Un’isola bellissima, la Sardegna, ma secondo otto italiani su dieci ha come punto di debolezza la difficoltà dei collegamenti per raggiungerla. Ed è ancora poco conosciuta dai Millennials, come vengono ribattezzati gli appartenenti alla generazione compresa fra i 18 e i 34 anni d’età. Una larga maggioranza di loro, per l’esattezza il 57 per cento, non l’ha mai visitata. Sono due dei dati che emergono dalla ricerca dell’Eurispes “A kentannos”, ovvero la Sardegna nell’immaginario collettivo degli italiani, appena presentata a Cagliari.
Il senso di questo lavoro è stato così riassunto dal Presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara: “In tempi di globalizzazione, l’identità locale torna ad essere un valore, solido, spendibile. Riconoscibile, aggregante e maieutico”. Mentre il professor Alberto Mattiacci, Direttore scientifico dell’Eurispes e coordinatore della ricerca, si chiede “se i sardi saranno in grado di prendere in mano questo tesoro e trasformarlo in ricchezza”, dopo aver definito l’isola come “una grande espressione di spazio e di tempo: lo spazio è definito dal mare, dalla natura e dai valori ad essi associati. Il tempo dalla tradizione, che conferisce un valore unico ai prodotti della natura e dell’uomo”.
La ricerca, condotta interpellando 1.125 uomini e donne, che costituiscono un campione rappresentativo della popolazione italiana, parte con un’analisi del quadro economico dell’isola, dal quale emerge una debolezza strutturale. Dal 2010 al 2015, il Pil sardo è calato di ben 5 punti, scendendo ai livelli del 1997, e solo nel 2025 dovrebbe tornare ai livelli pre-crisi. Nella classifica delle regioni italiane, la Sardegna è al 14° posto, in quella europea al 212esimo su 276. Le imprese sono per il 63 per cento di piccola dimensione e una su quattro è a vocazione agro-pastorale.
I tre quarti del Pil regionale sono assicurati dai servizi. Un grande asset produttivo è il turismo, con 4.650 imprese e 210 mila posti letto, divisi equamente fra comparto alberghiero (52 per cento) e villaggi turistici e campeggi (48 per cento). Quanto agli alberghi, è significativo che più della metà (52 per cento) siano a quattro stelle, distribuiti soprattutto nella parte nord dell’isola. I 5 stelle e 5 stelle lusso sono concentrati nelle province di Tempio-Olbia, ovvero in Costa Smeralda, con 4.365 posti letto. Nel 2016 gli arrivi sono aumentati del 10,3 per cento rispetto all’anno precedente, gli stranieri sono il 46 per cento e la presenza media è di 2,1 giorni.
A visitare la Sardegna, secondo la ricerca dell’Eurispes, è stato un italiano su due. Costa e mare vengono reputati i punti di forza dell’isola (98,6 per cento delle risposte), mentre il 74,5 per cento degli intervistati valuta positivamente la disponibilità all’accoglienza dei sardi. Il principale punto di debolezza, come detto, è costituito dai collegamenti per raggiungerla: lo sostiene il 78,8 per cento degli italiani. Positiva è l’immagine emozionale della Sardegna, percepita come rilassante, bellissima, selvaggia, luogo di divertimento, anche se costosa.
La qualità dei prodotti agro-alimentari viene percepita come “top of mind” dagli italiani: vino, mirto e birra e, come cibo, il formaggio, per lo più pecorino. Tuttavia la maggioranza degli italiani (55,4 per cento) non acquista prodotti sardi nel luogo di residenza, o perché non sono interessati a farlo (59,3 per cento di chi non acquista) o perché non li conoscono. Una persona su quattro li vorrebbe comprare (25,1 per cento) ma afferma di non trovarli al supermercato.
Poi un’analisi generazionale, con quel 57 per cento dei Millennials che non è mai stato in Sardegna. La Generazione Z (35-54 anni) è quella che conosce meglio l’isola, perché il 53 per cento l’ha visitata almeno una volta, mentre gli “over 55” sono a percentuali simili ai Millennials. Da queste differenze delle diverse fasce d’età emergono informazioni utili per impostare azioni correttive o di rafforzamento dell’immagine della Sardegna.