In alto, Guido Reni Atalanta e Ippomene. 1615-18 ca. Olio su tela. Napoli, Museo di Capodimonte
(Per gentile concessione della Fototeca della Soprintendenza Speciale Per il P.S.A.E. e per il Polo Museale della Città di Napoli).
L’arte del pathos, del disorientamento e della meraviglia, del continuo movimento e della caducità, del coinvolgimento; l’artista vuole sconvolgere e convincere lo spettatore, creando un’illusione perfetta.
Il Barocco a Roma, più che una semplice mostra, è un vero e proprio viaggio nella città che all’epoca divenne la “capitale della meraviglia”, egregiamente rappresentata dai curatori, Maria Grazia Bernardini e Marco Bussagli.
Nell’allestimento quasi 200 opere, che si snodano attraverso un percorso che nasce dal pensiero e si diffonde nella città, modificando lo spazio e l’urbanistica.
Ed ecco allora, non solo dipinti e sculture, ma, studi, bozze, schizzi, piante e sezioni architettoniche: dalla “Proposta alternativa per la facciata di San Pietro” di Gian Lorenzo Bernini, al “Disegno della volta della Galleria di Palazzo Pamphilj” di Ciro Ferri, fino al “Modello del terzo braccio del colonnato di San Pietro” di Alessandro Specchi.
A sinistra, Gian Lorenzo Bernini. Proposta alternativa per la facciata di San Pietro. 1645 Matita nera, inchiostro bruno e acquarello grigio e bruno su carta. Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana.
A destra, Gian Lorenzo Bernini Ritratto, di Costanza Bonarelli. 1636-37 ca. Marmo di Carrara. Firenze, Museo Nazionale del Bargello. (Ex S.S.P.S.A.E e per il Polo Museale della città di Firenze – Gabinetto Fotografico)
Numerosi i prestiti eccellenti: il prezioso arazzo “Mosè bambino calpesta la corona del faraone”, su disegno di Nicolas Poussin e Charles Le Brun, dal Mobilier National di Parigi; il “Ritratto di Costanza Bonarelli” del Bernini, dal Museo del Bargello; “Atalanta e Ippomene” di Guido Reni, dal Museo di Capodimonte; “Trionfo di Bacco” di Pietro da Cortona, dai Musei Capitolini; “Santa Maria Maddalena penitente con due angeli” di Giovan Francesco Barbieri, detto Guercino, dai Musei Vaticani; “Il tempo vinto dalla Speranza e dalla Bellezza” di Simon Vouet, dal Museo Nacional del Prado.
Giovanni Francesco Barbieri, detto Guercino Santa Maria Maddalena Penitente con due angeli
1622 Olio su tela. Città del Vaticano, Musei Vaticani (Servizio fotografico dei Musei Vaticani ©Musei Vaticani)
Di tutta l’esposizione, rappresentano il fiore all’occhiello dell’impegno profuso dalla Fondazione Roma-Arte-Musei, le due composizioni di “Angeli Musici” di Giovanni Lanfranco, opere sopravvissute all’incendio ottocentesco della Chiesa di S.Maria della Concezione dei Cappuccini a Roma, per la prima volta esposti al pubblico dopo il restauro, realizzato grazie alla Fondazione, e che al termine della mostra saranno restituiti alla chiesa.
Giovanni Lanfranco Angeli musici. 1628-1630 Olio su tela, Roma, Chiesa di Santa Maria della Concezione. (Patrimonio del Fondo Edifici di Culto, amministrato dal Ministero dell’Interno – Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione – Direzione Centrale per l’Amministrazione del Fondo Edifici di Culto).
L’esposizione a Palazzo Cipolla è la punta di diamante di una vera e propria operazione culturale che è riuscita nel difficile compito del far collaborare soggetti pubblici e privati, con un’esplosione di eventi satellite, tour tematici, convegni, concerti e rievocazioni storiche, in collaborazione con Roma Capitale, Assessorato alla Cultura e al Turismo – Sovrintendenza Capitolina e Dipartimento Cultura, collegati tra loro in un percorso ideale del Barocco nel territorio.
In evidenza, alcuni capolavori architettonici del Borromini, come l’Oratorio dei Filippini, la cappella dei Re Magi nel Palazzo di Propaganda Fide e il complesso di Sant’Ivo alla Sapienza, cui si aggiungono i percorsi della Galleria Doria Pamphilj, della Galleria Colonna, dei Musei Capitolini, di Palazzo Barberini, proseguendo con le mostre di approfondimento “Ritratto e figura da Rubens a Giaquinto” nel Palazzo Chigi di Ariccia, “Feste barocche” a Palazzo Braschi, “La fabbrica della Sapienza. L’università al tempo di Borromini” nella Biblioteca Alessandrina presso l’Archivio di Stato.
«Tale progetto è pienamente in linea con il percorso che sta snodando da tempo la Fondazione Roma-Arte-Musei e teso al raggiungimento di un duplice obiettivo; da un lato valorizzare la storia dell’arte a Roma; dall’altro mostrare l’influenza che questa ha esercitato nel mondo, da cui, a sua volta, si è lasciata ispirare per quella eccezionale osmosi che solo la cultura è in grado di creare. In tal senso, oggi la cultura è anche una grande leva di sviluppo a nostra disposizione, l’‘energia pulita’, come sono solito definirla, in grado di riavviare il motore della nostra economia. Questa linea di pensiero dovrebbe guidare l’azione della classe dirigente, tanto più in un difficile momento storico come quello che stiamo vivendo e che proprio nella valorizzazione del patrimonio culturale può trovare una occasione unica, e forse irripetibile, di riscatto» dichiara il Presidente della Fondazione Roma, Prof. Avv. Emmanuele Francesco Maria Emanuele.