La “mobilità circolare” dei giovani nell’area mediterranea

I giovani protagonisti del cambiamento

Lo spazio Mediterraneo è un bene comune (“common good”) che appartiene a tutti gli Stati della UE ed a tutti gli Stati della sponda Sud ed Est, i cosiddetti MENA (Medio Oriente e Africa del Nord). Il problema ancora aperto è come tutelare e valorizzare al meglio questo bene comune, come organizzarlo e gestirlo. Secondo l’Eurispes la scelta strategica ricade su un fattore chiave: la valorizzazione del capitale umano, soprattutto di quello costituito dai giovani, il principale veicolo delle trasformazioni in atto nell’area.

I Piani Nazionali per la Sostenibilità nell’area MED

Un aspetto particolare, decisivo, di questo impegno comune, è testimoniato dalla definizione dei Piani Volontari Nazionali (VNRs – https:// hlpf.un.org/vnrs) che, in base alle disposizioni dell’Agenda 2030, gli Stati dell’area Med hanno presentato al Forum Politico di Alto Livello (HLPF), il quale opera sotto la direzione dell’ ECOSOC  e si riunisce regolarmente ogni anno. Le valutazioni e revisioni dei Piani, svolte dal Forum HLPF, hanno l’obiettivo di promuovere la collaborazione con gli Stati, «facilitare la condivisione delle esperienze, compresi i successi, le sfide e le lezioni apprese, al fine di accelerare l’attuazione dell’Agenda 2030», contribuire a rafforzare le iniziative dei governi e a individuare situazioni utili per incentivare i partenariati multi-stakeholder. Uno degli obiettivi della proposta portata avanti dall’Eurispes è quello di creare un tavolo di lavoro impegnato a verificare le strategie e programmi degli Stati del Mediterraneo in materia di mercati del lavoro (obiettivi, standard, indicatori) per formulare azioni comuni finalizzate allo sviluppo sostenibile.

Le previsioni di ingresso dei giovani nel mercato del lavoro

Nei paesi della sponda Sud ed Est del Mediterraneo, sottolinea nel Rapporto Ferid Belhaj, vicepresidente per l’area MENA della Banca Mondiale (2022), le previsioni indicano che «più di 300 milioni di giovani entreranno nel mercato del lavoro al 2050. Ancora di più se contiamo quelli dell’Africa sud sahariana (…). Questa grande popolazione giovanile non necessariamente pensa ad emigrare». Questi giovani possono costituire un enorme fattore di innovazione e crescita economica, solo che gli Stati si impegnino concretamente a rimuovere gli ostacoli che frenano lo sviluppo e impediscono un efficace inserimento dei giovani nel ciclo economico.

Tre priorità dalle quali partire per l’avvio di un progetto pilota

La proposta dell’Eurispes per cogliere questa opportunità sostiene l’avvio di un progetto-pilota interregionale sulla mobilità circolare dei giovani che si basa su tre punti fondamentali: promuovere la mobilità circolare dei giovani elaborando dei progetti-pilota a livello regionale che intervengano in tre ambiti (Istruzione – Formazione professionale – Lavoro – Sociale); Individuare e affrontare i maggiori ostacoli e difficoltà, in primo luogo quelli burocratici, che si frappongono alla mobilità circolare (in entrata e uscita); avviare collaborazioni e sperimentazioni tra realtà regionali degli Stati dell’area Med i cui risultati possano essere condivisi con i rispettivi governi.

*Avv. Angelo Caliendo, Componente del Consiglio Direttivo dell’Eurispes, coordinatore dell’Osservatorio sulle Zes.

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