L’impatto della pandemia sulle abitudini di consumo degli italiani

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Il 21 febbraio 2020, esattamente un anno fa, veniva ufficialmente identificato nel paese lombardo di Codogno il primo caso italiano di Covid-19, successivamente definito “paziente 1”. Da quel giorno, nell’incredulità generale, la pandemia ha rapidamente dilagato nel nostro Paese cambiando radicalmente le nostre esistenze.

Il periodo di rigido lockdown disposto tra marzo e maggio per contenere la pandemia ha ridefinito in modo drastico e forzato gli stili di vita degli italiani. L’abitazione privata è improvvisamente divenuta l’unico luogo sicuro, la maggioranza dei negozi sono stati chiusi e, per i pochi aperti, gli ingressi sono stati contingentati – con lunghissime file soprattutto davanti ai supermercati –, scuole, ristoranti e palestre, tutti i luoghi della cultura e dell’intrattenimento sono stati chiusi, spesso a tempo indeterminato.

Per esplorare, dando voce in modo diretto agli italiani, in che modo la vita nel nostro Paese sia mutata nel corso di questo anno senza precedenti e quale sia stato l’impatto sui cittadini, l’Eurispes ha realizzato un’indagine su un campione composto da 2.063 cittadini, rappresentativo della popolazione italiana. La ricerca è stata realizzata attraverso la somministrazione diretta di un questionario semistrutturato, distribuito nel periodo compreso tra novembre 2020 e gennaio 2021.

L’impatto della pandemia sulle abitudini di consumo 

 Il 21,9% degli italiani afferma di aver ordinato per la prima volta la spesa a domicilio dopo marzo 2020, ovvero dopo l’esplosione della pandemia da Covid-19. L’abitudine di ordinare la cena o altri pasti a domicilio era già abbastanza diffusa (il 28,6% lo faceva anche prima della pandemia), ma da marzo il 16,8% lo ha fatto per la prima volta.

Il 13,1% ha ordinato per la prima volta farmaci a domicilio, complici le file all’ingresso delle farmacie ed i timori relativi al rischio di contagio.

Più affermato era l’utilizzo dei nuovi strumenti tecnologici a supporto della comunicazione: il 45,2% degli intervistati era già solito comunicare con amici/parenti tramite videochiamata; con la diffusione del virus quasi un terzo lo ha fatto per la prima volta (30,7%). L’11,1% del campione ha acquistato proprio in questo periodo strumenti per la cucina (robot da cucina, macchine per il pane, pentole professionali, ecc.), come ben testimoniato dal boom di cuochi più o meno improvvisati che hanno così impiegato il tempo libero e compensato l’impossibilità di mangiare fuori casa.

Il 13,4% degli italiani ha acquistato un abbonamento a piattaforme streaming (Netflix, Infinity, ecc.) (il 36,3% già lo aveva). E infine la decisione di acquistare/noleggiare strumenti per fitness domestico ha riguardato una quota non trascurabile del 14% (il 12,2% ne era già in possesso).

Nonostante le restrizioni della pandemia l’e-commerce resta “sconosciuto” per tre italiani su dieci.

Tra ritardi nell’accesso alla Rete veloce in alcune aree del territorio ed il persistere di una quota di analfabetismo digitale in una parte non trascurabile della popolazione (specialmente tra gli anziani), rimane rilevante la percentuale di cittadini italiani completamente estranei al mondo dell’e-commerce: il 29,1% riferisce di non fare mai acquisti online.

D’altra parte, con diverse intensità, fare acquisti online sta diventando per molti una consuetudine: il 18,2% del campione fa acquisti online raramente, il 25,9% qualche volta, mentre il 16,3% spesso ed il 10,5% abitualmente. Gli over 64 sono l’unica fascia d’età nella quale prevalgono coloro che non fanno mai acquisti attraverso la Rete (59%).

Online si comprano soprattutto abbigliamento, libri, tecnologie

Gli articoli per i quali è più diffusa l’abitudine di acquisto in Rete sono: l’abbigliamento (solo un terzo, il 33,7%, non lo ha mai fatto), i libri (il 34,5% mai), le apparecchiature tecnologiche (il 36,2% mai), oggetti per la casa (39,6% mai), film/serie Tv tramite piattaforma (41,9% mai). I prodotti per i quali si registra invece la minore propensione all’acquisto online sono le medicine (il 79,4% non le ha mai comprate in Rete), le bevande (71,5%), i corsi online (67,5%) e, in generale, i prodotti alimentari (63,8%). A seguire gli articoli di profumeria/estetica (il 57,1% non li compra mai online).

Un divario decisamente notevole tra le generazioni emerge rispetto all’acquisto online di abbigliamento: solo il 16,8% dei 18-24enni non lo fa, contro il 24,4% dei 25-34enni, il 27,3% dei 35-44enni, il 37,3% dei 45-64enni, ed il 52,8% degli ultrasessantaquattrenni, unica categoriale nella quale prevalgono i non acquirenti. Per le apparecchiature tecnologiche (Tv, smartphone, tablet, ecc.), per i libri, per i prodotti audiovisivi, gli acquirenti sul Web aumentano all’abbassarsi dell’età; in tutti i casi, gli acquirenti sono meno numerosi tra i soggetti più maturi.

 

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