I Tg di venerdì 8 aprile – Il governo italiano ha provato, con pazienza mista ad irritazione, a cercare un Egitto che si mostrasse in grado e che volesse confessare l’inconfessabile, ovvero la verità sulla bestiale uccisione di Giulio Regeni. Un Egitto che, però non esiste. Quello di Al Sisi è in grado di torturare e uccidere, ma non di riconoscere le proprie responsabilità verso un paese amico ed alleato. Le aperture di quasi tutti i Tg sono sul fallimento del vertice romano con gli inviati de Il Cairo, e la conseguente e preannunciata decisione del governo di richiamare il nostro ambasciatore. Nelle edizioni delle 20 è lo stesso Renzi a decretare la fine dell’inutile attesa, dopo che nei giorni scorsi Gentiloni aveva avvertito Al Sisi. Difficile prevedere a cosa porterà la nuova fase di questo vero e proprio contenzioso, ma una cosa è certa: una volta tanto la politica e, conseguentemente, l’informazione non producono o riprendono baruffe interne, e l’attesa decisione di assumere una posizione dura è apprezzata da tutti.
Dicevamo delle baruffe, e gli atti con cui i Cinque Stelle accompagnano la campagna per la sfiducia al governo (vedi la lettera a Mattarella con l’invito a non firmare la riforma costituzionale la prossima settimana perché “il governo sta per cadere”), trovano correttamente spazio nei titoli di Tg3 e Tg La7, ma la particolare sintassi costituzionale utilizzata dal Movimento lascia il tempo che trova.
L’arresto dell’ “uomo con il cappello” a Bruxelles è per il Tg4 di Cecchi Paone una “buona notizia”. Tutte le testate danno spazio alla cattura di quello che con ogni probabilità era l’ultimo membro ancora libero della cellula terroristica franco-belga.
Per la politica interna, i dati del def, con l’abbassamento al + 1,2% della previsione del pil nel 2016, sono alti e nei titoli per TgLa7 e Tg3; quelli positivi della borsa sono presenti su tutte vengono enfatizzati da Mediaset per annunciare l’accordo con Vivendi, senza spiegare però che, al di là della generica cornice di alleanza, ciò che al momento concretamente è avvenuto è la cessione di Premium al colosso francese, come spiega correttamente Mentana.
Tg3 propone un servizio sulle squallide manifestazioni anti-profughi ad Atene da parte dei fascisti di Alba Dorata. La liberazione dell’ex missionario italiano sequestrato molti mesi fa da terroristi filippini compare nei titoli di Tg4 (“altra buona notizia”) e nei servizi dei Tg Rai e di Tg5.
La grande apertura del papa sulla comunione ai divorziati dimostra che la paziente opera di Francesco avanzata attraverso il sinodo della Famiglia, sapeva bene dove mirare. Tg1 sente Melloni, che riflette sui grandi cambiamenti nella Chiesa. Tg4 Cecchi Paone si lascia andare e afferma “com’è mondano questo Papa!”
Chiudiamo con il Tg2 che ricostruisce, a 25 anni dalla tragedia, il dramma della Moby Prince.