Sindacati, cresce la fiducia. Cgil, Cisl, Uil e Ugl soddisfatti: “Una grande responsabilità”

Cresce il consenso nei confronti dei sindacati secondo il Rapporto Italia 2020 dell’Eurispes. Rispetto al 2019, il 37,9% dei cittadini esprime fiducia nei loro confronti, ben 8,5 punti percentuali in più rispetto al2019.

«I dati dimostrano come nel nostro Paese ci sia una forte domanda di rappresentanza e di partecipazione. Un risultato che ci gratifica, ma al tempo stesso ci responsabilizza ulteriormente. Siamo, infatti, consapevoli che dal nostro lavoro quotidiano possano dipendere le condizioni materiali dei giovani, dei lavoratori e dei pensionati», afferma il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. «I dati del rapporto devono, comunque, rappresentare uno stimolo ulteriore per continuare nel nostro lavoro. In un contesto storico di grandi trasformazioni e in un mondo del lavoro che cambia rapidamente, anche il sindacato deve cambiare e sapersi rinnovare, dando voce e rappresentanza a tutti quei lavoratori che oggi ne sono sprovvisti, rilanciando l’obiettivo dell’unità sindacale e del mondo del lavoro. Lo scorso anno milioni di donne e di uomini hanno partecipato alle tante manifestazioni nazionali e territoriali di Cgil, Cisl e Uil e aderito agli scioperi indetti dalle nostre categorie, per sostenere le proposte contenute nella piattaforma unitaria su fisco, pensioni, contratti, investimenti e Mezzogiorno. Grazie alla mobilitazione stanno arrivando i primi risultati, ma continueremo ad andare avanti».

Annamaria Furlan segretaria generale della Cisl ha commenta: «La crescita di credibilità e di fiducia nel sindacato, come ha rilevato oggi l’Eurispes, è un fatto molto positivo perché è dovuto a milioni di uomini e donne, lavoratori e pensionati che abbiamo mobilitato l’anno scorso a livello nazionale con tante manifestazioni, scioperi delle nostre categorie e nei territori su obiettivi concreti e condivisi dai cittadini». E prosegue: «Parliamo di tante persone che sono scese in piazza per sostenere la nostra piattaforma unitaria per un’idea di un Paese diverso, per creare una condizione di crescita, a partire dallo sblocco delle infrastrutture ed i tanti cantieri fermi da anni, ma anche per un bisogno di giustizia sociale, di equità fiscale, di maggiori investimenti in innovazione, ricerca, formazione, per un vero sviluppo del mezzogiorno. Una mobilitazione anche con la richiesta di cambiare i decreti sicurezza, e quelle norme dello sblocca cantieri che favoriscono i sub appalti a discapito della legalità e della salute dei lavoratori. Questa è la vera discontinuità che il sindacato ha chiesto nelle politiche economiche e sociali del Governo Conte, un cambiamento che evidentemente tanti italiani oggi auspicano».

Carmelo Barbagallo, segretario della Uil dichiara: «Un risultato importante che ci conforta circa l’efficacia della nostra azione sindacale, fondata esclusivamente sul merito delle nostre proposte e delle nostre rivendicazioni. Avevamo già avuto un concreto riscontro di questo trend positivo, avendo registrato, negli ultimi anni, una costante crescita sia dei propri iscritti sia dei consensi ottenuti in occasione delle elezioni delle Rsu. L’esito di questa ricerca, messa in campo da un Istituto prestigioso come l’Eurispes, è un ulteriore sprone a proseguire instancabilmente nel nostro impegno a difesa dei diritti e degli interessi dei lavoratori, dei pensionati e dei giovani in cerca di lavoro, nella prospettiva della crescita del Paese».

Sui dati emersi dal Rapporto Italia 2020 è intervenuto anche Paolo Capone, Segretario Generale dell’Ugl: «La crescita della fiducia nei sindacati ci fa contenti e tuttavia deve anche indurci ad una riflessione, che è la richiesta di riportare al centro delle politiche economiche e sociali il tema del lavoro”. Secondo Capone «i sindacati devono concentrare la loro azione sul fenomeno della povertà lavorativa, determinata non dall’assenza di lavoro com’era un tempo, ma dal lavoro stesso, che produce redditi medi netti talmente bassi da non proteggere dai rischi di ritrovarsi nell’area della povertà».

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