Matrimoni forzati, un reato in crescita nel nostro Paese. È quanto emerge dal report realizzato dal Servizio analisi criminale della direzione centrale Polizia Criminale, ufficio a composizione interforze che, nell’aggiornare il quadro sulla diffusione del fenomeno, ha approfondito l’analisi su vittime e autori.
Da quando è entrata in vigore della legge n. 69 denominata “Codice rosso”, il 9 agosto del 2019, al 31 dicembre 2021, si è registrato un aumento dei delitti connessi al fenomeno dei cosiddetti “matrimoni forzati”. L’85% delle vittime è di genere femminile, un terzo sono minorenni e prevalentemente di origini straniere. I presunti autori dei reati sono per il 71% di genere maschile e, prevalentemente, di nazionalità straniera.
Secondo la banca dati delle Forze di polizia, si sono verificati 20 reati di costrizione o induzione al matrimonio nel 2021, mentre sono 35 in totale dalla entrata in vigore della legge “Codice rosso”. Un numero che è andato aumentando progressivamente nei periodi analizzati, con una maggiore concentrazione nelle regioni settentrionali, mentre al Centro-Sud si registrano valori bassi o nulli, ad eccezione della Sicilia. Vittime principali sono ragazze costrette ad abbandonare la scuola, col timore di denunciare anche per mancanza di informazioni sui soggetti cui rivolgersi o perché il controllo esercitato dalla famiglia impedisce loro di poterlo fare.