Dall’attività della DIA emergono poche ma significative evidenze, che collegano le specificità insulari al quadro nazionale. Nel territorio sardo non operano associazioni criminali riconducibili alle tradizionali organizzazioni mafiose; sono comunque presenti sodalizi autoctoni che, però, non attuano il controllo egemonico del territorio tipico delle organizzazioni criminali. Anche dalle più recenti indagini, sono emersi rilevanti collegamenti di gruppi criminali sardi con esponenti di sodalizi di ’Ndrangheta e Camorra.
L’Isola è un territorio utilizzato da gruppi criminali per riciclare i capitali derivanti dal gioco illegale
Nel settore del gioco, la criminalità isolana non ha rinunciato a stabilire sinergie operative con le cosche pugliesi e calabresi. Alcuni filoni investigativi hanno svelato come queste organizzazioni criminali si siano inserite nel settore controllando, in maniera diretta o indiretta, volumi di giocate assai rilevanti ed accumulando capitali da riciclare attraverso prestanome. Un esempio di questa operatività sul territorio viene dall’operazione “’Ndrangames”, portata a termine dai Carabinieri nel 2017, che oltre ad evidenziare gli interessi nel settore del gioco del clan potentino Martorano-Stefanutti, ne ha individuato le connessioni operative con la ’Ndrangheta del crotonese. L’Isola è un territorio utilizzato anche per riciclare i capitali derivanti dal gioco illegale, come emerso nell’operazione “Game over” che ha portato alla luce complicità tra affiliati al cartello dei Casalesi, soggetti criminali autoctoni e di altre consorterie mafiose.
La Guardia di Finanzia sul territorio: controllo e contrasto
I dati resi disponibili dal Comando Regionale della Guardia di Finanza della Sardegna relativamente al triennio 2018/2020 riguardano i risultati operativi in materia di tutela del monopolio statale del gioco delle scommesse svolti sull’intero territorio regionale. Emerge, in primis, l’aumento delle violazioni riscontrate e delle sanzioni irrogate nell’anno di entrata in vigore della Legge Regionale n. 2/2019, rispetto all’anno precedente (2018). Si è passati dalle 75 violazioni complessive (61 in materia di apparecchi da divertimento) dell’anno 2018 alle 96 (di cui 90 in materia di apparecchi da divertimento) nel 2019. L’aumento è molto più significativo guardando all’ammontare complessivo delle sanzioni irrogate in materia di apparecchi da gioco e “totem” che da euro 170.477 nel 2018 è passato ad euro 402.231 nel 2019. Se nel 2020 le violazioni riscontrate sono state 19, le sanzioni, invece, si avvicinano ai valori dell’inizio del triennio, arrivando a 177.232 euro (170.477 nel 2018). Nel 2019 anche il numero dei soggetti denunciati all’autorità giudiziaria, su quello complessivo di soggetti “verbalizzati”, segna un aumento esponenziale essendo passato da 8 nel 2018 a 42 nel 2019.
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[/box]Cagliari e provincia catalizzano le maggiori criticità in diffusione di fenomeni criminali
Per quanto riguarda il 2020 non sono stati effettuati sequestri di punti di raccolta scommesse clandestini, mentre nel 2018 se ne contavano 3 e nel 2019 18. Il Comune di Cagliari, e la relativa provincia, catalizzano le maggiori criticità in punto di diffusione di fenomeni illeciti, essendo peraltro il Comune capoluogo di regione tra quelli che si sono muniti di un regolamento ad hoc per disciplinare gli orari di esercizio degli apparecchi da gioco ed anche il “distanziometro” per il contrasto delle dipendenze. La tipologia di illecito maggiormente diffusa ed accertata nella provincia di Cagliari consiste in apparecchi da gioco illegali, sprovvisti dei titoli abilitati richiesti dalla normativa e rilasciati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Le più recenti Relazioni della DIA e dalla DNA hanno più volte evidenziato l’esposizione del capoluogo sardo all’influenza dei sodalizi mafiosi extraregionali. Le investigazioni hanno fatto emergere investimenti di capitali illeciti da parte di organizzazioni campane sia nel settore turistico-alberghiero sia, appunto, nel settore delle scommesse online.
La necessità di riordino della galassia del gioco pubblico
Il complessivo quadro della Regione Sardegna emerso da questa ricerca, non fa che confermare quanto l’Osservatorio Permanente su Giochi, Legalità e Patologie dell’Eurispes ha in passato segnalato in relazione alle problematiche afferenti all’offerta del gioco pubblico. Anche per la Sardegna si evidenziano e si prospettano alcune valutazioni che accomunano i diversi territori, come: l’obiettivo di limitare il gioco patologico e problematico mediante una compressione dell’offerta attraverso strumenti come il “distanziometro” risulta sostanzialmente mancato, in quanto rimane stabile il “gioco fisico” e si mostra in aumento l’online; tali strumenti appaiono funzionali all’esercizio del gioco patologico, come segnalato dall’ISS; risultano evidenti i segnali di crescita del gioco illegale, anche in rapporto alla compressione di quello pubblico, ed in particolare nel settore delle scommesse e dell’online; le indeterminatezze del quadro normativo e regolamentare e la disomogeneità che si riscontra tra gli indirizzi dello Stato centrale e quelli delle Autonomie locali, generano insicurezza per le imprese che legittimamente gestiscono il gioco pubblico in concessione dallo Stato; anche per la Sardegna i “numeri” dell’occupazione nella filiera del gioco pubblico si confermano assai rilevanti, per questo dovrebbero essere adeguatamente considerati quando si determinano specifici interventi e più generali visioni di riforma del settore. L’Eurispes ha più volte ribadito che la galassia del gioco pubblico necessita di quel complessivo riordino da anni coralmente invocato, ma mai realmente avviato. L’Istituto dunque si esprime a favore di un’opera di riordino complessiva del quadro normativo che sfoci in un Testo Unico in grado di dare certezze alle imprese del settore e, al contempo, tutele agli utenti rispetto ad un’offerta pubblica qualificata e controllata in tutti gli aspetti.
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