Africa e Italia, equilibri economici e partnership nel continente in crescita

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Oggi l’Africa è al centro del dibattito politico internazionale per molte ragioni. Per l’Unione europea, è il punto di partenza di molti viaggi migratori, questione che sta creando non poche discussioni e scontri tra gli Stati Membri su gestione dei flussi e dei rapporti con le Ong, oltre che con le autorità locali che usano le migrazioni come merce di scambio. Questo quadro emerge chiaramente dalle analisi contenute nel Rapporto Italia 2023 dell’Eurispes. L’Africa è inoltre il luogo dove si giocano nuovi equilibri geopolitici, con una forte presenza di Russia e Cina in cerca di una egemonia alternativa al blocco Nato. Oggi è un continente agitato da preoccupanti disordini politici e conflitti, ma ricco di opportunità economiche portate avanti da una nuova generazione di giovani africani che emerge per creatività e innovazione. In riferimento ai numeri riportati dalla Banca Africana per lo Sviluppo (African Development Bank Group-AfDB), sappiamo che nel 2022 il Pil del continente africano ha conosciuto una crescita del 3,8%, sebbene in calo rispetto al 2021 (4,8%): un incremento superiore alla media globale che fa dell’Africa il secondo continente, dopo l’Asia, per crescita economica. La regione che ha conosciuto la crescita maggiore è quella dell’Africa Centrale (4,7%); quella con la crescita più ridotta l’Africa Occidentale (3,6%). In linea generale, nel 2022 l’economia del continente è stata trainata più da paesi come il Congo, la Costa d’Avorio e il Kenya e non dalle superpotenze (Egitto, Nigeria e Sudafrica). Gli investimenti stranieri hanno conosciuto una flessione, confermando il trend negativo dal 2016 in poi.

L’Africa è il secondo continente, dopo l’Asia, per crescita economica

Nel 2022 l’interscambio commerciale dell’Italia ha fatto registrare un saldo negativo di 31 miliardi di euro, ovvero il valore ha superato quello dell’export per la prima volta dal 2011. A pesare è la vertiginosa crescita dell’import, +36,5% nel 2022. Secondo quanto riportato dall’Osservatorio Economico del MAECI, l’interscambio commerciale tra l’Italia e l’Africa tra il 2016 e il 2022 ha conosciuto una crescita complessiva del 105%. Un incremento dettato soprattutto dalle importazioni che rappresentano oggi da sole il 70% dell’interscambio totale. Nel 2022, la Tunisia ha assorbito il 19,2% dell’export italiano verso l’Africa, seguita da Egitto (16,9%) e Marocco (13,2%). Complessivamente Marocco, Algeria, Tunisia, Libia ed Egitto hanno attratto il 70,2% delle esportazioni verso il continente. Le esportazioni italiane verso l’Africa sono costituite per lo più da prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio (21,9%) e macchinari industriali. L’Italia importa beni per maggior valore da Algeria e Libia, che rispettivamente rappresentano il 36,7% ed il 21,2% dell’import italiano dall’Africa. Il principale prodotto africano importato dall’Italia è il gas naturale (39,4%), seguito dal petrolio (27,5%) e da metalli non ferrosi (6,6%). Il paese con i valori d’interscambio maggiori è il Sudafrica, con esportazioni dall’Italia per un valore complessivo di €2,181 miliardi ed importazioni verso l’Italia di € 2,44 miliardi. Seguono poi la Nigeria e l’Angola.

L’import dal continente africano riguarda i settori energetico, metallurgico e minerario

Considerando l’interscambio tra l’Italia e l’Africa, è possibile dividere il continente in 4 macro-regioni di interesse: Africa del Nord, dove import/export sono fondati su solidi rapporti; Africa meridionale, con il Sudafrica come principale mercato; Africa Occidentale dove il commercio interessa soprattutto il settore oil&gas, (Nigeria), e quello delle terre rare (Ghana); Africa Orientale, dove i rapporti commerciali con l’Italia risultano ancora in una fase embrionale. Per quanto concerne i beni esportati ed importati nel 2022 si rileva quindi una netta preponderanza dei settori energetico, metallurgico e minerario. Nel 2022, le esportazioni italiane verso il Sudafrica hanno conosciuto un incremento del 4,4%, per un valore complessivo di 2,181 miliardi. La maggior parte delle esportazioni hanno interessato macchinari e prodotti industriali e chimici. L’import, invece, è costituito per oltre l’80% dai settori metallurgico e minerario, in particolare oro e platino. Complessivamente, l’interscambio tra Italia e Sudafrica, nel 2022, ha avuto per Roma un saldo negativo, in linea con quanto registrato a livello continentale. L’interscambio tra Italia ed Etiopia ha avuto invece un saldo positivo di €0,06 miliardi. Le esportazioni italiane verso l’Etiopia consistono in macchinari industriali, apparecchiature elettriche, autoveicoli e rimorchi.

Con il 60% della popolazione del continente al di sotto dei 25 anni, l’Africa è il continente più giovane al mondo

Con il 60% della popolazione del continente al di sotto dei 25 anni, l’Africa è il continente più giovane al mondo. Un dato controcorrente rispetto a quelli rivelati dall’Istat per il nostro Paese, dove gli over 65 oggi sono il 24% della popolazione e nel 2050 saranno il 34,9%. Questa peculiarità potrebbe avere per l’Italia un duplice risvolto economico: in primo luogo, si potrebbero avviare nuove partnership finanziarie con le nascenti start-up in Nigeria, Kenya, Sudafrica ed Egitto. In secondo luogo, la crescita demografica sta progressivamente ampliando le necessità d’importazioni da parte del continente. Il quadro che emerge è di un interscambio con volumi, valore ed eterogeneità ad oggi estremamente contenuti. Tuttavia, i profondi mutamenti che stanno interessando il continente africano rappresenteranno nei prossimi anni per l’Italia una concreta opportunità di sviluppo di partnership eque, solide e diversificate.

*Emanule Oddi, analista, ricercatore dell’Eurispes.

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