Quanto convenga la giustizia all’intera collettività è uno di quei concetti che un tempo si dava per scontato, ma che oggi, invece, bisogna tornare a spiegare. E chi può assolvere ad un compito così importante meglio di due magistrati come Gian Carlo Caselli e Guido Lo Forte che hanno dedicato la loro intera vita a perseguire giustizia e legalità?
La giustizia conviene – Il valore delle regole raccontato ai ragazzi di ogni età (edito da Piemme) si configura come un libro dalla duplice natura. Una didascalica, che risponde all’intento di spiegare il complesso universo che costituisce l’ordinamento italiano nelle sue molteplici sfaccettature. L’altra discorsiva che, grazie alla straordinaria capacità esemplificativa degli autori, si traduce in una lettura dall’andamento facile e lineare, anche di fronte ad argomenti complessi o scottanti.
Il senso della giustizia e della legalità raccontato ai ragazzi di gli età
Tale poliedrica inclinazione si riversa inevitabilmente sul destinatario dell’opera, dichiarato apertamente fin dal sottotitolo: quello di Caselli e Lo Forte è un racconto indirizzato “ai ragazzi di ogni età”. Dal sottotitolo, fino ad arrivare al decalogo delle pagine conclusive: il richiamo ai più giovani come ultimi depositari di questo libro chiude il cerchio iniziato dalla copertina e manifesta, fino in fondo, l’importanza che ha per gli autori di trasmettere alle nuove generazioni non solo il senso della giustizia, ma anche una rinnovata fiducia nella legalità, nelle leggi che governano il nostro Paese e nei vari organi attraverso i quali viene esplicato il ruolo dello Stato.
Uno stile scorrevole, alla portata dei non addetti ai lavori
Si potrebbe tranquillamente adottare questo testo come supporto all’educazione civica nelle scuole superiori, dal momento che vengono trattati argomenti come il senso stesso di “legalità” e “giustizia”, per arrivare ad introdurre i princìpi della Costituzione, a spiegare il funzionamento del processo, il senso della Corte Costituzionale e del Parlamento, il significato di separazione delle carriere, e così via. Argomenti apparentemente tecnici, che solitamente non riescono a catturare l’attenzione di un giovane lettore e che si trovano quasi sempre relegati in qualche noioso e difficile esame di diritto costituzionale all’Università. Quello che invece sorprende in questo libro è la scelta di uno stile linguistico semplice e scorrevole, alla portata dei più giovani, dei non addetti ai lavori o di chi non si direbbe propriamente appassionato di cronache giudiziarie. E il risultato è evidente fin dalle prime pagine: basti pensare al secondo capitolo, in cui la parabola fascista viene raccontata a partire da un “c’era una volta”, proprio come se si trattasse di una favola indirizzata ai più piccoli.
Un manuale di orientamento nell’intricato mondo della giustizia contemporanea
Parallelamente, a questo tipo di lettura “semplice” e “superficiale” se ne affianca un’altra, quella propria di un occhio più esperto, che può riconoscere in un testo così organizzato un ottimo manuale di orientamento nell’intricato mondo della giustizia contemporanea. C’è da dire che, oggi, complici anche gli scandali che hanno costellato il biennio 2020-2021, giustizia e legalità appaiono sempre più in affanno, sembrano faticare ad assolvere quelli che sono i propri compiti fondamentali, con una conseguente perdita di credibilità da parte di chi, invece, dovrebbe difendere e sostenere questi valori: tutti noi, comuni cittadini. Tuttavia, limitarsi allo sdegno, o a denunciare quello che non va, secondo i due autori, non è la soluzione, ed è da qui che nasce l’idea di un libro: dalla volontà di proporre una riflessione sul perché la giustizia è stata ed è uno dei pilastri fondamentali nella vita di una comunità, l’unico strumento a salvaguardia delle libertà e dei diritti di tutti.
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Seguendo il sentiero lungo il quale ci conducono Caselli e Lo Forte, costellato di esempi di cronaca italiana, ma anche europea, e trattando di argomenti delicati come il terrorismo o la risposta dello Stato al fenomeno mafioso, appare ad ogni pagina più evidente che agire nella legalità non significa soltanto sicurezza, e che non lo facciamo solamente per paura di dover scontare pene o sanzioni pecuniarie, ma che si traduce concretamente in una vita migliore, attuabile fino in fondo grazie ad una giustizia che deve essere uguale per tutti. “L’irresistibile convenienza della legalità” è il titolo di un paragrafo particolarmente evocativo di ciò che significhi, per chi scrive, agire e vivere nel rispetto delle regole: «[…] rispetto della legge equivale a civile convivenza; un quadro in cui prevale l’interesse collettivo, per offrire a tutti noi speranze di vita migliore e di crescita ordinata e comune. […] In sostanza, la legalità è un vantaggio. […] Non è quel “fastidio” che qualcuno pensa, anzi. E non è neppure un “gioco” fra guardie e ladri a cui assistere con sostanziale indifferenza». Alla fine di questo cammino, tirando le somme, si arriva a dire, insieme con agli autori, che la giustizia (insieme alla legalità) conviene davvero, ed è questo il messaggio che a gran forza viene affidato alle giovani generazioni.