Piano nazionale di ripresa, strategie territoriali per massimizzare l’impatto degli interventi

Unione europea

La politica delineata dall’Unione europea nel Next Generation EU interviene in modo coordinato e complementare rispetto alla nuova programmazione finanziaria pluriennale derivante dall’Accordo di partenariato 2021-2027, indirizzando le risorse verso un’economia climaticamente neutra, attraverso il Green Deal europeo, e di una società giusta e inclusiva (Social Pillar europeo) nel quadro più generale di convergenza verso gli obiettivi dell’Agenda ONU 2030.
Le dimensioni del bilancio europeo per il 2021-2027, con i suoi oltre 1.800 miliardi di finanziamenti, sono molto più significative rispetto al periodo di programmazione precedente, relativo agli anni 2014-2020, che prevedeva 1.083,3 miliardi di euro[1].

von der Leyen, bilancio europeo come un nuovo “piano Marshall per la ripresa dell’Europa”

La definizione degli accordi di partenariato, ancora in via di finalizzazione, ha seguito un iter molto complesso: alle difficoltà derivanti dal concordare un’allocazione di risorse finanziarie soddisfacente per gli Stati membri si sono affiancati il ricambio dei vertici istituzionali nel 2019, il processo della Brexit e soprattutto, nel 2020, gli effetti economici della pandemia da Covid-19. Il Quadro Finanziario Pluriennale è stato, infatti, integrato con l’obiettivo di fornire una risposta alla crisi economica che si è determinata in conseguenza della pandemia.

Nel discorso pronunciato in occasione della seduta plenaria del Parlamento Europeo il 16 aprile 2020, la presidente von der Leyen ha affermato che il bilancio europeo sarebbe stato di importanza tale da costituire un nuovo “Piano Marshall per la ripresa dell’Europa”.
Al fine di rispondere alle diverse esigenze di sviluppo in tutte le regioni dell’Ue, 392 miliardi di euro sono stati destinati alla politica di coesione per il 2021-2027.

Unione europea, attenzione ai contesti più fragili da un punto di vista socio-economico e geografico

È evidente, dunque, che il raccordo tra i fondi previsti dall’Accordo di Partenariato e dagli altri strumenti del Bilancio dell’Unione europea assume una particolare valenza con riferimento al Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza. Per entrambe le misure si pongono infatti come principali sfide l’innovazione tecnologica e digitale ed una transizione economica “verde”. 

Per massimizzare l’impatto degli interventi, è importante agire in modo strategico e coordinato dalla fase di programmazione a quella di attuazione, evitando sovrapposizioni, frammentazioni e duplicazioni e contribuendo a rafforzare gli obiettivi di addizionalità propri della coesione, in particolare nel Mezzogiorno e nelle aree marginali del nostro Paese. Per questo un’attenzione particolare è riservata ai territori e ai contesti più fragili da un punto di vista socio-economico e geografico (aree marginali, periferie urbane, quartieri disagiati, aree di montagna, insulari, aree esposte a rischi naturali, aree di transizione industriale).

Per massimizzare l’impatto degli interventi, è importante agire in modo strategico e coordinato

Per un pieno raggiungimento di questi traguardi di policy, l’Accordo è strutturato in obiettivi strategici. L’ultimo obiettivo (n.5) si caratterizza per i diversi orientamenti utilizzati per la programmazione in base alle tipologie di territori: aree metropolitane, aree urbane medie e altri sistemi territoriali, aree interne, aree costiere. Possiamo quindi affermare che l’Accordo opera per strategie territoriali. Queste scelte di policy evidenziano la necessità di valorizzare l’integrazione tra i fondi che concorrono agli obiettivi strategici, per rafforzarne l’efficacia, pur mantenendo le relative specializzazioni di utilizzo.

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Gli Obiettivi di policy

Basti pensare all’incredibile azione complementare tra il FESR, Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, e il FSE Plus (Fondo Sociale Europeo Plus), che assume rilievo per la gran parte degli Obiettivi di policy, investendo il primo nello sviluppo sociale ed economico di tutte le regioni e città dell’Ue ed il secondo nel sostegno all’occupazione per creare una società equa e socialmente inclusiva nei paesi dell’Unione.

  • Nell’ambito dell’Obiettivo di policy 1, alle azioni di sviluppo delle competenze per la specializzazione intelligente, la transizione industriale e l’imprenditorialità, sostenute con il contributo del FESR, si affiancheranno iniziative di sostegno e rafforzamento delle competenze digitali nelle imprese, ove appropriato attraverso percorsi di formazione sostenuti dal FSE Plus, in collegamento con l’Obiettivo di policy 4.
  • Con riferimento all’Obiettivo di policy 2, il conseguimento della transizione verso un’economia circolare e a basse emissioni di carbonio richiede quali attività determinanti anche l’incremento e diffusione delle competenze, con azioni di formazione ed educazione ambientale da attivare in sinergia con il FSE Plus.
  • Per l’Obiettivo di policy 4, l’integrazione tra i due fondi è cruciale per integrare e rafforzare l’azione ordinaria in tutti gli ambiti in esso compresi (lavoro, istruzione e formazione, inclusione e protezione sociale e salute) nonché per contribuire a valorizzare il ruolo della cultura e del turismo nello sviluppo economico, per l’inclusione e l’innovazione sociale. La specializzazione dell’intervento dei due fondi in questi ambiti vede l’azione del FSE Plus indirizzata a contribuire significativamente alla riduzione delle condizioni di svantaggio, all’accompagnamento delle persone e al rafforzamento dei servizi e l’intervento del FESR focalizzato sulla dotazione e sull’adeguamento infrastrutturale e tecnologico.
  • Nel contesto dell’Obiettivo di policy 5, la Strategia nazionale per le Aree interne e l’Agenda urbana rappresentano ambiti di valorizzazione dell’azione combinata dei fondi nonché il raccordo tra la programmazione europea e le politiche nazionali.

Una più efficace integrazione tra il FESR e il FSE Plus potrà, inoltre, essere realizzata attraverso il ricorso a programmi plurifondo. Tale approccio di intervento, adottato per alcuni programmi nazionali e, auspicabilmente, anche dalla programmazione regionale, può consentire, infatti, di assicurare e massimizzare le necessarie sinergie e complementarietà tra gli interventi dei due fondi.

 

*Responsabile per l’Istituto dell’Osservatorio per lo Sviluppo dei Territori Eurispes/RGS

[1] ai prezzi del 2018.

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