Fumo tradizionale, prodotti alternativi e riduzione del danno. I dati

Sono stati presentati a Roma il 24 novembre alcuni dei risultati più importanti emersi nelle indagini del 2023 effettuate dall’Eurispes sul tema “Fumo: nuovi prodotti e riduzione del danno. L’evoluzione del fenomeno in Italia”.

Obiettivo delle indagini sondare le abitudini e le opinioni dei fumatori in relazione al fumo, al suo impatto sulla salute, allo sviluppo e diffusione dei prodotti alternativi a quelli tradizionali. Il risultato di questa attività di monitoraggio sono tre rilevazioni distinte: la prima presso i fumatori “tradizionali”, la seconda presso gli utilizzatori di e-cig e, infine, la terza presso i fruitori di tabacco riscaldato. La realizzazione delle indagini è stata possibile anche grazie al contributo di Philip Morris Italia.

«I risultati dei nostri monitoraggi – dichiara il Presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara – continuano a confermare tre aspetti: il primo che vi è un costante aumento di fumatori che dichiarano di non avere alcuna intenzione di smettere di fumare. Il secondo è legato ai prodotti senza combustione, la cui diffusione va di pari passo con una diminuzione delle sigarette tradizionali o con l’abbandono delle stesse. Il terzo aspetto riguarda la mancanza di informazione sui nuovi prodotti lamentata da quanti hanno partecipato negli anni alle indagini campionarie.

Da qui la necessità, nella prospettiva di una più ampia diffusione, di dare indicazioni, che si aggiungono alle regole già individuate dal Legislatore, su come regolamentare alcuni aspetti della comunicazione e della vendita di tali prodotti in modo da coniugare la tutela dei minori e dei non fumatori e il diritto all’informazione. In quest’ottica si inserisce il Codice di autoregolamentazione per la comunicazione e la vendita dei prodotti senza combustione che l’Eurispes ha presentato a giugno del 2022.

Il Codice – spiega il Presidente Fara – è stato elaborato da un Tavolo di lavoro di esperti e giuristi, vi hanno aderito in maniera volontaria alcuni tra i più importanti protagonisti del comparto e resta ancora aperto all’eventuale adesione da parte di altri soggetti interessati. Tra le attività poste in essere con la collaborazione degli Enti sottoscrittori – Philip Morris Italia, Logista, FIT, Anafe e Uniecig – diamo il via, con la conferenza di oggi, ad una campagna di informazione capillare che raggiungerà i punti vendita di tabacco su tutto il territorio.

Il logo del Codice e un QR code di rimando ad una lettura più approfondita dei contenuti del testo saranno apposti infatti in tutte le vetrine di quei negozi che vorranno aderire all’iniziativa. Contiamo in questa prima fase di raggiungere circa 44.000 tabaccai. Diamo il via ad una piccola rivoluzione verso una maggiore consapevolezza degli esercenti e, soprattutto, dei cittadini».

Fumo “tradizionale”: la maggior parte dei fumatori non ha mai provato a smettere

La maggioranza (68,6%) dei fumatori intervistati (1.018 fumatori “tradizionali”) dichiara di non aver mai provato a smettere di fumare.

Ciò che risalta negli anni è la diversificazione dell’offerta che ha cambiato le abitudini dei fumatori: alla sigaretta tradizionale si affiancano in maniera importante prodotti come le sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato, che negli ultimi 5 anni hanno visto una crescita evidente e costante. Spesso prodotti tradizionali e innovativi vengono utilizzati contemporaneamente, o per diminuire l’uso delle sigarette tradizionali.

L’uso della sigaretta elettronica

Per quanto riguarda i nuovi prodotti, i fumatori di e-cig intervistati (316 su tutto il territorio) hanno conosciuto la sigaretta elettronica soprattutto grazie al passaparola di amici e conoscenti che la usavano già (35,1%) o perché è stata loro regalata (20,9%). Il 18,7% ne è venuto a conoscenza grazie ad articoli e riviste, il 14,6% tramite Internet, l’8,2% tramite le rivendite del prodotto, il 2,5% grazie al consiglio di un operatore sanitario (2,5%).

Si svapa soprattutto usando liquidi senza nicotina (57,3%); in pochi preferiscono, invece, liquidi con nicotina (15,5%), mentre il 27,2% dei rispondenti utilizza entrambi i tipi di liquidi.

Sul ruolo dello Stato rispetto a eventuali prodotti senza combustione ritenuti scientificamente meno dannosi rispetto a quelli tradizionali, l’82% dei rispondenti ritiene che debba essere permesso ai cittadini di essere informati. Il 52,8% ritiene che lo Stato debba promuovere campagne di informazione, il 56,6% sostiene la necessità di incentivi fiscali per tali prodotti, il 55,4% di incentivi regolamentari quali divieti e limitazioni.

Secondo il 62,7% degli interpellati, lo Stato dovrebbe incoraggiare l’utilizzo della sigaretta elettronica tra i fumatori che, altrimenti, continuerebbero a fumare in ogni caso. Del parere contrario il 37,3% del campione.

La diffusione del tabacco riscaldato

L’indagine sul tabacco riscaldato ha invece coinvolto 3.145 utilizzatori. Il primo canale di conoscenza dei prodotti a tabacco riscaldato resta il passaparola di amici, conoscenti, parenti già consumatori (63,7%, in aumento rispetto al 2021, ma ancora in calo rispetto al 2020) e anche i punti vendita che espongono tali prodotti si confermano il secondo mezzo di conoscenza (15,8%, -7,3% dal 2021).

L’adozione dei dispositivi a tabacco riscaldato è riuscita ad avere un impatto positivo sulla riduzione del consumo di sigarette tradizionali. Il 79,5% del campione afferma di aver abbandonato le sigarette tradizionali dopo essere passati ai prodotti senza combustione.

Interrogando il campione su quali comportamenti ritenga giusti che siano adottati dallo Stato nel caso in cui fosse scientificamente provata l’esistenza di prodotti senza combustione meno dannosi rispetto a quelli tradizionali, emerge che secondo il 91,9% lo Stato avrebbe il dovere di promuovere campagne di informazione ed è altrettanto alta la percentuale di quanti vorrebbero una riduzione della tassazione su prodotti certificati come meno dannosi (90,1%). Per il 71,6% sarebbe giusto anche incentivare tali prodotti sottoponendoli a meno divieti e limitazioni rispetto a quelli tradizionali, mentre solo una minoranza preferirebbe un atteggiamento neutrale attraverso l’applicazione delle stesse norme vigenti per i prodotti tradizionali (39,4%).

La netta maggioranza dei rispondenti (85%) si dichiara concorde con il fatto che Stato e Istituzioni sanitarie dovrebbero incoraggiare i fumatori che continuerebbero a fumare prodotti tradizionali a valutare il passaggio al tabacco riscaldato.

 

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