“Come è profondo il mare”, cantava, benissimo, Dalla e di rincalzo Battiato, “Mare mare, voglio annegare”.
Canzoni bellissime che raccontano uno stato d’animo, ma che nascondono una intuizione: come andrà a finire nel mar Mediterraneo?
Molti esperti profetizzavano la fine di un grande ruolo geostrategico del Mediterraneo.
La realtà ha smentito questa opinione. Oggi, nel Mediterraneo si gioca una partita decisiva anche per l’Italia.
Con Trump ed ancora prima di lui con Obama ed il suo guardare all’Asia come fattore strategico, il Mediterraneo sembrò per un attimo insignificante strategicamente.
Poi, con il susseguirsi di crisi cruente, si capì che non era così.
Libia, Tunisia, Algeria, Egitto, Siria, Turchia ed infine Russia ed Israele. Crisi continue, ricatti, finte mosse contradittorie e confuse. I russi hanno una base in Siria; la Turchia di Erdogan sogna la rinascita dell’impero Ottomano, nei rimanenti paesi, guerra civile.
In questa confusione un cambiamento della linea degli Usa sarebbe davvero utile.
E sarebbe ora che l’Europa si facesse sentire.