Tabella dei titoli in percentuale. Totale titolazioni: 227; cronaca 24% (55 titoli), politica 24% (55 titoli), esteri 22% (49 titoli), sport e varie12% (25), cultura e società 11% (24), interni 6% (13) ed economia 3% (6).
4 febbraio – La settimana dell’informazione propone, in apparenza, una presenza bilanciata di politica (55 titoli, di cui 15 aperture), cronaca (55 titoli, di cui 8 aperture) ed esteri (49 titoli, di cui 9 aperture). Se al pallottoliere la campagna elettorale primeggia sulla cronaca, è quest’ultima ad aver maggiormente condizionato l’interno delle edizioni, sia per il numero dei servizi che per le riflessioni avanzate dalle testate in relazione ad alcuni eventi.
In giornate prive di “scontri diretti” tra i principali attori della campagna elettorale, che figurano nei titoli in modo uniforme, a spiccare sono gli “intoppi” seguiti alla presentazione delle liste, sia tra i Cinque Stelle (10 titoli) che nel centro destra, con questi ultimi che si sono risolti nella giornata di giovedì (3 titoli). L’ammiraglia Rai nel corso della settimana intervista i leader più influenti di questa tornata (Renzi, Salvini, Di Maio e Berlusconi). Da segnalare anche Studio Aperto, che da qualche giorno raccoglie gli appelli dei vari partiti nella seconda parte dell’edizione.
Oltre le elezioni, i ricorsi alla Corte di Giustizia europea da parte del’Italia, della Regione Lombardia e della città di Milano per l’assegnazione della nuova sede dell’EMA, raccolgono tra martedì e mercoledì 8 titoli ridestando l’orgoglio nazionale dopo un’assegnazione che aveva lasciato l’amaro in bocca a tutti. Gli esiti della Commissione Parlamentare D’inchiesta sulle Banche che ha prodotto 4 relazioni finali, una della maggioranza, tre delle opposizioni, sono ripresi dai Tg di martedì (apertura di Tg5).
La morte di Pamela Mastropietro, 18enne romana in cura nel maceratese il cui corpo è stato trovato abbandonato in due valigie, delitto per cui risulta accusato uno spacciatore 29enne nigeriano e senza permesso di soggiorno, ha dominato le pagine della cronaca, collezionando da mercoledì a venerdì 12 titoli, tra cui le aperture di tutte le edizioni Mediaset. Immancabile la consueta deriva securitaria del Tg4, che nei giorni successivi leva un peana sull’ “ultimo caso di una colonna infame”. Sempre Tg4 aveva martedì aperto sulla denuncia dell’Interpol secondo cui nel paese sarebbero arrivate, nell’estate dello scorso anno, 50 jihadista dalla rotta Tunisia (notizia presente, ma sottotono, per le altre testate).
Quando si danno casi di cronaca di questo clamore, ci si può aspettare una degenerazione nei toni che equipara sospettati ad assassini, facendo di tutta l’erba un fascio. Ciò è ancora più vero quando, in clima di campagna elettorale, alcune forze politiche possono avvantaggiarsi di simili eventi per rilanciare i propri messaggi. Bisogna però ribadire come questo genere di coperture sono profondamente anti-giornalistiche visto come, per natura, escludono qualunque indagine o riflessione critica sugli eventi, facendosi talvolta casa di risonanza per i sentimenti più feroci, come l’astio della madre della vittima, ripreso fin dai titoli su Studio Aperto e Tg4 di giovedì. Da questa vicenda Tg5 è la sola testata Mediaset che accompagna allo sdegno l’indagine, proponendo giovedì un servizio che riaccende i riflettori sull’attività di quelle organizzazioni criminali che si servono dei migranti nigeriani sono solo per il traffico di droga, ma anche come veri e propri schiavi, anche sessuali nel caso delle donne.
Va altresì osservato come questa settimana, benché il tema dell’immigrazione resti centrale anche in questo recente, torbida vicenda, il comparto Mediaset ha sostanzialmente ignorato qualunque notizia sul fenomeno migratorio che non inquadrasse i migranti come “soggetto problematici”. Un disinteresse che, in maniera minore, contagia anche le testate Rai: così l’entrata in attività della nuova operazione “Themis”, che non prevede l’obbligo di portare in Italia i migranti soccorsi nel Canale di Sicilia, non figura in nessun titolo di giovedì, ma viene illustrata nei servizi di Tg2 e Tg1, che venerdì titola sul nuovo tragico naufragio davanti alle coste libiche. Sempre sui migranti, Tg3 riprende in un servizio di lunedì la braccianti di Rosarno dopo il rogo della loro baraccopoli della scorsa domenica. Interessante l’approfondimento del Tg2, proposto nel corso di due giornate, sulla situazione dei migranti in Uganda, paese che accoglie 1,5 milioni di rifugiati riuscendo ad integrarli senza gravi difficoltà.
Sempre le testate Mediaset hanno però proposto riflessioni più costruite sugli ultimi casi di bullismo e cattiva scuola (10 titoli , di cui 7 dedicati alla maestra aggredita giovedì nel casertano), a cominciare dal Tg5 che venerdì passa nuovamente la parola allo psicologo Andreoli. Buone coperture anche sui Tg Rai. Segnaliamo in quest’ambito l’approfondimento del Tg3 di lunedì sulle attività di recupero per i giovani presso il Punto Luce di Telefono Azzurro a Chiavano e la testimonianza, proposta fin dati titoli dal Tg2 di mercoledì, di un ragazzo che ha saputo riabilitarsi attraverso lo sport. I Tg di Cologno Monzese sono inoltre i soli a rilanciare fin dai titoli gli appelli dei legali di Marcello Dell’Utri affinché l’ex senatore, gravemente malato, possa ricevere cure più adeguate fuori dal carcere.
Passando agli esteri, a tenere banco durante i primi giorni della settimana è stato lo scandalo che ha interessato diverse case automobilistiche tedesche, sotto accusa per aver effettuato dei test su (consenzienti) cavie umane (titoli per tutti lunedì, con le aperture di Studio Aperto, Tg3 e Tg2). Analoga attenzione ha incontrato il discorso sullo Stato dell’Unione del Presidente Trump (4 titoli), mentre le vicissitudini della catalogna sono oggetto d’attenzione ad intermittenza da parte di tutte le testate, salvo Tg La7. Su questo versante, va segnalato come lo “scoop” della rete spagnola Telecinco (titolo per Studio Aperto), che aveva carpito un messaggio in cui Puigdemont lamentava di essere stato “scaricato” dai suoi alleati potrebbe, a quanto ne pensa Enrico Mentana, aver prodotto, attraverso un processo di eterogenesi dei fini, un rafforzamento dell’ipotesi di candidatura per l’ex leader catalano a dispetto del divieto della corta di cassazione spagnola di questo martedì.
L’approvazione da parte del senato polacco della legge che punisce quanti associano la Polonia alla persecuzione nazista degli ebrei è stata seguita e ripresa da tutte le testate, con Tg La7 che offre il giudizio più severo: questa legge non può cambiare il passato, né la verità di quanto è accaduto, visto che resta scritta anche su molte cronaca redatte proprio da scrittori polacchi.
I dati sull’occupazione, che presentano un quadro in miglioramento (la disoccupazione scende al 10,8%) ma con molti chiaroscuri (aumentano gli inoccupati) sono presenti fin dai titolo sui Tg di mercoledì.
Per lo sport, il caos che ha interessato la nomina dei vertici di Federlcalcio e Lega viene ripreso, ma senza grande interesse, dalle edizioni di lunedì e martedì (4 titoli). Più spazio, e molto affetto, al ricordo di Azeglio Vicini, lo storico allenatore della nazionale scomparso il 30 gennaio.
Ampio spazio è stato riservato da Tg2 di giovedì alla lettera appello “contro l’intero sistema” del cinema italiano firmata da 124 donne del cinema italiano che denunciano “l’iniquità” di un contesto, quello del cinema italiano, prono a molestie ed abusi sulle attrici (ripreso anche su Tg La7 e le testate Rai di venerdì).
Tra le varie ed eventuali, segnaliamo in conclusione:
l’attenzione del Tg1 di lunedì verso l’incontro tra il Presidente della Repubblica Mattarella ed un gruppo di giovani star del web italiano, oggetto di titolo e ripreso a metà edizione dalle altre testate Rai e Tg5;
il titolo dedicato martedì dal Tg3 all’appello del Garante dei Detenuti Palma a riempire il vuoto del carcere con “lavoro ed istruzione”; presente in edizione un toccante servizio su detenuti di Poggio Reale recuperati alla società attraverso il lavoro; sempre Tg3, venerdì, ha titolato anche sulle dichiarazioni del procuratore Antimafia Cafierò De Raho, che ha interpretato in ottica positiva i numerosi successi dello scorso mese contro la criminalità organizzata mafiosa;
il servizio di Tg4 di martedì che, avvalendosi dei dati del Rapporto Italia pubblicato quello stesso giorno, spiega al suo pubblico come “il 56% degli italiani userebbe un arma per difendersi” se aggredito. Un messaggio “pro-armi” già proposto dalla testata di Mario Giordano, che per l’occasione ricicla appunto un servizio quasi “promozionale” di un corso di autodifesa per il comune di Limena (Padova), già mandato in onda lo scorso dicembre, e che “fa sentire le donne più sicure e migliora l’autostima”.
Luca Baldazzi