Antifrode assicurativa: un manuale giuridico per le Assicurazioni e le mutue

antifrode assicurativa

Il tema antifrode è di grande interesse come fenomeno di studio per l’Eurispes

L’avv. Angelo Caliendo, componente del Consiglio Direttivo dell’Eurispes ha introdotto gli autori e i relatori che hanno partecipato alla presentazione online del volume Antifrode assicurativa – manuale giuridico operativo per le Assicurazioni e le mutue, di Luigi Peyron, Gabriele Galeazzi e Andrea Strata edito da Rubbettino.

La frode assicurativa viene innanzitutto definita come un fenomeno che incide non solo nel rapporto tra compagnie assicurative e il singolo che compie atti fraudolenti, ma anche nel rapporto con il cittadino e consumatore che si trova a dover contrarre una polizza assicurativa, soprattutto per la questione dei costi che variano sensibilmente da Regione a Regione, proprio a causa di fenomeni del genere.

Caliendo specifica che il tema antifrode è di grande interesse per l’Eurispes, che ha legato la sua storia anche allo studio e all’analisi predittiva dei fenomeni cosiddetti fraudolenti, motivo per cui il volume è presente nella collana di studi e ricerche curata dall’Istituto.

Gli strumenti messi in campo dall’IVASS per contrastatare il fenomeno

Il primo intervento ad apertura del convegno è quello di Antonio De Pascalis, Direttore centrale del Servizio Studi e Gestione Dati dell’IVASS, che evidenzia le contraddizioni dell’antifrode assicurativa come argomento che si presta molto facilmente alla retorica: se ne discute spesso tra le compagnie e nelle interrogazioni parlamentari, ma nel momento di operare si rilevano una serie di criticità. Riguardo al volume, che racchiude tutte le problematiche di chi si confronta con l’antifrode quotidianamente, il relatore pone l’accento sugli strumenti di contrasto, un campo in cui l’IVASS ha fatto molto per chi lavora per reprimere la frode assicurativa, come la creazione di una Banca dati sinistri e l’implementazione dell’analisi delle reti (network analysis). De Pascalis approfondisce il tema dell’antifrode assuntiva, talvolta erroneamente interpretato come modello predittivo da utilizzare nel pricing del prodotto, che nel campo RC auto sarebbe in contrasto con la normativa. L’antifrode assuntiva potrebbe invece fornire un supporto, attraverso il controllo e l’incrocio dei dati, per controllare la permanenza dei requisiti resi in sede di sottoscrizione del rischio. Altro punto evidenziato dal relatore è la necessità di aumentare la cultura assicurativa degli italiani anche attraverso la conoscenza del lessico.

La visione e il ruolo delle imprese del settore

Umberto Guidoni, co-Direttore generale di ANIA, è intervenuto nel dibattito offrendo la visione delle imprese nell’ambito antifrode, un tema definito “strisciante”, talvolta addirittura controproducente per le stesse imprese. Guidoni ha evidenziato il ruolo forte ed evoluto delle imprese nel processo antifrode e l’importanza del coordinamento, da parte dell’impresa, di tutti gli attori che ruotano intorno al sinistro: avvocati, assicuratori, investigatori, medici legali, periti; ed è proprio attraverso questo coordinamento che l’impresa riesce a fare prevenzione e lotta alle frodi che si sono già consumate. Si tratta di una logica d’intervento dove l’impresa è regista, e tutti gli attori intorno si muovono in funzione dell’individuazione della frode, e ciò a beneficio del sistema nel suo complesso nonché del business per le imprese.

Altro punto evidenziato da Guidoni è la necessità di mettere le imprese nella condizione di conoscere i fenomeni fraudolenti, che il più delle volte presuppongono fenomeni criminali associativi gravi e correlati alle frodi. Tali contesti, dove lo scambio di informazioni tra imprese è fondamentale, hanno portato alla creazione di una banca dati di ANIA per l’individuazione delle frodi. Partendo, inoltre, dal dato che 1 sinistro su 4 è a rischio frode, ANIA ha rilevato un andamento corrispondente tra ciclo economico e frodi: durante il periodo di lockdown le frodi hanno, ad esempio, interessato tutta la parte del property, motivo per cui è necessario costruire anche sul non auto una banca dati antifrode. Le banche dati rappresentano uno strumento utile di vigilanza e delle imprese per fronteggiare un fenomeno che fa perdere decine di milioni di euro all’anno al sistema Paese.

La tolleranza sociale verso le frodi assicurative

Il dibattito si è spostato, in seguito, sull’intervento diretto dei tre autori del volume presentato. Secondo Luigi Peyron, le frodi assicurative godono di una irragionevole indulgenza che non tiene conto del grave disvalore sociale delle truffe. Scrivere il libro è stato un tentativo di mettere insieme, ordinare e restituire le esperienze raccolte per accrescere la consapevolezza sul fenomeno delle frodi assicurative. Peyron pone l’accento sul fatto che le compagnie assicurative hanno un grande svantaggio competitivo rispetto a chi vuole commettere le frodi: chi fa le frodi conosce il teatro del sinistro, sceglie i tempi e i modi, mentre chi contrasta ha una normativa e costi che non sempre aiutano (ovvero contrastare una frode è più costoso che porla in essere). L’arma di contrasto è la rete di intervento, le competenze, la conoscenza teorica.

La fase investigativa fa la differenza

L’Avv. Gabriele Galeazzi, coautore del libro, pone l’accento sul tema della competenza territoriale del reato di frode assicurativa punito dall’art. 642 del codice penale.  Ed evidenzia che il principio del locus commissi delicti è stato di fatto “aggirato” da più pronunce della Procura Generale presso la Cassazione, la prima nell’anno 2012, che individuano nella sede legale della compagnia il luogo in cui si perfeziona il reato di frode assicurativa. Ma i fenomeni di criminalità organizzata sono sul territorio: avviene così lo spostamento di organizzatori e comparse delle frodi da una scena aperta del crimine a una scena fittizia. Ne consegue l’accentramento della competenza su pochi tribunali, indagini centralizzate a centinaia di km dalla scena del delitto, dove non c’è interesse ad approfondire determinati contesti criminali. Ciò determina molte richieste di archiviazione, mentre le compagnie devono assumersi i costi di udienze che spesso saltano perché celebrate in luoghi lontanissimi rispetto al luogo in cui sarebbe avvenuto il reato, dove invece risiedono testimoni e persone informate sui fatti. Rispetto a tali dinamiche ed alle notorie lungaggini del processo penale, la cura può essere rappresentata da strumenti investigativi di alto profilo dove si neutralizza il rischio di prescrizione del reato e archiviazione del procedimento; bisogna lavorare più sulle indagini preliminari, poiché a fare la differenza, secondo Galeazzi, è la fase investigativa, nella quale la compagnia deve raccogliere elementi di prova a prescindere dalle attività degli altri uffici, in maniera autonoma e autoreferenziale.

Antifrode assicurativa: usare la strategia del doppio binario

L’Avv. Andrea Strata, sottolinea che attualmente, in ambito giudiziario, le frodi si contrastano quasi esclusivamente in sede penale, partendo dalla denuncia-querela sporta dalla compagnia, mentre sarebbe opportuno giocare su un doppio binario, superando la dicotomia “civile e “penale”: cercare di combinare i due ambiti di competenza, sfruttando a proprio vantaggio la procedura civile e quella penale, conoscendo i punti deboli delle due sfere e intersecando gli strumenti forniti dalle due procedure. Usare strumenti di procedura penale anche in un’ottica civilistica e viceversa. Per attuare nel concreto la strategia del doppio binario, conclude Strata, occorre necessariamente un perfetto lavoro di squadra tra tutti gli operatori antifrode, una specializzazione e professionalizzazione delle figure che operano in tale ambito e una spiccata cultura antifrode.

Come affrontare un fenomeno complesso

Agli interventi dei tre autori è seguito quello di Sergio Mattiuz, Ceo di ANIA SAFE, una realtà che col suo corso antifrode ha formato circa 60 imprese oltre a diversi studi legali e professionisti. Mattiuz individua diverse similitudini tra antifrode e contrasto all’hackeraggio (cybersecurity), aggiungendo che l’anello debole della catena della sicurezza, nel cyber come nella frode assicurativa, è il fattore umano, ovvero la formazione e preparazione delle persone. Inoltre in entrambi i casi tratta di un fenomeno socialmente tollerato in maniera ampia, e dunque il tema della comunicazione è fondamentale. Altro aspetto riguarda la complessità del fenomeno: numerosità degli attori coinvolti e punti di vista diversi, una complessità che richiede formazione e investimento sulle persone. Terzo aspetto dell’antifrode analogo ai temi cyber è quello della condivisione, ovvero la necessità di condividere esperienze, soluzioni, risultati, in sintesi: l’importanza di momenti e strumenti di condivisione sistematica. Altro spunto offerto da Mattiuz, una panoramica sugli strumenti di contrasto alle frodi, sia normativi che di innovazione, tra cui banche dati, blockchain in smart contracts, analytics, analisi di banche dati a disposizione. Al centro delle soluzioni di supporto c’è sempre il professionista, e di tutte le azioni efficaci di contrasto.

Tutti gli attori devono essere coinvolti nella prevenzione

Maurizio Vitale, managing director di WIT srl, apre il suo intervento sul contrasto alle frodi specificando che esso è uno dei principali problemi di chi si occupa di sinistri nelle assicurazioni. Il tema riguarda àmbiti non solo inerenti a RC auto: bisogna ricercare e identificare i motivi, e dunque risulta fondamentale la collaborazione di tutti gli operatori del settore e con le Autorità di vigilanza e giudiziaria.

Il costo sociale e di business delle frodi assicurative

L’ultimo contributo è del magistrato Nicola Graziano, componente del Comitato Scientifico dell’Eurispes, il quale apre sull’incomprensibile indulgenza e tolleranza sociale del fenomeno, così come l’approccio retorico all’argomento, specificando, al contrario, il costo sociale e di business delle frodi assicurative. Il fenomeno delle frodi assicurative è un sistema localizzato in alcuni ambienti di tipo associativo, scaturito da osservazione di fenomeni sociali di grande rilevanza e dunque che non si possono ignorare. Il ritardo del sistema penalistico accentua il fenomeno, e parte della responsabilità pesa anche sulla magistratura e nella disorganizzazione della giustizia. Graziano auspica che la riforma della giustizia possa dare la risposta anche a questi problemi.

Alcuni spunti conclusivi

Sinergia, collaborazione, conoscenza, volontà di mettere fine in maniera definitiva alla “filiera”: sono aspetti fondamentali per debellare il fenomeno, in un parallelismo che richiama quanto avvenne negli anni Settanta per il contrabbando, quando ad certo punto lo Stato decise di mettere fine al fenomeno in maniera incisiva.

Gli ultimi interventi richiamano il tema dell’antifrode assuntiva, dai punti di vista di IVASS e di ANIA.

De Pascalis individua prima di tutto la necessità di colmare le asimmetrie informative con le banche dati, soprattutto per le piccole compagnie che rischiano di essere prede più facili per i frodatori, mentre la richiesta di informazioni per l’antifrode assuntiva non sarebbe ammessa, in quanto gli indicatori della fase liquidativa non possono essere utilizzati in fase assuntiva o al fine di stabilire il pricing.

Guidoni specifica che il tema dell’antifrode assuntiva, lungi da essere uno strumento per fare delle black list o elusione dell’obbligo a contrarre, può essere un valido strumento di prevenzione dei reati. Se l’antifrode liquidativa non svolge un ruolo di prevenzione in quanto va a sanare frodi che si sono già compiute, al contrario l’antifrode assuntiva è, in questa visione, essenziale nella prevenzione di possibili reati, dando inoltre la possibilità di individuare, con indagini mirate, contraenti a rischio frode.

L’Eurispes auspica di aver aperto, grazie alla partecipazione dell’Organo di vigilanza, delle associazioni di categoria e dei tecnici della materia, un fil rouge di collaborazione sui fenomeni di fraudolenza.

 

 

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