I Tg di giovedì 3 marzo – Il trauma causato dalla notizia della quasi certa uccisione di due dei quattro tecnici italiani della Bonatti rapiti in Libia nel luglio scorso investe buona parte delle edizioni dei Tg di serata. Le notizie sono frammentarie, ma Tg La7 si può avvalere della presenza a Sabrata dell’inviato di Piazza Pulita che è in grado di offrire i migliori aggiornamenti. I riflessi sulle famiglie delle due vittime abbondano, come è giusto, su tutte le testate e in particolar modo su quelle Mediaset. Ma meno scontato e, certamente, meno giusta è la canea che si è scatenata da parte delle opposizioni, per le quali il dramma reso noto oggi è solo un alibi per attaccare aggressivamente la parte politica avversa ed il governo. Così, dopo qualche minuto di cronaca, ecco comparire (estesamente sui Tg Rai e su La7, sotto tono su Mediaset) le scellerate parole di Salvini che approfitta della situazione per accusare Mattarella e Renzi di avere le mani sporche di sangue. Immaginabili le reazioni degli esponenti Pd. Le comunicazioni del sottosegretario Minniti al Copasir evidenziano che agenti italiani dei servizi sono già in Libia, ed a nostro giudizio c’è da esserne felici, vista la probabile quanto imminente operazione militare internazionale nella quale l’Italia è chiamata a svolgere un ruolo di direzione. Anche in questo caso l’ira del centrodestra per la mancata informazione al Parlamento di un’operazione militare che ancora non c’è rientra nel novero delle polemiche sterili e rappresenta un ulteriore caso di irresponsabilità istituzionale. La pensa come noi Enrico Mentana che, in un avvilito commento da studio, si duole di dichiarazione che nulla hanno a che fare in una fase in cui “Rispetto assoluto dovrebbe essere mostrato quando ci sono in ballo delle vite ed il sistema paese è attaccato. A commento della complessa situazione libica Tg3 intervista in diretta Romano Prodi, che parla della guerra come “estrema ratio” rispetto alla quale l’Italia deve essere sicura di non trovarsi da sola con il cerino in mano. I venti mutevoli della politica portano la destra a “dolersi” dell’eventuale intervento, con Berlusconi che, ripreso da Tg La7 e tg5, lo considera assolutamente negativo dopo che per mesi alcuni esponenti, ed in particolare modo Salvini, avevano accusato Renzi di vigliaccheria, dicendosi pronti ad indossare l’elmetto.
Cambiando argomento ma restando in tema, da segnalare che continua l’attenzione dei Tg alla drammatica situazione ai confini tra Grecia e Macedonia (titoli e servizi per i Tg Rai e Tg5), con Tg La7 che titola sull’attesa per l’imminente vertice europeo.
Il verminaio della politica non si accontenta dello sciacallaggio sulle due vittime italiane in Libia, e si manifesta anche con la polemica del giorno sui verdiniani pronti a partecipare alle primarie del Pd a Roma. Notizia rientrata ma che ha dato da lavorare per ore alle agenzie di stampa e ai siti. Passando alla destra, dopo diversi giorni di pratico silenzio, Tg5 “non ce la fa più” a non parlare della spaccatura per il candidato capitolino, ma se la cava affermando che il caso Roma può rappresentare un’occasione per riunificare e rivitalizzare il centrodestra.
Il decreto mutui che, dopo gli allarmi di ieri, dovrebbe essere riformato concedendo alle banche il pignoramento solo dopo 18 rate non pagate (non più 7) insieme alle presentazioni del nuovo codice degli appalti, completano per tutti le pagine di politica interna.
Mondazzoli è “una importante operazione culturale” per Tg5, mentre l’accordo Repubblica-La Stampa è un vulnus alla libertà d’informazione. In parte concordiamo, ma ci ha fatto effetto vedere sempre su Tg5 e su Tg4 rispettivamente Brunetta e Liguori con addosso i panni dei paladini del pluralismo dell’informazione.
Dopo la maratona “americana”, Mentana è il più attento a seguire le convulsioni in casa repubblicana con l’ingresso in campo di Mitt Romney, ex antagonista di Obama, per scongiurare la vittoria tra i repubblicani del lanciatissimo ma odiatissimo Donald Trump (definito un bullista, misogino e disonesto)
In conclusione segnaliamo il buon approfondimento di Tg2 sul ritorno di molti giovani italiani alla campagna, non per qualche bucolico pic-nic, ma per fare agricoltura d’avanguardia. In studio conferma tutto il ministro Martina.