Il cambiamento. È una conseguenza naturale legata alle crisi, specialmente quando sono di portata mondiale. La pandemia da Covid-19 ha colpito duramente la popolazione di tutti gli Stati mostrando la fragilità dei sistemi sociali le cui basi poggiano esclusivamente sul capitale e la massimizzazione dei profitti. I governi di tutto il mondo si sono ritrovati di fronte ai limiti del capitalismo sfrenato, con i settori produttivi messi in ginocchio dalle quarantene e i settori statali in difficoltà sulle strategie da adottare. E se l’emergenza sanitaria, come tutti ci auguriamo, vedrà la sua fine in tempi brevi, lo stesso non si potrà dire dei cambiamenti sociali, economici e politici che il suo passaggio ha inevitabilmente innescato. In questo panorama odierno, un nuovo protagonista si è affacciato all’orizzonte, un settore a lungo sottovalutato ma che, durante la pandemia, ha fornito un contributo essenziale e si è posto come “faro” nella gestione dell’emergenza: il Terzo settore.
I limiti della dicotomia dei governi: Stato – Mercato
Per tradizione, sono due i pilastri su cui le nazioni fondano la propria capacità operativa: lo Stato e il Mercato, una dicotomia che, fin dal secondo dopoguerra, ha polarizzato il mondo per il diverso approccio adottato dai governi, tra quelli che hanno privilegiato il ruolo di guida e gestione del settore statale e quelli che hanno puntato sul mercato. Il Terzo settore è rimasto a lungo nell’ombra, ignorato finché il suo contributo non si è reso necessario per affrontare la crisi attuale, arrivando a colmare le enormi lacune nei servizi di assistenza e di difesa sociale. Fin dai primi momenti della pandemia, il mondo del volontariato e delle associazioni no profit (Ong) è sceso in prima linea nella lotta al Coronavirus, rendendosi l’interprete della cura della persona in un sistema dove vige la cultura del capitale e del profitto. Il Terzo settore ha così dimostrato di poter giocare un ruolo centrale, presentandosi come il nuovo e terzo pilastro su cui costruire un modello rinnovato di sviluppo, dove l’economia non è solo “mercato” ma anche sociale.
Terzo settore, le nuove possibilità di collaborazione internazionale
È proprio su queste basi che, dal 6 al 10 dicembre 2021, l’Eurispes ha ospitato a Roma una delegazione proveniente da Mosca per un dialogo transnazionale tra Italia e Russia riguardo al ruolo del Terzo settore. La delegazione, composta da otto esperti e studiosi, rappresentava tre diverse organizzazioni: l’Università Statale Russa di Scienze Umanitarie (RSUH), l’Istituto per l’Europa dell’Accademia delle Scienze di Russia (IE-RAS) e la Ong Smart Civilization. La visita ha avuto come obiettivo l’analisi del sistema italiano delle Ong e delle politiche sociali del Terzo settore, motivo per cui, nei quattro giorni di permanenza, la delegazione ha avuto la possibilità di incontrare esperti ed esponenti di primo piano, pubblici e privati. In particolare, nell’incontro con gli esperti e i ricercatori dell’Eurispes sono emersi stimoli importanti su cui promuovere una proficua collaborazione internazionale.
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Il valore della politica delle tre P
«L’Eurispes ha iniziato a studiare il Terzo settore già trent’anni fa – ha sottolineato il Presidente dell’Istituto, Gian Maria Fara – un settore che è stato praticamente ignorato dalle Istituzioni per molto tempo e del quale solo adesso si è arrivati a comprendere il ruolo fondamentale per il progresso della società. Il Terzo settore è, infatti, centrale per lo sviluppo di un paese e può essere un grande motore di crescita equilibrata: vedremo come le cose evolveranno nel prossimo futuro sia in Italia sia in Europa». A questo riguardo, per il Presidente dell’Eurispes, «è particolarmente importante focalizzare l’attenzione sul valore della politica delle tre P, vale a dire sul Partenariato Pubblico Privato, che per lungo tempo è stato sottostimato, ma che invece nei prossimi anni diventerà uno degli strumenti centrali per la cooperazione fattiva e costruttiva tra gli operatori economici e sociali come tra gli istituti e i centri di ricerca di paesi diversi».
Incontro tra Italia e Russia focalizzato su Terzo settore, economia solidale, sociale e sostenibile
Particolarmente significativo anche l’incontro della delegazione russa con il senatore Stanislao Di Piazza, uno dei “padri” della legge di riforma del Terzo settore entrata in vigore nel 2017 e tuttora in fase di attuazione. L’incontro, finalizzato ad avviare la collaborazione tra Italia e Russia in questo ambito, si è focalizzato sulla cultura del Terzo settore, dell’economia solidale, sociale e sostenibile. Il senatore Di Piazza ha evidenziato la necessità di far ripartire l’analisi politica proprio da questi aspetti, per avviare così un nuovo processo con cui creare le strutture basilari di un nuovo sistema.
Terzo settore, le proposte
Le tre organizzazioni rappresentate dalla delegazione di Mosca si prefiggono come scopo la promozione di studi e ricerche sul Terzo settore in chiave comparativa internazionale, la organizzazione di corsi di formazione su come operare nel campo delle Ong e la programmazione di conferenze e progetti di scambio per creare una rete di condivisione su questi temi. Tali obiettivi sono stati accolti con favore dai rappresentanti delle istituzioni ed Ong italiane. Tra le indicazioni finali emerse dagli incontri, anche quelle di rafforzare il dialogo tra i Ministeri e i Dipartimenti governativi italiani e russi impegnati nell’ambito del Terzo settore e di valutare le future iniziative comuni anche alla luce dei recenti provvedimenti dell’Unione europea che proprio a fine 2021 ha lanciato un piano di azione in questo àmbito e dichiarato il 2022 come l’anno europeo del Terzo settore.
*Ida Nicotera, Dipartimento Internazionale Eurispes.