della Sicilia. Significa che l’intuizione del Parlamento, e poi la nostra azione, sta dimostrando la piena efficacia dell’idea originale.


 

Quale programmazione sta seguendo questa Authority per la sinergia delle due aree metropolitane di Messina e Reggio Calabria?

Come dicevo, non esisteva una programmazione unitaria sui porti dello Stretto. Con il nostro piano operativo triennale – approvato ad agosto dell’anno scorso – abbiamo cominciato a definire una strategia poi confluita nel nostro primo Bilancio (approvato a fine del 2020), con il quale stiamo mettendo in campo risorse importanti: quasi 70 milioni di euro (di avanzo di amministrazione) subito messi a disposizione di una serie di interventi di cui abbiamo già cominciato ad avviare le progettazioni. L’attenzione primaria sarà quella del miglioramento delle condizioni di gestione della ricettività dei passeggeri, soprattutto di quelli a piedi. Perché c’è una mobilità sullo Stretto, in particolare tra le città di Messina e Reggio Calabria, che è costituita da tanti pendolari che si muovono giornalmente e spesso in condizioni non ottimali. La nostra attenzione, in questo momento, è rivolta ad interventi finalizzati alla realizzazione, per esempio, di una nuova stazione marittima a Villa San Giovanni integrata con la stazione ferroviaria; di un nuovo polo per la mobilità sui mezzi veloci a Messina – anche in questo caso vicino alla stazione ferroviaria – e, analogamente, su Reggio Calabria per migliorare le condizioni dei mezzi veloci, perché questo è il primo obiettivo a cui dobbiamo tendere.

 

Adesso parliamo di turismo; i porti che ricadono sotto la gestione diretta di questa Authority hanno una vocazione turistica specifica: parlo per esempio di Milazzo la porta per le Isole Eolie, del porto di Messina, scalo preferito e privilegiato dalle grandi navi da crociera, lo stesso porto di Reggio Calabria è un porto che si apre ad una città che offre tanta cultura a partire dal Museo Nazionale di Archeologia. A Suo avviso, lo sviluppo del Sud può ripartire dal settore del turismo? Come può un sistema portuale integrato nello Stretto favorire questo rilancio?

L’area dello Stretto, dal punto di vista paesaggistico e culturale, è assolutamente unica. Ci sono delle rilevanze significative e noi, come sistema portuale, contiamo molto sulla valorizzazione di questi aspetti. Fin dalle prime settimane del mio insediamento ho cominciato a lavorare con gli Enti locali e con le Camere di Commercio, perché da quella che era la destinazione crocieristica “Messina” dobbiamo riuscire a passare presto alla destinazione crocieristica “area dello Stretto”. Abbiamo già individuato un logo che useremo per la promozione – che è quella dei porti dello Stretto – e stiamo lavorando per costruire un piano di marketing dell’area che consenta di rendere fruibili tutte le bellezze di tipo culturale, storico, paesaggistico, culinario che è possibile reperire in queste aree, facendole diventare motivo per escursioni. Speriamo di riuscire ad estendere il raggio delle escursioni delle navi che ormeggiano a Messina anche a Reggio Calabria, puntando in maniera importante, per esempio, sul Museo Nazionale dove sono custoditi i Bronzi di Riace; in una prospettiva di medio termine, l’obiettivo è quello di attrezzare il porto di Reggio per renderlo un porto dove possano ormeggiare navi da crociera. Pertanto, sicuramente il turismo costituisce una leva importante per lo sviluppo di questi territori, e i porti possono contribuire notevolmente: portando crocieristi, i turisti dei maxi yacht e del turismo nautico. Ci sono diverse funzioni che partendo dalle bellezze del territorio possono tranquillamente creare opportunità di crescita.

 

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Presidente, Le chiedo adesso di mettersi gli abiti dell’ingegnere. Le applicazioni tecnologiche e la digitalizzazione, applicate agli scali e, quindi, ad un sistema portuale, possono rendere all’avanguardia anche i nostri porti. L’Authority si sta muovendo in questa direzione? Ci sono stati degli interventi o degli investimenti che avete già in cantiere?

Le infrastrutture moderne sono fatte di parti fisiche e di molte parti immateriali, quindi la transizione digitale è uno degli obiettivi del nostro Ente. Questo vuol dire che spesso è possibile evitare di realizzare nuove infrastrutture fisiche, diminuendo anche gli impatti ambientali sui territori, migliorando i servizi, mettendo in condivisione le informazioni, rendendo i passeggeri utilizzatori di un sistema di dati, di informazioni, di notizie e di servizi che vengono generati in automatico e sono collegati all’operatività dei porti. Immaginiamo quanto ci sia da fare, per esempio, per consentire agli autotrasportatori che in questo momento si approcciano ai porti di Reggio di Villa San Giovanni per traghettare senza avere certezza di quali saranno i tempi di attesa? Stiamo cominciando a lavorare su queste iniziative con il fine di trasferire tutta l’attività dell’Ente su piattaforme digitali. Spero di riuscire, entro il mio primo mandato, di far diventare l’Autorità di Sistema un Ente full digital, in cui tutte le procedure saranno re-ingegnerizzate, cioè saranno ripensate utilizzando gli strumenti della tecnologia, così da fare semplificazione e da aumentare la trasparenza dei procedimenti e consentire, soprattutto a tutti gli utilizzatori dei nostri servizi, di conoscere in tempo reale le informazioni sia sulle pratiche amministrative sia sui servizi che utilizzano. Stiamo cominciando, anche in questo caso, a progettare gli interventi; abbiamo già individuato anche le risorse, e il 2021 sarà proprio l’anno di partenza di questo importante piano di trasformazione digitale.

 

*Maurizio Lovecchio è direttore della sede Eurispes della Calabria.

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